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IL CASO

Belgio, l'eutanasia spacca i Fratelli della carità

Ancora sviluppi nella vicenda dell'ordine religioso belga che intende praticare l'eutanasia nelle sue strutture. Dopo l'ultimatum della Santa Sede, con il sostegno del Superiore generale dell'ordine, segnali di ristenza dal Belgio, protagonista anche l'ex presidente del Consiglio europeo Van Rompuy. Si profila lo scioglimento del ramo belga dell'ordine. 

Vita e bioetica 16_08_2017
Herman Van Rompuy

Il braccio di ferro fra i Fratelli della carità – ramo belga – e la Santa Sede, appoggiata dal superiore generale dell’Ordine, in tema di eutanasia continua; e mentre si avvicina la scadenza, la fine di agosto, indicata dal documento approvato dal Pontefice per allinearsi alle direttive vaticane, dal Belgio arrivano segnali di resistenza.

Herman van Rompuy, che ha ricoperto la carica di Presidente del Consiglio Europeo, oltre a quella di premier in Belgio, fa parte del comitato dei Fratelli della Carità che hanno deciso, la primavera scorsa, di applicare l’eutanasia ai loro pazienti nelle case di cura psichiatriche, anche nel caso che non sia in una fase di malattia terminale. Lunedì Herman von Rompuy ha lanciato un messaggio su twitter, in cui, riferendosi al problema in corso, diceva che “il tempo in cui si diceva: Roma locuta, causa finita, è terminato”. Van Rompuy rispondeva alla domanda di un esperto laico di Diritto Canonico, Kurt Martens.

La gravità della situazione è stata sottolineata dal superiore generale dei Fratelli della Carità, René Stockman, che non esclude uno scioglimento dell’ordine in Belgio. “Siamo in uno stadio in cui è difficile fare dei compromessi” ha affermato in un’intervista al quotidiano Tiid. Come è noto René Stockman, non appena il ramo belga dell’ordine ha deciso di praticare l’eutanasia sui suoi pazienti, si è detto contrario, e ha messo in moto una procedura a Roma. L’esito di questa sua iniziativa è stata una lettera – scritta da due Congregazioni romane, con l’avallo del Pontefice – in cui si intima ai Fratelli della Carità belgi di emendare il documento approvato nella primavera scorsa.

Il Consiglio di amministrazione del ramo belga comprende, oltre ai religiosi, alcune personalità laiche, dell’area democristiana. Oltre a Herman von Rompuy, ne fanno parte l’ex senatrice della stessa area Bea Cantillon, e Marcia De Wachter, direttrice della Banca Nazionale. “Rispetto tutti i membri del Consiglio di Amministrazione, ma la maggior parte di essi non ha nessuna esperienza terapeutica”, ha dichiarato Stockman.

Il Superiore generale dell’Ordine pensa che il rischio di una rottura sia notevole. “Se il ramo belga non è disponibile a modficare il testo in modo da farlo aderire alla visione della Chiesa, sarei obbligato, come responsabile, a separare gli istituti di cura -  i quali perderebbero allora la loro identità cattolica – dalla Congregazione dei Fratelli della Carità”. Del Consiglio di Amministrazione dell’ente che gestisce quindici case di assistenza fanno parte tre fratelli religiosi e undici laici.