Cina, Natale vietato ai minori
Come hanno trascorso il Natale i cristiani in Cina? Nelle testimonianze raccolte da Asia News si nota un clima di terrore e repressione crescente, specie nelle comunità dei cattolici sotterranei
Come hanno trascorso il Natale i cristiani in Cina? Nelle testimonianze raccolte da Asia News in questi ultimi giorni (il 19 e il 20 dicembre), si leggono anche scene di felice e ordinaria vita cristiana, soprattutto nella Chiesa riconosciuta ufficialmente dal regime comunista di Pechino. Ma anche un clima di terrore e repressione crescente, specie nelle comunità dei cattolici sotterranei, quelli che restano fedeli al Vaticano.
Un parroco di una chiesa clandestina racconta una messa celebrata in segreto in una casa privata: «Si prepara una tavola, la si copre con una tovaglia bianca, e si appresta tutto l’occorrente per la messa. Circa 100 fedeli si affollano nella camera da letto e nell’anticamera per partecipare all’Eucaristia. Dal momento che l’atmosfera esterna è molto tesa, per motivi di sicurezza tiriamo le tendine delle finestre, teniamo basso il tono delle nostre preghiere, per non attirare l’attenzione della gente che passa vicino. Ancora per motivi di sicurezza, durante la messa, sacerdote e fedeli non cantano nessuna parte della liturgia, ma la recitano soltanto. Per creare l’atmosfera natalizia, la famiglia che ospita la celebrazione prepara il presepio».
Ma anche nella Chiesa “patriottica”, ufficialmente riconosciuta, non c’è piena libertà di culto. Così racconta un parroco ufficiale: «Il governo ogni anno prima di Natale manda i suoi funzionari, tra cui membri del Fronte unito, dell’Ufficio per gli affari religiosi, del Comitato del vicinato e della Pubblica Sicurezza, da un lato, per presentare gli auguri, e dall’altro, per raccomandare di fare attenzione alla sicurezza pubblica e alla prevenzione di incendi. Negli ultimi due anni raccomanda anche di non permettere la partecipazione ai giovani (sotto i 18 anni)».
La messa vietata ai minori è una tendenza sempre crescente negli ultimi anni, imposta da un Partito Comunista che non accetta “concorrenti” nel proselitismo: «Dal momento che le autorità non permettono ai ragazzi sotto i 18 anni di partecipare all’Eucaristia, la parrocchia provvede loro un locale nel cortile della chiesa dove sono intrattenuti e curati da responsabili. Alla fine dell’Eucaristia, il sacerdote va a benedirli. La parrocchia ha anche abolito la tradizione di girare nel villaggio a distribuire “frutta di pace”(un pacchetto di mele) a non cristiani». Nella stessa testimonianza si legge chiaramente che il clima di repressione è peggiorato, anche rispetto all'anno scorso: «Il S. Natale di quest’anno non è come quello nel passato. Le autorità ufficiali hanno creato una crescente atmosfera politica di tensione».