Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
Sant’Espedito a cura di Ermes Dovico
SCHEGGE DI VANGELO

Cinque donne "intruse"

Genealogia di Gesù Cristo figlio di Davide, figlio di Abramo (Mt 1, 1)

Schegge di vangelo 17_12_2019

Genealogia di Gesù Cristo figlio di Davide, figlio di Abramo. Abramo generò Isacco, Isacco generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuda e i suoi fratelli, Giuda generò Fares e Zara da Tamar, Fares generò Esrom, Esrom generò Aram, Aram generò Aminadàb, Aminadàb generò Naassòn, Naassòn generò Salmon, Salmon generò Booz da Racab, Booz generò Obed da Rut, Obed generò Iesse, Iesse generò il re Davide. Davide generò Salomone da quella che era stata la moglie di Urìa, Salomone generò Roboamo, Roboamo generò Abìa, Abìa generò Asaf, Asaf generò Giòsafat, Giòsafat generò Ioram, Ioram generò Ozìa, Ozìa generò Ioatàm, Ioatàm generò Àcaz, Àcaz generò Ezechìa, Ezechìa generò Manasse, Manasse generò Amos, Amos generò Giosìa, Giosìa generò Ieconìa e i suoi fratelli, al tempo della deportazione in Babilonia. Dopo la deportazione in Babilonia, Ieconìa generò Salatièl, Salatièl generò Zorobabele, Zorobabele generò Abiùd, Abiùd generò Eliachìm, Eliachìm generò Azor, Azor generò Sadoc, Sadoc generò Achim, Achim generò Eliùd, Eliùd generò Eleàzar, Eleàzar generò Mattan, Mattan generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù, chiamato Cristo. In tal modo, tutte le generazioni da Abramo a Davide sono quattordici, da Davide fino alla deportazione in Babilonia quattordici, dalla deportazione in Babilonia a Cristo quattordici. (Mt 1, 1-17)

Nella genealogia di Gesù sono ricordate, direttamente o indirettamente, ben cinque donne (il che è raro per l'epoca): Tamar, Racab, Rut e Maria sono nominate esplicitamente, mentre si accenna a Betsabea (“quella che era stata la moglie di Urìa”). Queste donne non godevano una buona fama agli occhi degli israeliti più devoti. Solo Maria si distingue radicalmente da queste donne. La presenza nella genealogia allora conosciuta di donne peccaminose o, quantomeno, apparentemente ambigue, non sminuisce i peccati commessi con loro dagli uomini. Questo vuol dire che tutta l’umanità, nei due generi maschile e femminile, è chiamata alla redenzione da Gesù e testimonia che i vangeli non sono un’agiografia entusiasta di Cristo ma un insegnamento fondato su fatti realmente accaduti.