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L'INTERVISTA

Cile allo sbando, rivoluzione come "sacramento"

Cile, rivoluzione preparata dalle presidenze precedenti con l’avvelenamento ideologico. Piñera è complice, ma l’ex presidente Bachelet sogna di tornare come Chavez e la reazione della Chiesa è tiepida. Intervista a Guerra, docente venezuelano esule in Cile.

Esteri 28_12_2019 Español

Il filosofo e professore universitario Carlos Casanova Guerra (nella foto in basso), nato a Caracas e residente a Santiago del Cile, afferma che “il male maggiore del Cile non è la povertà. In realtà il male maggiore del Cile è l'ideologizzazione dei bambini e dei giovani portata avanti dai maestri e dai professori e anche da una parte del clero. Questo è il problema più difficile da risolvere. L’intellighentzia cilena è avvelenata da ideologie rivoluzionarie e sarà molto difficile fare uscire il Paese da questa cecità”. La Nuova BQ lo ha intervistato.

Non appena si sono scatenate le rivolte in Cile, lei ha scritto che il Paese sarebbe entrato in una fase molto critica di sovversione. Come si spiega questa accelerazione? 
In Cile la rivoluzione è preparata da molto tempo. Le tappe più significative sono state: l'assassinio di Jaime Guzmàn (avvocato costituzionalista, padre della Carta cilena, ucciso nel ‘91), l'occupazione da parte dei marxisti degli spazi educativi e culturali, la distruzione della morale tradizionale del popolo cileno con la legalizzazione del divorzio, della pillola del giorno dopo, anche se in spregio ad un ordine del tribunale costituzionale, oltraggio al quale ha partecipato anche Sebastian Piñera, la legalizzazione dell'aborto e la sua consacrazione come diritto. E ancora: la consacrazione legale dell’ideologia di genere da parte del governo Piñera, l'erosione del sentimento di rispetto verso l'autorità attraverso le proteste degli studenti, che hanno ristretto drasticamente la facoltà dell'autorità scolare di esigere disciplina. Così si è cominciato a mettere sotto scacco i carabinieri e il servizio di polizia cileno. A questo si aggiunga l'eliminazione delle scuole convenzionate (paritarie, ndr) che sono passate completamente sotto il controllo del ministero dell’educazione. La comparsa e conseguente rafforzamento del movimento sovversivo nell’Araucanìa e la rinuncia dello Stato a esercitare effettivamente la sua sovranità sul territorio. Senza dimenticare il traffico di droga proveniente dalla Bolivia e la ri-conversione dell’università cilena in un centro di ideologizzazione dei giovani.

Poi ci sono state le rivolte…
In questo modo si è preparata la scena per quello che abbiamo visto negli ultimi mesi. Gli attacchi terroristici del 18 ottobre sono stati accuratamente pianificati e hanno avuto una risonanza popolare però non del tipo che speravano i rivoluzionari: non si è ottenuto un sovvertimento alla legge da parte della popolazione come invece se è stato fatto a Caracas nel 1999. Il “successo” di questi attacchi è stato possibile perché il governo di Piñera ha veramente lavorato duro per portare a compimento l'erosione delle autorità della polizia e lasciare lo Stato cileno totalmente privato dell'uso della forza, tanto che ora è monopolio di chiunque si proclami rivoluzionario.

E’ un problema interno cileno?
In questo senso l'intervento di Michelle Bachelet dall'Onu è stato decisivo (l’ex presidente cilena, ora Alto commissario Onu per i diritti umani). Mi sembra che l'ex presidente stia pianificando di trasformarsi nel “Chavez” del Cile. I marxisti hanno già chiaramente indicato il loro obiettivo, niente meno che un'assemblea costituente che parta da zero e che non presupponga nessuna regola precedente, né giuridica, né morale, né storica, esattamente come in Venezuela. Tuttavia, nonostante il precedente lavoro sovversivo, hanno acceso molti focolai di resistenza. In realtà il potere militare del Cile è grande e se volesse agire contro la rivoluzione, questa si perderebbe nuovamente. Per questo l'astuta Bachelet che è l'architetto di quello che stiamo vedendo, ha capito che deve avanzare “sinuosamente”.

