LAICISMO
Calciatrici a capo coperto? Se è per fede non si può
Punite con l'esclusione dalle Olimpiade le atlete iraniane. Ma 20 anni fa Florence Griffith vinceva in atletica con lo stesso copricapo.
Attualità
09_06_2011
Le regole della Fifa non solo impongono ai calciatori di giocare a capo scoperto, ma vietano anche di indossare qualsiasi indumento o simbolo che rimandi a slogan politici o a precetti religiosi. Le ragazze iraniane non se la sono sentita di disubbidire alla loro religione che vieta di mostrare in pubblico il proprio corpo, capelli inclusi, e hanno abbandonato in lacrime lo stadio. La Fifa le ha squalificate e ha assegnato la vittoria a tavolino per 3 a 0 alla Giordania. La sconfitta ha determinato l'esclusione dalle Olimpiadi del team femminile iraniano e ciò ha provocato la rabbia e la delusione delle calciatrici.
Non è bastato neanche abbandonare il classico velo e sostituirlo con una tenuta moderna e sportiva capace di coprire il corpo fino al collo e nascondere i capelli con un copricapo alla moda, già ribattezzato dalla stampa internazionale «lo hijab delle donne sportive». Il Presidente Mahmoud Ahmadinejad, nel corso di una conferenza stampa a Teheran ha affermato: "Ho ordinato di seguire la questione. Noi affronteremo seriamente la decisione presa da dittatori che della democrazia indossano solo l'abito", ha tuonato il presidente.
Sembrano passati secoli, invece che due decenni, da quando tutti ammiravano, senza neanche immaginare alcuno dei problemi attuali, i record del mondo di velocità dei 100 metri femminili realizzati da Florence Griffith Joyner, soprannominata all’epoca “Flo-Jo”, indossando strani body da gara dai colori appariscenti con il cappuccio aerodinamico.
All’epoca il laicismo non aveva permeato capillarmente gran parte delle istituzioni ed ambiti occidentali facendo divenire l’opposizione a chi mostra la propria fede l’unica certezza di un sistema fondato sull’indivdlualismo e relativismo. Per i relativisti e materialisti attuali diventa invece fondamentale la differenza tra un cappuccio indossato per aerodinamica oppure per motivi religiosi. Nel primo caso la scelta è permessa in quanto rientra nella visione dell’utilitarismo, nel secondo invece diviene inutile, quindi incomprensibile, ostentazione che oltraggia la libertà altrui.
Se una libertà va limitata è quella del reazionario credente: va difesa la diffusione di un’anticultura laicista simboloclasta che porti ad un mondo in cui tutti debbono essere persuasi e convinti che i bisogni dell’uomo possono essere soddisfatti dalla sola presenza di stadi e centri commerciali. Le uniche nuove costruzioni che danno forma architettonica ai nuovi valori di riferimento.
Solo una società che perde la propria identità può aver “paura” del velo indossato da una squadra di calcio. In tale contesto il vuoto lasciato dai valori condivisi viene camuffato da divieti inutili. Comportamento analogo a quello di un capo che diviene inutilmente autoritario quando l’organizzazione si sfalda e le persone perdono motivazione non essendoci uno scopo condiviso. Un segno di inquietudine e debolezza più che di serenità e forza.