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UE

Brexit: fra Johnson e la Merkel è dialogo fra sordi

Il negoziato per un accordo in extremis (la scadenza è il 31 ottobre) sulla Brexit potrebbe essere morto prima ancora di iniziare. Lo hanno dichiarato fonti del governo britannico alla BBC, ieri mattina, dopo una conversazione telefonica riservata fra il premier Boris Johnson e la cancelliera tedesca Angela Merkel.

Esteri 09_10_2019
Boris Johnson e Angela Merkel

Il negoziato per un accordo in extremis (la scadenza è il 31 ottobre) sulla Brexit potrebbe essere morto prima ancora di iniziare. Lo hanno dichiarato fonti del governo britannico alla BBC, ieri mattina, dopo una conversazione telefonica riservata fra il premier Boris Johnson e la cancelliera tedesca Angela Merkel. Johnson aveva annunciato lunedì un piano di compromesso, con una soluzione per la questione irlandese. A detta della Merkel, questa proposta è irricevibile. E dunque un accordo sarà “estremamente improbabile”, per usare i termini della Merkel, o “essenzialmente impossibile”, secondo Johnson.

E’ sempre possibile che anche questi annunci, mai formalizzati, mai pubblici, affidati a portavoce anonimi con dichiarazioni a microfono spento, siano essi stessi parte di una tattica negoziale. Le premesse, comunque, non fanno ben sperare. Il piano annunciato da Johnson prevedeva che l’Irlanda del Nord rimanesse nelle regole del Mercato comune europeo e però uscisse dall’Unione doganale, assieme al resto del Regno Unito. L’uscita dall’Unione doganale implica la restaurazione di una frontiera “rigida” (controllata) fra Irlanda del Nord e Repubblica di Irlanda, unica frontiera di terra del Regno Unito. Ed è questo che si voleva evitare a tutti i costi, perché è solo l’assenza di una frontiera fra le due parti dell’Irlanda che aveva permesso gli Accordi del Venerdì Santo del 1998, che posero fine a un trentennio di guerra civile.

Per ovviare al problema, la soluzione di compromesso proposta da Johnson consisteva nella “frontiera elettronica”: essendo ancora nella legislazione commerciale dell’Ue, le merci provenienti dall’Irlanda del Nord non avrebbero necessitato molti controlli. Sarebbe bastata una dichiarazione online. Non ci sarebbero stati posti di blocco al confine, dunque, ma solo controlli a campione in strutture presso le aziende importatrici. La seconda parte del problema riguarda lo scambio fra Irlanda del Nord e resto del Regno Unito, poiché, anche in base a questa proposta, l’Irlanda del Nord sarebbe rimasta nel Mercato comune, mentre la Gran Bretagna (Inghilterra, Scozia e Galles) ne sarebbe uscita. Le merci dirette da e per la Gran Bretagna sarebbero state controllate in posti di blocco nei porti nordirlandesi. Di fatto si sarebbe creato un confine fra Irlanda del Nord e Gran Bretagna, quel che gli Unionisti (fedeli a Londra e ago della bilancia di questo governo conservatore) hanno sempre voluto evitare. Per ovviare a questo secondo problema, Johnson ha proposto di rendere temporanea la permanenza nordirlandese nel Mercato comune: solo 4 anni, rinnovabili poi con un voto della locale Assemblea. Gli Unionisti hanno dunque accettato questo compromesso, forse convinti di votare l’uscita dal Mercato comune nel 2023.

Comunque questo piano non è piaciuto, a quanto risulta. Secondo le fonti britanniche la Merkel avrebbe posto come condizione irrinunciabile la permanenza dell’Irlanda del Nord nell’Unione doganale e nel Mercato comune a tempo indeterminato. Di fatto, avrebbe chiesto al Regno Unito di separarsi, con una Irlanda del Nord a tutti gli effetti dentro l’Ue e la Gran Bretagna fuori. E con maggiori possibilità, dunque, di un assorbimento dell’Irlanda del Nord nella Repubblica di Irlanda, che resta un membro dell’Ue. Questa condizione è considerata irricevibile da Johnson, così come lo era ai tempi del governo May, che aveva proposto un altro compromesso (tutto il Regno Unito temporaneamente dentro l’Unione doganale) pur di evitare questa secessione di fatto. Piano, quello della May, che era stato bocciato quattro volte dal Parlamento britannico. Secondo le fonti britanniche, la telefonata di ieri comporterebbe un irrigidimento della posizione tedesca. Se ai tempi del governo May la Merkel era disposta ad accettare il compromesso, adesso non più. Secondo la fonte di parte tedesca, che non vuole rivelare il contenuto della telefonata, “non c’è alcuna nuova posizione tedesca”. In settimana dovrebbe poi avvenire un nuovo incontro fra Johnson e Leo Varadkar, premier irlandese, sulla frontiera comune. Anche in questo caso, si prevede un rifiuto.