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L’OMELIA DEL CARDINALE

Burke: «Dobbiamo pregare per crescere nell'amore di Cristo»

«L’anima umile riconosce la sua inadeguatezza alla chiamata ricevuta da Dio, e, allo stesso tempo, riconosce la grazia, anche ricevuta da Dio, che la fa capace di fare cose che non potrebbe mai fare da se stessa». «Per noi, c’è una sola cosa che conta: restare fedeli e generosi nell’adempire la nostra missione nella Chiesa, con fiducia nelle promesse del Signore». Dall’omelia pronunciata dal cardinale Burke durante la Santa Messa per la Giornata della Bussola di domenica 6 ottobre, presso la Comunità Shalom-Regina della Pace, a Palazzolo sull’Oglio.

Ecclesia 09_10_2019

Ab 1, 2-3; 2, 2-4

Sal 94 [95]

2 Tm 1, 6-8. 13-14

Lc 17, 5-10


Omelia

Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.

Il Vangelo e gli altri testi dalle Sacre Scritture di oggi ci insegnano l’umiltà che deve informare la vita di ciascuno di noi quali veri figli di Dio, templi dello Spirito Santo. È l’umiltà che pone la piena fiducia in Dio e nella Sua Parola trasmessaci fedelmente tramite l’insegnamento della Chiesa. Ricordiamo la Parola di Dio indirizzata a noi per mezzo del Profeta Abacuc. Abacuc si lamentò con il Signore perché l’empio domina su chi è giusto, implorando: “Fino a quando, Signore, implorerò aiuto e non ascolti, a te alzerò il grido: «Violenza!» e non salvi?”[1].

Il Signore, concedendo a lui una visione della vittoria finale della verità e della giustizia, gli assicura la salvezza:

Scrivi la visione e incidila bene sulle tavolette, perché la si legga speditamente. È una visione che attesta un termine, parla di una scadenza e non mente; se indugia, attendila, perché certo verrà e non tarderà. Ecco, soccombe colui che non ha l’animo retto, mentre il giusto vivrà per la sua fede[2].

Nell’obbedienza alla Parola di Dio, come ci è insegnata nella Chiesa, non lasciamo la via del Signore in quei tempi quando la Sua parola è difficile a capire e seguire. Invece, come san Paolo ammonisce Timoteo, ci teniamo saldi ai “sani insegnamenti,” e salvaguardiamo, “mediante lo Spirito Santo che abita in noi, il bene prezioso che [ci] è stato affidato”[3]. Questo “bene prezioso”, nel linguaggio classico della Chiesa, si chiama “il deposito della fede”, depositum Fidei, quell’insieme dell’insegnamento vivo del Signore trasmessoci lungo i secoli dal tempo degli Apostoli.

L’anima umile riconosce la sua inadeguatezza alla chiamata ricevuta da Dio, e, allo stesso tempo, riconosce la grazia, anche ricevuta da Dio, che la fa capace di fare cose che non potrebbe mai fare da se stessa. L’anima umile non si soddisfa con il bene già fatto, ma si sforza ad essere sempre più generosa nel servizio del Signore e del prossimo. Quando gli Apostoli chiedevano un aumento della loro fede, il Signore assicurava loro:

Se aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a questo gelso: “Sràdicati e vai a piantarti nel mare”, ed esso vi obbedirebbe[4].

L’umiltà ci permette di avere assoluta fiducia nel Signore e nelle Sue promesse, specialmente quando tutto sembra andare male, quando gli empi sembrano prosperare in assoluto, mentre i giusti sembrano soffrire senza sollievo dal Signore.

Non dobbiamo mai lamentarci o cadere nell’autocommiserazione. Quando abbiamo fatto tutto quello di cui siamo capaci per affrontare il male, dobbiamo lasciare il resto nelle mani di Dio ed andare avanti con gioia, come dice san Paolo, essendo lieti “nelle sofferenze” e nel dare “compimento a ciò che, dei patimenti di Cristo, manca nella [nostra] carne, a favore del suo corpo che è la Chiesa”[5].

Il Signore indica ai Suoi discepoli quale deve essere il loro atteggiamento:

Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: “Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare”[6].

Quali discepoli di Cristo, Nostro Signore, la nostra ispirazione e forza viene dallo Spirito Santo che ci fa capaci di essere araldi e strumenti della salvezza eterna, dell’opera salvatrice di Dio nella Chiesa. Perciò, non adagiamoci sugli allori, ma sforziamoci di essere sempre più pienamente obbedienti alle ispirazioni dello Spirito Santo.

La situazione odierna nel mondo e la grave crisi in cui versa la Chiesa, rendendola debolissima nella testimonianza di Cristo nel mondo, può facilmente indurci a dubitare sulla Provvidenza Divina a lavoro anche in queste circostanze difficili, ed a cedere allo scoraggiamento e all’autocommiserazione. Infatti, la principale tentazione del Maligno, “il padre della menzogna”[7], è lo scoraggiamento, il mettere tutta la fiducia in noi stessi e nei nostri lavori, invece di lavorare contenti di essere cooperatori di Cristo, Nostro Signore, “collaboratori della verità”[8].

Per noi, c’è una sola cosa che conta: restare fedeli e generosi nell’adempire la nostra missione nella Chiesa, con fiducia nelle promesse del Signore:

Non spetta a voi conoscere tempi o momenti che il Padre ha riservato al suo potere, ma riceverete la forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi, e di me sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria e fino ai confini della terra[9].

Non perdiamo tempo ed energia, lamentandoci delle difficoltà che affrontiamo, ma dedichiamoci di nuovo alla missione.

Oggi, preghiamo specialmente per l’apostolato della Nuova Bussola Quotidiana, perché continui ad essere un fedele ed efficace araldo e messaggero della verità. Preghiamo che il suo lavoro di diffondere la vera Fede possa servire sempre più fedeli e più uomini di buona volontà. Preghiamo anche perché la nostra riunione di oggi sia l’occasione per tutti noi di crescere nell’amore di Cristo e della Sua Parola salvifica, e nel coraggio di testimoniare Lui in ogni nostro pensiero, parola e azione. Che meditiamo ogni giorno sulla Parola del Signore, cosicché possiamo proclamare la verità agli altri, accettandola in umile obbedienza allo Spirito Santo.

Adesso eleviamo i nostri cuori al glorioso, trapassato ed eucaristico Cuore di Gesù. Adesso, Egli rinnoverà sacramentalmente il Suo Sacrificio sul Calvario per la nostra eterna salvezza. Con umiltà, con piena fiducia nel Signore e le Sue promesse, uniamo i nostri cuori al Suo Cuore nel Sacrificio Eucaristico, cosicché, purificati dal peccato ed animati dall’amore divino, possiamo dare una testimonianza limpida e coraggiosa a Lui nel mondo, lieti di soffrire con Lui per la salvezza del mondo[10].

Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.


Raymond Leo Cardinal Burke

 

[1] Ab 1, 2.

[2] Ab 2, 2-4.

[3] 2 Tm 1, 13-14.

[4] Lc 17, 6.

[5] Col 1, 24.

[6] Lc 17, 10.

[7] Gv 8, 44

[8] 3 Gv 8.

[9] At 1, 7-8.

[10] Cf. 2 Tm 1, 8.