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SESSO

Ci sono abusi e abusi

La cronaca ci mostra come gli stessi giudici moralizzatori che inquisiscono severamente preti e vescovi, diventano comprensivi e compiacenti quando gli stessi crimini vengono commessi in istituzioni laiche. Come mai? Una risposta c'è...

Editoriali 18_09_2018

Leggiamo che una insegnante americana di 30 anni, accusata di aver praticato più volte sesso orale a un suo studente di 14 anni, non solo non andrà in prigione ma potrà tornare a insegnare, sebbene non nello stato di New York dove l’abuso sessuale si è consumato. Non solo, quando in gennaio l’insegnante fu denunciata la prima volta e arrestata, sebbene il Dipartimento di Educazione parlasse di accuse gravissime, anziché licenziarla in tronco la riassegnò ad altri lavori lontano da studenti. La vicenda è arrivata a una conclusione in questi giorni quando l’insegnante ha accettato di vedersi riconoscere come “colpevole di reati sessuali” di livello 1. Secondo lo stato di New York, i molestatori di livello 1 vengono considerati a basso rischio di ripetere il reato, quindi non sono definiti predatori e possono vedersi ripulire la fedina penale dopo venti anni (se non ci sono ricadute).

Dunque, una insegnante negli Stati Uniti ha commesso abusi sessuali su un minore e non solo non va in carcere, ma addirittura può continuare nell’insegnamento. Cosa c’è che non quadra? Stiamo parlando dello stesso paese in cui ci sono procure che promuovono indagini a tappeto in tutte le parrocchie cattoliche, convinte di stanare preti abusatori non solo attuali, ma anche in riferimento a fatti di settanta anni fa. Quindi procure che si muovono non soltanto sulla base di denunce, ma sulla presunzione che la Chiesa cattolica sia per definizione un covo di predatori sessuali. E le conseguenze per abusatori e diocesi sono pesantissime.

Non saremo certo noi a sminuire la corruzione e l’immoralità che alligna nella Chiesa e che ha ormai raggiunto i vertici, come tanti casi di cronaca stanno dimostrando. Quello che sta accadendo nella Chiesa non può essere giustificato in alcun modo e tanto si dovrà combattere perché la verità emerga completamente. Ma non può non saltare agli occhi la differenza di trattamento usata dai giudici: accondiscendente e comprensiva nei confronti della pedofilia “laica”, più che severa verso gli abusi dei preti e dei vescovi. E non è che nella Chiesa ci siano in percentuale più predatori che nella società civile. Tanto per restare negli Stati Uniti, nel mondo dell’educazione troviamo che la situazione è anche peggiore. Ci informa il sito LifesiteNews che lo scorso mese un rapporto delle Scuole Pubbliche di Chicago (CPS) ha mostrato che negli ultimi dieci anni nelle scuole del CPS si sono registrati ben 500 casi di abusi sessuali, con accuse di negligenza nei confronti delle autorità scolastiche che non sono intervenute adeguatamente né per prevenire né per fermare i colpevoli.

Peraltro uno studio del 2004 del Dipartimento dell’Educazione degli Stati Uniti rivelava che i casi di abusi e molestie sessuali nelle scuole erano 100 volte più numerosi di quelli commessi dai preti.

Allargando lo sguardo oltre gli Stati Uniti, un recente rapporto dell’Organizzazione mondiale del Turismo ci dice che ogni anno ci sono 3 milioni di persone che nel mondo viaggiano all’estero per turismo sessuale minorile, soprattutto verso i paesi in via di sviluppo. Si tratta di una industria fiorente verso cui non si alza nessun grido di scandalo malgrado i numeri siano impressionanti. E ancora più impressionante è che l’Italia sia il paese dove questo tipo di turismo è più sviluppato: 80mila italiani, in stragrande maggioranza uomini, ogni anno si recano in Estremo Oriente o America Latina o Africa soltanto per abusare sessualmente di minori. Eppure non ci risulta che questo squallido traffico abbia mai provocato editoriali di fuoco sui grandi giornali laici, o anche pagine e pagine di inchieste, come invece accade per i preti molestatori. E ancora, bisognerebbe ascoltare don Fortunato Di Noto, che con la sua associazione Meter ha smascherato e denunciato milioni di siti pedopornografici in tutto il mondo.

Ripetiamo: tutto ciò non diminuisce neanche di un briciolo la gravità di quanto accaduto nella Chiesa, però ci costringe a farci una domanda. Come mai in una cultura che – come alla Nuova BQ ha documentato don Di Noto – ha ormai accettato la pedofilia, al punto che ormai ci sono politici e intellettuali (anche italiani) che apertamente la promuovono, si diventa improvvisamente rigorosi e giudici spietati solo nei confronti dei preti cattolici?

La risposta ovvia è che delle vittime in effetti non interessa nessuno dei grandi moralizzatori laici. Gli abusi sessuali sono solo un pretesto per colpire la Chiesa, sia come immagine sia economicamente (quante diocesi andranno in bancarotta per pagare i risarcimenti?). Ma tutto questo è soltanto la premessa di un progetto più ambizioso, per cui i nemici della Chiesa lavorano da decenni. L’unico modo per fare fuori veramente la Chiesa è allontanarla dalla Verità, sovvertire la dottrina. Ed è esattamente ciò che sta avvenendo. Non per niente chi spara a zero contro la Chiesa sugli abusi sessuali, mette sotto accusa la morale sessuale cattolica, la presunta omofobia, il celibato sacerdotale.

Ma l’attacco, lo sappiamo, non arriva solo dall’esterno. Al contrario, si salda con quello di chi all’interno della Chiesa persegue la stessa agenda e sta sfruttando allo stesso modo lo scandalo degli abusi. Basta dare uno sguardo alla stampa cattolica “ufficiale” e alle analisi dei “guardiani della rivoluzione” per capire dove si vuole andare a parare.