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TERRORISMO

Battisti arrestato, un successo insperato

Sembrava un miraggio, un traguardo irraggiungibile e invece si è realizzato, per una serie di eventi concatenati: l'ex terrorista rosso Cesare Battisti è stato arrestato mentre era in fuga in Bolivia. Il suo ergastolo, in Italia, inizia oggi stesso. La Lega e il M5S, giustamente, cantano vittoria e intascano il successo. 

Editoriali 14_01_2019
Cesare Battisti arrestato in Bolivia

Sembrava un miraggio, un traguardo irraggiungibile e invece si è realizzato. Non ha opposto resistenza, si era fatto crescere la barba e aveva documenti falsi. Grazie alle informazioni dell’intelligence italiana, la polizia boliviana è arrivata alla cattura del terrorista Cesare Battisti, latitante da 37 anni, condannato all’ergastolo per 4 omicidi commessi negli anni Settanta.

Tramite pedinamenti e telefoni controllati si è arrivati alla cattura. In particolare le autorità hanno collaborato grazie a un sistema di controllo sofisticato su una quindicina tra telefoni, tablet e pc intestati a prestanome che hanno consentito di seguire gli spostamenti dell’ex terrorista. L’ultima localizzazione di Battisti, prima dell’arresto, risaliva a due o tre giorni fa, quando si trovava nei dintorni dell’aeroporto di La Paz. La svolta che ha portato al suo arresto a Santa Cruz, in Bolivia, è arrivata con l'ascesa alla presidenza del Brasile di Jair Bolsonaro che ha promesso di "restituire" il terrorista a Roma come "regalo" per il ministro dell'Interno Matteo Salvini.

A metà dicembre il Supremo tribunale federale (Stf) brasiliano aveva chiesto l'arresto di Battisti "per evitare il pericolo di fuga in vista di un'eventuale estradizione". Un team composto da polizia italiana, Criminalpol e Antiterrorismo aveva rafforzato la collaborazione con i colleghi di Brasilia. Ma Battisti aveva già lasciato il Brasile: a Cananea, sulla costa di San Paolo, dove risiedeva, non lo vedevano da novembre. A metterlo in allarme erano stati, tra l'altro, i continui annunci pubblici della sua imminente cattura. Gli investigatori italiani,  dopo aver circoscritto l'area in cui si trovava Battisti, hanno iniziato a pedinarlo. Prima di intervenire, però, sono state fatte tutte le attività di comparazione e i riscontri visivi possibili fino a quando si è avuta la ragionevole sicurezza che fosse proprio lui. A quel punto sono stati fatti intervenire i poliziotti boliviani, che lo hanno fermato in strada. E lui, come detto, parlando in portoghese, ha subito accettato l’arresto senza opporre resistenza.

Oggi arriverà direttamente da Santa Cruz. Ciò evita la possibilità di nuove richieste da parte dei legali di Battisti, col rischio di un’ulteriore dilatazione dei tempi e di ulteriori incognite. Le reazioni entusiaste dei principali rappresentanti delle istituzioni e del governo non si sono fatte attendere. Sergio Mattarella ha espresso immediatamente soddisfazione e ha auspicato che il latitante venga presto consegnato alla giustizia italiana affinchè possa scontare la sua pena. Il ministro della giustizia, Alfonso Bonafede ha assicurato che sarà così e ha aggiunto che a partire da oggi pomeriggio Battisti sconterà l’ergastolo nel carcere di Rebibbia. Il vicepremier Matteo Salvini ha definito l’arresto di Battisti «una pagina di giustizia sociale, di certezza della pena». «Non è la fine – ha chiarito il leader leghista - ma solo l’inizio di un percorso. Riporteremo in Italia oltre 50 terroristi condannati e latitanti all’estero». Anche le opposizioni hanno manifestato la loro gioia per la cattura di Battisti e hanno ovviamente sottolineato il lavoro svolto dagli esecutivi precedenti.

Ovviamente è assai probabile che questa notizia finisca per rafforzare ulteriormente l’immagine del governo gialloverde presso l’opinione pubblica. Il successo, nell’immaginario collettivo, verrà certamente attribuito all’impegno dell’esecutivo in carica, che, a differenza dei precedenti, è riuscito a stanare il latitante, quando ormai nessuno più ci sperava. Per decenni il caso Battisti è stato un caso politico, prima ancora che giudiziario, e ora è legittimo che Lega e Cinque Stelle cantino vittoria e si intestino lo storico risultato.