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DOPO LUPI I BLACK BLOC

Chi tocca il Rolex muore. L'orologio che porta jella a Renzi

I black bloc figli di papà con il Rolex al polso? Le frasi del premier e del ministro Alfano hanno scatenato le ire del prestigioso marchio del lusso, offeso per l'indebito accostamento. L'ad di Rolex ha inviato una lettera di protesta al governo: dopo la tragedia della devastazione milanese, la farsa svizzera. 

Politica 07_05_2015
il marchio Rolex

I black bloc con il Rolex al polso? Le tute nere con la maschera antigas e sopra la felpa (l’Avvocato lo portava sopra il polsino della sua botton down), un fiammante Oyster perpetual da 12mila euro di base, o l’intramontabile Submarimer, oppure l’esclusivo Daytona in oro rosa? Bestemmia, anzi di più: diffamazione a mezzo stampa e a Camere riunite, vigliacco tentativo di gettare fango su un marchio che è l’orgoglio della Svizzera delle pendole a cucù. Se è vero che gli orologi fermi segnano l’ora esatta due volte al giorno, anche al dottor Gianpaolo Marini, amministratore delegato e rappresentante in terra della multinazionale delle lancette, il senso dell’humour deve essersi bloccato a ore 00.

Il dottore ha scritto una lettera infuriata al premier e al ministro degli Interni per protestare contro l’associazione della reverendissima casa con i violenti che hanno messo a ferro e fuoco Milano. Alfano, infatti, aveva detto che i responsabili erano «farabutti con il cappuccio e figli di papà con il Rolex»; due giorni dopo anche Matteo Renzi tuonava: «agli amici del Pd di Milano dico grazie: mentre quelli col Rolex andavano a distruggere le vetrine loro si sono messi a pulirle». Tutta colpa di una foto che mostrava una manifestante vestita di nero usare una bomboletta spray con al polso un orologio che pareva un Rolex. Pareva, ma ciò è bastato per mandare in bestia l’amministratore delegato, offeso per l’ingiusta associazione dell’azienda ai violenti e anche per la scelta di scrivere Rolex in minuscolo. Già, c’è anche questo particolare nella vibrata lettera di protesta inviata al governo e pubblicata a pagamento su tutti i giornali nazionali.

Dopo aver ricordato che Rolex «è uno dei primi dieci brand per riconoscimento a livello mondiale», il piccato Marini ricorda a premier e ministro che «il suo utilizzo in caratteri minuscoli e in forma sostantiva generica non corrisponde a correttezza ed è suscettibile di diluire e pregiudicare il suo valore e la sua distintività». Insomma, oltre al danno pure la beffa. Quella cioè di ”diluire” (ipse scripsit) il prestigioso marchio e di vergarlo tutto minuscolo, confondendolo con un Pryngeps qualunque o un Casio digitale a batteria.

Eh no, noblesse oblige e mica per niente nel marchio c’è la caratteristica corona a 5 punte. Così il Marini, oltre alla lettera, si è sentito pure obbligato a comprare una paginata su tutti i principali quotidiani per ribadire che gli orologi della Rolex sono sì macchine del tempo, ma dentro rotelline e bilancieri scorre purissimo sangue blu. Ultra concentrato, come il Last al limone per piatti, e che soprattutto la griffe ha la “R” maiuscola. Eh perbacco, basta diluire e annacquare: 'sti svizzerotti son mica qui a smacchiare l’Avis.

Roba da ridere, se non dimostrasse a qual livello di arrogante comicità sono arrivati questi signori del lusso e del brand sciccoso e onnipotente. Associare, anche metaforicamente, il loro marchio a qualcosa di disdicevole e brutto come i casseurs e i farabutti vestiti di nero è un attentato all’economia mondiale, e non sono disposti ad accettare il gioco dei paradossi. Ma è grottesco che il manager se la prenda con Renzi ed Alfano, dato che la foto è stata pubblicata dai giornali sotto il titolo: bamboccioni violenti con il rolex, (con “r” minuscola).  Si voleva solo dire che quei figli di papà fanno le barricate con i mobili altrui, tirano le molotov, ma poi nascondono i polsi perché sotto hanno la sveglia da migliaia di euro. Renzi e Alfano hanno solo ripetuto quel che hanno letto, ma il copyright mica era loro. Ai direttori dei giornali, mister Marini avrebbe dovuto mandare la sua incazzosa lettera, pretendendo la “rettifica istituzionale”, non al governo.

Invece, al premier e al ministro le bacchettate, mentre i quotidiani si sono pure beccati i quattrini delle costose inserzioni. Strano modo di ragionare e difendere il buon nome degli aristocratici orologiai svizzeri. Pure il sospetto, adombrato dal Marini, che l’orologino che fa capolino dalla tuta nera sia solo un tarocco da pochi euro, sa tanto di ridolini. Probabile il falso, e allora? Se nella foto, al posto dell’antagonista violento ci fosse stato, per esempio, un narcotrafficante in doppio petto e panama, o un boss camorrista, di quelli che portano catenazzi d’oro sul petto villoso, nessuno avrebbe messo in dubbio l’autenticità del gioiello. Meglio lorsignori degli imbecilli sfascia vetrine? Come accade per altri prodotti famosi, i Rolex vengono spesso contraffatti e venduti illegalmente per strada e in alcuni siti internet e pure questa massiccia diffusione di copie contraffatte potrebbe essere considerata in qualche modo un titolo di vanto. Ma occorre avere un po’ più di esprit di finesse e un po’ meno di tacchinesca vanteria per notarlo. 

Ora, dopo la rottura delle relazioni diplomatiche tra Palazzo Chigi e la potentissima Rolex, trema anche Roberto Saviano. Lo scrittore ha bollato i devastatori di Milano come «figli di papà con le Nike» e teme che la multinazionale americana stia preparando querele e paginate a pagamento per smentirlo. Costringendolo infine a precisare che ai piedi dei signorini black bloc c’erano solo scarpe da ginnastica made in China. Via, dottor Marini si rilassi e sorrida un po’: già per un Rolex regalato al figlio, il ministro Lupi perse la cappa e pure la sedia. Adesso lei mica pretenderà le teste di tutto il consiglio dei ministri.  Una cosa comunque è certa: i suoi preziossimi orologi, “diluiti” o meno, portano una jella oncentrata al governo. E questo non fa bene al brand.