Esiste una questione sociale in Cile?
In Cile si è verificata una ideologizzazione molto profonda. I difensori della Repubblica si vedono come liberali, soprattutto in campo economico. Così, per esempio quando Bachelet ha messo fine alla sussidiarietà delle scuole, nonostante le proteste di pochi professori universitari che continuavano a difendere il sistema sussidiario e il diritto dei genitori a decidere sull’educazione dei loro figli, i liberali hanno difeso pubblicamente “l’educazione come fonte di guadagno”. Come si può intuire, in questo campo la battaglia dialettica è stata persa.

Il problema è solo sulla scuola?
La stessa cosa è accaduta su altri campi. Riccardo Lagos (alla Moneda prima di Bachelet ndr.) è stato capace cancellare la sussidiarietà nei trasporti a Santiago e stabilire insieme a Bachelet il sistema centralizzato conosciuto come Transantiago. Mi sembra che questo vada nella linea delle élite tradizionali cilene che hanno approfittato di questo sistema per ottenere vantaggi economici. E ancora: Lagos è stato in grado di consegnare in concessione le autostrade con contratti che erano leonini (svantaggiosi per lo Stato ndr) e che come è stato dimostrato hanno costituito una bomba ad orologeria. In questo modo i Socialisti hanno potuto regalare buoni affari ai loro amici e sostenitori e nello stesso tempo sovvertire la società cilena acutizzando le contraddizioni.

Con quali ricadute?
È stato possibile l'abuso del credito con conseguenze deleterie: alcuni si sono trovati in bancarotta e sono stati tolti dal sistema creditizio completamente, molti sono impossibilitati a pagare i crediti, in questo modo il costo si alza considerevolmente con gli interessi. A tutto questo si sommano gli interventi stranieri come la Cina e il narcotraffico. I prezzi degli immobili sono cresciuti sproporzionalmente, la classe media è stata privata dell'abitazione o si trova schiavizzata per il credito a lungo termine, che molte volte non può pagare.

Quali possono essere le chiavi della soluzione?
Io penso che il sistema pensionistico (AFP) sebbene sia stato molto criticato, sia l'unica via d'uscita in una società come quella cilena nella quale la piramide della popolazione è invertita: i vecchi sono più dei giovani. Si potranno fare aggiustamenti, naturalmente però Il Cile non può adottare nessun altro sistema senza compromettere la salute delle sue finanze.

Il problema del Cile è la povertà, dunque?
No, il maggior male del Cile non è la povertà, in realtà il maggior male del Cile è la ideologizzazione dei bambini e dei giovani portata avanti dai maestri e dei professori e anche da una parte del clero. Questo è il problema più difficile da risolvere. L’intellighentzia cilena è avvelenata dalla liturgia rivoluzionaria e sarà molto difficile fare uscire il Paese da questa cecità. Il marxismo e Freud sono ancora di moda, anche presso molti preti. I giovani danno libero sfogo alle loro passioni, la Bachelet e il suo entourage, gli hanno dato sesso, droga. Successivamente gli hanno dato la rivoluzione come grande sacramento che tutto avrebbe purificato. È poi certo che Piñera e il suo entourage hanno contribuito a rendere ancora più profondo questo cancro.

Tra i governanti, la maggior responsabilità è posta su Sebastian Piñera, l'attuale presidente del Cile. Ci sono altri responsabili politici di questi fatti? 
I principali responsabili sono Michelle Bachelet, il Partito comunista, il Frente amplio (coalizione di partiti di Sinistra, comune in tutto il Sudamerica ndr). Però Piñera, come già ho detto, ha avuto una grande responsabilità per non aver predisposto l'uso necessario della forza dello Stato. In questi giorni avrebbe schiacciato la sovversione, se solo avesse posto in esercizio  il potere dello Stato cileno. Mi sembra che Piñera sia complice della sovversione del Cile, per tutte le ragioni che ho menzionato e per la sua responsabilità grave nella gestione della presente crisi.

