Ci salveranno i vescovi africani
Il cardinale tedesco Reinhard Marx ammette "momenti di tensione e di grande effervescenza" ma è convinto che ci sia una apertura su coppie irregolari e omosessuali dalla quale non si può tornare indietro. Dura reazione degli africani, pubblicamente elogiati dall'arcivescovo di New York, Timothy Dolan.
Il giorno dopo lo scontro sulla pubblicazione delle relazioni dei circoli minori, al briefing dell’ora di pranzo in sala stampa vaticana si presenta il cardinale Reinhard Marx, arcivescovo di Monaco e presidente della conferenza episcopale tedesca. È lui che ammette che si sono registrati “momenti di tensione e di grande effervescenza” nel corso del confronto: “Si fanno due passi avanti e uno dietro, ma si va avanti”. E ha riconosciuto che i punti di vista, tra i padri, sono diversi.
D’altronde, anche il cardinale Godfried Danneels, arcivescovo emerito di Bruxelles e da decenni capofila della corrente progressista, aveva osservato che le posizioni dell’Europa occidentale non corrispondono a quelle dell’Africa e dell’America latina. Marx sposa in pieno le tesi esposte nel concistoro di febbraio dal connazionale Walter Kasper, spiega che con lui c’è la maggioranza dei vescovi tedeschi e aggiunge che la questione del riaccostamento dei divorziati risposati ai sacramenti è un tema “molto sentito in Germania, dove se ne discute da ben prima che Francesco fosse eletto”.
Ancora più netto, l’arcivescovo di Monaco si è mostrato sull’apertura alle coppie omosessuali: “Non possiamo dire che se uno è omosessuale non può vivere il Vangelo. E’ impensabile”. Ciò che serve è “accompagnamento spirituale per tutti”. Se la realtà presenta “una relazione omosessuale fedele per trent’anni, non si può dire che non è niente”. Certo, ha detto, “non è tutto a posto”, ma non si può ragionare come se tutto fosse “o bianco o nero”. Questa, ha spiegato Marx, è la pastorale. “L’esclusione non è la lingua della chiesa”, non si possono bollare le persone come fossero “cristiani di prima, seconda o terza classe”. Ciò che è necessario fare è “prendere sul serio le situazioni delle persone, riconoscendo ciò che c’è di evangelicamente buono anche laddove non c’è la sacramentalità della relazione”.
Il Papa, ha chiosato il presidente dei vescovi tedeschi, “non ha convocato due sinodi per ripetere ciò che era stato già detto, ma per dare un nuovo impulso alla pastorale familiare”. Di più, visto che “il magistero della chiesa si può ovviamente cambiare, visto che non è una raccolta statica di frasi”. Il presidente dei vescovi francesi, mons. Georges Pontier, prevede che la Relatio Synodi sarà approvata dalla maggioranza dei padri, anche se sono possibili divergenze su qualche paragrafo. Marx, a ogni modo, premette che il testo finale mostrerà sì la volontà di “trovare un cammino comune”, ma sarà necessario sviluppare ulteriormente i temi dibattuti in queste due settimane.
Il cardinale Timothy Dolan, arcivescovo di New York, ha pubblicato sul proprio blog un post in cui loda il contributo dei padri sinodali africani alla discussione in Aula: “Loro ci dicono che non sta scritto da nessuna parte che dobbiamo essere popolari. Ciò che dobbiamo fare è presentare la verità e invitare la gente ad abbracciarla”.
Oggi sarà diffuso il Messaggio steso dal cardinale Gianfranco Ravasi, mentre nel pomeriggio si terrà la votazione sulla Relatio. Il testo completo, ha confermato padre Federico Lombardi, sarà con ogni probabilità pronto per l’inizio della prossima settimana. La Relatio Synodi fungerà da documento preparatorio all’assemblea ordinaria del prossimo anno e sarà discussa nelle diocesi.