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INTERVISTA AL CARDINALE

Burke a 360°:correzione, dubia e ordine di Malta

Infovaticana intervista il porporato. Dubia e correzione? «Prima i cardinali dovrebbero parlare al Santo Padre per dirgli che il problema è così grave che dobbiamo correggerlo e io ho fiducia che il Papa risponderà»; Malta? «Sono stato estromesso»; «La Cdf dovrebbe intervenire col generale dei Gesuiti».

Ecclesia 12_04_2017
Il card Leo Burke

Il cardinale Raymond Leo Burke, Patrono dell’Ordine di Malta, ex Prefetto della Segnatura Apostolica e uno dei quattro cardinali dei Dubia, ha rilasciato una lunga intervista a Gabriel Ariza, pubblicata da Infovaticana. Moltissimi i temi trattati: dai Dubia alla presenza di esponenti discutibili al convegno organizzato dall’Accademia delle Scienze, alle dichiarazioni sui Vangeli dei Preposito Generale dei gesuiti, dall’Ordine di Malta alle dichiarazioni del card. Ravasi sui massoni. Ne abbiamo tradotto qualche brano.

Per quello che riguarda i suoi rapporti con l’amministrazione Trump, l’intervistatore ha chiesto:

Jason Horowitz ha detto al New York Times che lei ha avuto un incontro con Stephen K. Bannon. E’ accaduto realmente o una fake news?

“Mi dicono che me l’hanno presentato anni fa, ma di sicuro non abbiamo avuto un incontro all’epoca. In realtà non mi ricordo di averlo incontrato. Mi dicono che me lo hanno presentato, ma per essere onesti, non mi ricordo che faccia abbia…non ho mai avuto un incontro con lui”.

Così lei non ha un legame con l’amministrazione Trump…

“No, non ce l’ho”.

I Dubia. Quale è stata la principale ragione per cui voi quattro cardinali avete reso pubblici i dubia? 

“Perché c’è così tanta confusione nella Chiesa sui temi fondamentali che sono definiti per ciò che riguarda il male morale intrinseco, per ciò che riguarda la Santa Comunione e la giusta disposizione per ricevere la Santa Comunione e per ciò che riguarda l’indissolubilità del matrimonio. C’è così tanta confusione che noi, per prima cosa, abbiamo chiesto al Santo Padre per favore di chiarire queste questioni. Abbiamo limitato la nostra richiesta a quelle quattro questioni nei Dubia. Quando non c’è stata nessuna risposta, poiché molte persone ci dicevano: ‘Perché voi cardinali non fate il vostro dovere e insegnate con chiarezza su questi temi?’ abbiamo capito che dovevamo far sapere alla gente dei Dubia. Sì, stiamo facendo del nostro meglio, stiamo cercando di ottenere dal Santo Padre la direttiva di cui la Chiesa ha bisogno proprio ora. Perché c’è una confusione molto pericolosa e anche, con la confusione, vengono le divisioni”.

E ha continuato: “Preti contro preti e disaccordo fra cattolici intorno alla possibilità di ricevere i sacramenti se vivi in un legame matrimoniale che non è valido. Troviamo disaccordo persino fra i vescovi, e questo non dovrebbe succedere….questo non è per il bene della Chiesa”.

Perché solo quattro cardinali hanno firmato i Dubia?

“Le posso dire che ci sono più di quattro cardinali che appoggiamo i Dubia, ma per varie ragioni non vogliono dirlo pubblicamente. I quattro cardinali che hanno firmato i Dubia semplicemente sapevano che era il loro dovere, senza pensare che fosse necessario un certo numero di cardinali con noi. Noi quattro sapevamo che dovevamo farlo, e l’abbiamo fatto”.

Così avete l’appoggio privato di altri cardinali?

“Sì”.

Che cosa risponderebbe a chi dice che state sfidando il Papa?

“Che non c’è nessuna sfida di nessun tipo. In realtà l’uso di sottoporre Dubia o problemi al Papa è una pratica molto antica nella Chiesa, e il documento mostrava rispetto per il Papa che sta guidando la Chiesa in un momento critico o in un tempo di confusione o in un tempo persino di errore. Così, se lei legge i Dubia, vedrà che siamo molto rispettosi. Non accusiamo il Santo Padre di nulla. Gli chiediamo semplicemente per il bene della Chiesa di chiarire questi problemi”.

Lei ha parlato di qualche precedente di correzione formale del Papa nella storia della Chiesa….

“Penso per esempio a papa Giovanni XXII che stava insegnando in maniera erronea sulla Visione Beatifica. Alcuni vescovi e teologi glielo fecero notare. Dapprima ha resistito alla loro correzione, ma dopo, prima che morisse, ha ritrattato e ha detto di essere in errore”.

“Ci sono altri casi simili nella storia della Chiesa. Alcuni riguardano questioni pratiche di importanza, persino l’amministrazione dei beni temporali. Per esempio, cardinali che sono andati dal santo padre e gli hanno detto: ‘Secondo il nostro giudizio lei non sta amministrando bene i beni della Chiesa’, e il Papa allora si è corretto”.

Pensa che ci sarà una correzione formale di papa Francesco?