Molti analisti politici menzionano l'influsso del Castro-chavismo nei fatti scatenati a partire da ottobre. E’ d’accordo?
Senza dubbio il Castro-chavismo sta dietro tutto. Gli stessi politici comunisti cileni hanno viaggiato a Caracas in queste settimane e lo hanno manifestato. La polizia e i carabinieri hanno arrestato venezuelani e cubani implicati negli scontri. La data in cui si è svolta la Consulta popular coincide infatti con la data della rivoluzione venezuelana: la Municipal  (consultazione dei sindaci per chiedere a Piñera una nuova assemblea costituente ndr) ha avuto luogo 15 dicembre, a vent'anni dell'approvazione della costituzione venezuelana del 1999, il Plebiscito avrà luogo il 26 Aprile, il giorno seguente dei 21 anni dell’equivalente plebiscito venezuelano. Questo è sorprendente.

Richiama molto l’attenzione il fatto che, oltre ai fatti rivoluzionari, siano stati prodotti sacrilegi e profanazioni e incendi a chiese cattoliche, grazie a Dio non ci sono stati morti. Perché sono accaduti questi fenomeni?
La ideologizzazione dei giovani cileni è stata molto profonda. Da paura. Si possono ascoltare i bambini di 13 anni dell'Istituto Nazionale che cantano in coro “Paco bueno, paco muerto” (polizia buona, polizia morta ndr.). In più si avanza la scusa utilizzata dai media della pedofilia del clero (efebofilia in realtà, di una minoranza molto piccola), però la vera causa è l'odio alla legge di Dio, così molti giovani hanno imparato a odiare la Chiesa come colei che opprime. L’ideologia di genere e la sua falsa tolleranza, la sua tolleranza progressista sono lo strumento marcusiano della rivoluzione comunista cilena. Non dimentichiamo che Marx non era, nel segreto del suo cuore, un attimo, ma un satanista, un antiteista. Non è strano perciò che il movimento comunista sia satanico e realizzi incendi nelle chiese e la profanazione del Santissimo sacramento. Questi stanno dimostrando che il demonio e i suoi servitori sanno dove si trova la Verità e chi è il loro vero nemico.

Intanto la Sinistra cilena non sembra aver condannato queste profanazioni e incendi in modo chiaro…
No, non l’hanno condannato i marxisti come Bachelet, non sono pluralisti, non rispettano i diritti della maggioranza delle persone. Vogliono solo imporre una tirannia totalitaria e schiavizzare la maggioranza dei concittadini come già aveva tentato di fare Allende. Non ricorda le tessere per il razionamento? In più, come ho detto, un tratto essenziale dei marxisti è l'odio al cristianesimo. Quando ha avuto luogo la canonizzazione di Alberto Hurtado, Bachelet si presentò da candidata alla presidenza nel 2005 davanti alla salma del Santo, vestita di rosso. Si fece tutta la fila e giunta davanti alla bara le diede un colpo fermo con la mano aperta dall'alto al basso come aveva fatto Chavez nel gennaio 1999 con la Costituzione venezuelana come a dire “sotto con te”.

Una strumentalizzazione della devozione popolare? Questa era una cosa prevedibile…
Si, però la cosa più triste è che molti pastori della Chiesa cilena sono stati molto tiepidi nella condanna di questi attacchi, hanno appoggiato in molti modi il movimento sovversivo sostenendo che favorisce il popolo, e, sebbene abbiano condannato le violenze da qualunque parte provenissero, non hanno perso occasione per condannare in primo luoghi i carabinieri e la polizia, come se le forze dell'ordine fossero le principali responsabili di questa violenza. Di fatto il popolo fedele non si è sollevato a difendere in massa le sue chiese, a causa della tiepidezza dei loro pastori.