Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
EDITORIALE

Coppie gay a Lourdes e l'ipocrisia di Avvenire

«Chi siete voi per giudicare?»: il direttore del quotidiano CEI se la prende con i lettori perplessi per la pubblicità a una coppia gay civil-unita che celebra l'evento con un pellegrinaggio a Lourdes. Ma la misericordia è un paravento per coprire il vero obiettivo: promuovere le unioni gay nella Chiesa.

Editoriali 06_09_2016
Lourdes

Se qualcuno avesse ancora dubbi sulla linea omosessualista sostenuta da Avvenire non ha che da leggersi attentamente sia le lettere sia la risposta del direttore del quotidiano della CEI pubblicate a pagina 2, domenica 4 settembre (clicca qui).

Spieghiamo l'antefatto: due persone con tendenze omosessuali, cattolici, che vivono insieme da 50 anni si uniscono civilmente a Torino grazie alla nuova legge Cirinnà e, per festeggiare e ringraziare, si recano in pellegrinaggio a Lourdes. Avvenire il 7 agosto ne dà notizia in un breve articolo, senza alcun commento, come se fosse una cosa normale. In realtà è una finzione, perché fosse normale non ci sarebbe bisogno di dare la notizia, non è che Avvenire elenchi quotidianamente i pellegrini italiani che si recano a Lourdes. È invece una scelta di far passare come normale una evidente novità. La cosa non sfugge però a molti lettori, i quali scrivono per chiedere spiegazioni e magari trarne qualche amara conclusione. Alcune di queste lettere, vengono pubblicate domenica scorsa, ma insieme ad altre che inneggiano alle unioni omosex e alla richiesta di scuse ai gay da parte della Chiesa. 

E come risponde il direttore di Avvenire? Il titolo è già eloquente: «Chi giudica due omosessuali cattolici che decidono di andare a Lourdes?». Eh già, chi siete voi lettori che giudicate la fede degli altri «senza sapere nulla della vita di quelle persone» e «disprezzate la libertà di Dio di parlare al cuore di tutti e di ciascuno, e la libertà di tutti e di ciascuno di risponderGli»? Eccovi sistemati cari lettori, con la misericordia “a due velocità”: totale comprensione e sostegno a chi vive situazioni irregolari, bastonate a quei poveracci da compatire che ancora la menano con la legge naturale e il catechismo.

Tralasciando alcuni dettagli della risposta, che pure meriterebbero una puntualizzazione, andiamo subito al cuore della questione. Tutta l’ondata di bontà cristiana che emana dalle parole misericordiose del direttore di Avvenire, è in realtà fondata su una serie di menzogne. A partire dal titolo: nessuno dei lettori in questione ha inteso giudicare i due anziani signori con tendenze omosessuali che sono andati in pellegrinaggio a Lourdes (peraltro di persone omosessuali che vanno a Lourdes ogni anno ce ne sono tante). Né la Chiesa ha inteso mai giudicare le persone. Tanto è vero che la Chiesa ha da sempre indicato i santi, per nome e cognome, mai ha elencato i dannati.

Ma le situazioni oggettive sì che devono essere giudicate. Se un’azione è considerata un male, resta un male a prescindere dalle intenzioni e da come andrà a finire l’ultimo giorno per chi il male ha commesso. Se l’adulterio è un peccato grave, oggettivo, non può mai diventare un bene. Così è per le unioni fra persone dello stesso sesso. Almeno fino ad oggi. Perché è evidente che ad Avvenire – e a chi lo dirige – non sta a cuore la fede delle persone o la libertà di Dio, quanto cambiare già nella prassi l’insegnamento della Chiesa a proposito di sessualità e omosessualità.

Il dovere di “non giudicare le persone” è solo un diversivo per spostare il discorso e far tacere i critici. Pensiamo infatti se invece di due anziani omosessuali che vivono insieme da 50 anni, ad annunciare il pellegrinaggio a Lourdes fossero stati un 40enne e una ragazza 13enne consensualmente conviventi, alla ricerca di una benedizione; oppure un padre e una figlia uniti in un rapporto pubblico incestuoso che intendono consacrare alla Madonna la loro unione. Forse che il direttore di Avvenire avrebbe usato le stesse parole di misericordia e incoraggiamento? O magari avrebbe almeno ammonito i protagonisti dal non strumentalizzare la Madonna per far passare come legittimo ciò che legittimo non può essere?

Ecco il punto: l’obiettivo di Avvenire non è l’accoglienza delle singole persone e il fare spazio alla libertà di Dio. È soltanto il solito tentativo di promuovere le unioni omosessuali, usando una cosa seria e grande come la Misericordia a mo’ di ipocrita paravento per meschine operazioni ideologiche e personali. 

È ovvio che tutto ciò non potrebbe accadere se a guidare l’operazione non fosse chi oggi comanda di fatto la Conferenza episcopale Italiana, da cui Avvenire dipende. Sia ben chiaro: non è per giudicare le persone, stiamo solo parlando di fatti oggettivi. E nel caso qualcuno – come è successo in passato – pensasse che questo è dovuto a un cambiamento improvviso di linea, si metta il cuore in pace: le posizioni attuali di Avvenire, in questa materia sempre più sfacciate, sono il frutto di un lungo cammino che dura almeno da venti anni, e che oggi conosce un’accelerazione grazie al maturare di diversi fattori, nella società e nella Chiesa.

Tanto per intenderci, anche la scelta di Lourdes come meta del pellegrinaggio non è casuale: lo scorso febbraio la diocesi di Tarbes e Lourdes ha invitato nel santuario mariano tutte le coppie in occasione della festa di San Valentino per dirsi “Io t’amo” (clicca qui). «L’appello è indirizzato a tutte le coppie: sposate, non sposate, omosessuali e così via», ha detto un responsabile della diocesi (e non osiam pensare cosa ci sia dietro a quel “e così via”). E il rettore del santuario, Padre André Cabes, ci ha dato anche una motivazione teologico-spirituale: «Il miracolo di Lourdes è quello di un incontro, di Bernadette Soubirous con la Vergine: in questo senso vogliamo celebrare ogni tipo di incontro». Chiaro no? Per pedofilia e incesto è solo questione di tempo.