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LA NUOVA PANDEMIA

Capodanno col virus, la Cina davanti al problema igiene

Inizia il nuovo anno cinese, con festeggiamenti ridotti a causa della diffusione del nuovo virus che replica la SARS del 2002-2003. Non è un caso che la Cina sia sorgente di questi virus perché alla crescita economica non è seguita una crescita sociale, soprattutto dal punto di vista igienico e del contatto animali-umani.

Editoriali 25_01_2020
Controlli in tutti gli aeroporti per il virus cinese

Oggi 25 gennaio iniziano i festeggiamenti per il capodanno cinese, l’inizio dell’anno lunare. Inizia l’anno del topo, il primo segno dello zodiaco cinese. Parliamo di festeggiamenti, anche se in realtà non sarò proprio così, come tutti coloro che seguono le notizie possono immaginare. Infatti, come tutti sappiamo, un nuovo misterioso virus, originato in un mercato nella città di Wuhan, sta causando morti e centinaia (se non migliaia) di malati in tante parti della Cina e adesso anche al di fuori della grande nazione asiatica. Questo virus, o meglio coronavirus 2019-nCoV, ci fa ricordare quello che la Cina dovette soffrire nel 2002 e 2003 a causa di un altro virus mortale come quello della SARS (Severe Acute Respiratory Syndrome) in cui morirono circa 800 persone e che fu anche originato nella Cina stessa. 

Perché la Cina è sorgente di questi virus? Perché alla crescita economica, innegabile, non è sempre seguita una crescita sociale, culturale, specie nella cultura della salvaguardia dell’igiene in certe aree del paese. Infatti, esistono ancora questi mercati in cui vengono venduti animali vivi di ogni tipo per essere mangiati, inclusi i serpenti che sembrano essere la fonte di trasmissione all’uomo di questo specifico coronavirus (si chiama così per la forma a corona). Sembra che i serpenti abbiano contratto il virus dai pipistrelli. Insomma, la Cina e alcune parti dell’Africa si confermano come luoghi di elezione (tristemente) per lo sviluppo di alcuni pericolosissimi virus. 

La situazione è attualmente in evoluzione, ma sappiamo già che il virus ha varcato la Cina (che registra casi anche a Macao e Hong Kong) per approdare, al di fuori dell’Asia, negli Stati Uniti, in Scozia e in Francia. Al tempo della SARS, uno dei problemi più grandi era superare la reticenza delle autorità cinesi nel rivelare i veri dati dell’epidemia. La fiducia nei confronti della Cina fu messa a dura prova. La commissione affari politici e legali della Cina, proprio per questo ha detto in questi giorni: “Chiunque ponga la faccia dei politici davanti agli interessi del popolo, sarà considerato il peccatore del millennio per il partito e per il popolo. (…) Chiunque deliberatamente ritardi e nasconda notizie sui casi di contagio contro i suoi stessi interessi sarà inchiodato al pilastro della vergogna per l’eternità”.

Tornando al capodanno, alcune città hanno annullato i festeggiamenti: naturalmente Wuhan, ma anche Pechino e Macao; in Hong Kong le misure restrittive si riferiscono ovviamente anche al clima di sollevazione sociale causato dalle recenti proteste, ancora in corso. Ricordiamo che il capodanno cinese è occasione per una delle migrazioni più massicce a livello mondiale, in quanto sono milioni e milioni i cinesi che viaggiano per raggiungere le proprie famiglie per festeggiare questa ricorrenza. Quindi si può immaginare, in una situazione in cui si è sotto la minaccia di un virus quasi sconosciuto, come questo possa essere fonte di un pericolo di incalcolabile portata.

Il clima di sfiducia, di sospetto, di denuncia sul fatto che le cifre di malati e decessi possano essere molto più alte non abbandona la stampa occidentale e anche quella cinese, perlomeno di quella parte della Cina in cui è possibile ancora esprimere opinioni scomode senza temere ritorsioni. Essendo la situazione in evoluzione e sotto esame della World Health Organization, si auspica che presto si possano affrontare i grandi problemi sanitari sollevati da questa ultima crisi, incluso affrontare alla radice i problemi igienici che portano allo sviluppo di situazioni simili.