“Questo non è ancora chiaro. Parlando normalmente, prima di compiere quel passo, i cardinali dovrebbero parlare personalmente al Santo Padre per dirgli: ‘Santo Padre, il problema è così grave che dobbiamo correggerlo, e io ho fiducia che il Papa in quel momento risponderà’”.

Non pensa che nell’intervista a Il Timone il card. M?ller abbia risposto ai Dubia

“Credo di sì. Di sicuro ciò riguarda molto l’intera discussione, e rende molto chiaro che cosa la Chiesa insegna in questo campo. Io credo sia così, ma non lo so, dal momento che non ho parlato con il card. M?ller, che l’intervista sia uno sforzo pastorale, da parte sua, di presentare chiaramente il magistero della Chiesa”.

Ma il Papa non ha ancora risposto.

“Per quanto ne so non a me, e non credo neanche agli altri tre cardinali. Non credo che abbia dato nessuna risposta”.

E la correzione formale?

“Realmente non posso parlarne perché è una questione che deve essere affrontata con grande rispetto e delicatezza. E non voglio suggerire una data che potrebbe in qualche modo danneggiare la gestione del problema o potrebbe sembrare poco rispettosa verso chiunque vi fosse implicato”.

Prima e dopo aver pubblicato i Dubia  siete stati in contatto con il papa emerito?  

“No, non gli ho mai parlato dei Dubia”.

Per quanto riguarda la crisi nell’Ordine di Malta il cardinale Burke ha fatto capire di esserne totalmente estromesso: “Per il momento sono completamente rimosso da ogni implicazione con l’Ordine di Malta. Mantengo il titolo di Cardinale Patrono, ma il Papa ha reso chiaro che la sola persona che può trattare le questioni dell’Ordine di Malta a nome del Santo Padre è l’arcivescovo Becciu”.

Il porporato afferma che il Papa nella sua lettera del 1° dicembre gli manifestava “serie preoccupazioni”, che sembravano “certamente giustificate”, e che la nuova leadership dovrà rispondere a queste preoccupazioni. Per quanto riguarda infiltrazioni massoniche nell’Ordine, Burke ha risposto: “Il Papa è stato molto chiaro con me su questo, che un massone non può essere membro dell’Ordine. E così, mi ha detto, se ci sono cavalieri che continuano a essere membri della Massoneria, devono essere espulsi. Così stavo lavorando in questo senso, sì”.

Sulla commissione nominata dal Vaticano per indagare, e accusata di conflitto di interesse, in relazione a una importante donazione, il cardinale ha risposto: “Questo affare deve essere chiarito bene. Perché per ogni persona dotata di senso comune c’è qualche cosa di molto strano che sta succedendo. Per quanto riguarda questa grande donazione, una parte della quale almeno fu lasciata all’Ordine di Malta, non è completamente chiaro chi sia il donatore, quale sia la natura esatta del lascito, come deve essere amministrato, e questo non è giusto. Questi aspetti devono essere chiariti. E poi era molto strano che le tre persone direttamente coinvolte nell’affare del lascito dato all’Ordine debbano esse il cosiddetto ‘gruppo’ che ha investigato l’intera questione dell’espulsione del Gran Cancelliere e che ha raccomandato la sua riammissione”.

Il fratello di Von Boeselager è stato nominato allo IOR…

“Albrecht von Boeselager, il Gran Cancelliere, ha rifiutato di dimettersi ed è stato espulso. Pochi giorni dopo suo fratello Georg von Boeselager è stato nominato nella Commissione di Controllo dello IOR. Sembra strano”.

Dopo la nomina di Becciu, quale è il suo ruolo nell’organizzazione?

“Non ho nessun ruolo. Ho un titolo, ma nessuna funzione”.

Tutta la vicenda dell’Ordine di Malta non appare chiara neanche a qualcuno, come Burke, che la viveva in prima persona. Era lui il principale obiettivo di questa crisi: “Non lo so. Tutto lo sviluppo è così strano che mi è difficile capire quale fosse l’obiettivo finale. Certo, una cosa è chiara, che la ripresa in carica del Gran Cancelliere era un obiettivo principale. Se questo comportasse anche la mia rimozione da Cardinale Patrono non lo so”.

Richiesto di un giudizio sulle sue relazioni con il Papa, il porporato ha risposto:

“Non gli ho parlato dall’incontro che abbiamo avuto a Novembre l’anno scorso. L’ho salutato dopo l’incontro con il Collegio dei Cardinali e la Curia Romana prima di Natale, ma non gli ho parlato, e non mi ha dato udienza. Così non so che cosa pensa”.

Lei ha chiesto un’udienza?

“Sì”.

Per quanto riguarda le dichiarazioni del Preposito Generale dei gesuiti, sulla parole di Gesù e sui Vangeli, Burke ha detto:

“Questo è completamente sbagliato. In realtà trovo incredibile che possa aver fatto questo tipo di dichiarazioni. Anche esse devono essere corrette. E’ irragionevole pensare che le parole del Vangelo, che sono parole che dopo secoli di studio sono state riconosciute come le espressioni dirette di Nostro Signore, ora non sono le parole di Nostro Signore perché non erano registrate. Non riesco a comprenderlo”.

Il porporato ha suggerito che la Congregazione per la Dottrina della Fede si faccia carico di questo compito.