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Bassetti battezza il nuovo nemico: il "No richiamo"

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La campagna vaccinale procede a stento, allora il professor Bassetti, non potendo dare la colpa ai no vax, si scaglia contro la maggioranza della popolazione che non ha fatto la quinta dose. Nasce un nuovo nemico: il "No richiamo". 

Attualità 15_12_2023

In uno dei suoi ultimi reels su Instagram, il direttore delle Malattie infettive del San Martino di Genova Matteo Bassetti, è tornato a invitare la popolazione alla vaccinazione anti covid. E fin qui nulla di strano, dato che è quello che fa da due anni a questa parte, diventando celebre per un jingle natalizio piuttosto patetico.

Ha cambiato però la modalità con la quale invogliare i riottosi – tanti – all'inoculo. Prima, come molti suoi colleghi, puntava l’accento sui ricoveri in terapia intensiva che si diceva fossero tutti di non vaccinati. Ricordate il ritornello? «In terapia intensiva ci sono solo no vax! Vaccinatevi». Un refrain al quale neanche Bassetti in passato si è sottratto.

Adesso l’obiettivo cambia perché l’accusa contro i non vaccinati non regge più. E allora si tirano in ballo i non richiamati, una speciale categoria sociale che viene ribattezzata in queste ore e che comprende tutti quei cittadini che non si sono sottoposti alla quarta o alla quinta vaccinazione anti covid che si è svolta nel corso del 2023. Sono questi nella narrazione bassettiana a prendere il posto il posto dei no vax diventando il nuovo nemico da additare alla pubblica indignazione. Praticamente la quasi totalità della popolazione dato che le ultime due campagne vaccinali sono state e sono un fallimento.

Sentiamo le parole di Bassetti: «C’è un aumento nuovamente dei casi Covid nei nostri ospedali ma questo deve farci paura? No, l’identikit tipico di chi finisce in ospedale – ha detto l’infettivologo - sapete qual è? Con una media di 80-85 anni sono coloro i quali non hanno fatto nessuna dose di richiamo, chi in sostanza si è vaccinato oltre due anni fa».

Quali sono i dati di Bassetti? Quelli del suo ospedale. Proporre all'attenzione dell'opinione pubblica un modestissimo target di riferimento, il suo reparto ospedaliero, non è certo indice di quella correttezza scientifica che si vuole spacciare: «Dal 19 ottobre al 10 dicembre – ha detto - ad oggi abbiamo 25 casi di polmonite che hanno fatto tre dosi di vaccino, vale a dire oltre il 77%». Detto diversamente: «Meno del 20% (dei ricoverati ndr.) hanno fatto la quarta dose, la quinta nessuno».

In conclusione: «Abbiamo persone che hanno deciso di vaccinarsi fino al 2022, ma nel 2023 non hanno fatto nessuna dose; quindi, andate a vaccinarvi se volete essere protetti soprattutto nelle vacanze di Natale».

Le parole di Bassetti meritano alcune critiche. Vediamole.

Anzitutto, il professore non tiene volutamente conto che la quasi totalità della popolazione non ha effettuato il quarto richiamo vaccinale. Ne consegue che la percentuale del 77% è legata al fatto che siamo di fronte ad un campione rappresentativo della stragrande maggioranza della popolazione. É normale quindi che i ricoverati siano in maggior numero pazienti che non hanno fatto il richiamo perché più alta è la base di riferimento e pertanto la percentuale è relativamente più elevata.

Bassetti ci dice però che l’altro 23% è di pazienti vaccinati in quarta dose. Dunque, ad essere ricoverati sono solo i pazienti vaccinati? Parrebbe di sì, almeno stando alle sue parole. Di non vaccinati Bassetti non parla nel suo intervento Instagram, non perché non li prende in considerazione come aveva promesso in un suo post di qualche giorno fa, ma proprio perché evidentemente non ce ne sono.

Forse perché i pazienti non vaccinati ormai hanno imparato sulla loro pelle che ai primi sintomi il Covid va aggredito con farmaci antinfiammatori in grado di mettere il corpo in condizione di reagire al virus. Infatti, a proposito di cure, c’è un aspetto che dobbiamo rispolverare e che credevamo sepolto sotto le polemiche della Tachipirina e vigile attesa. Bassetti non ci dice per quale motivo i pazienti non richiamati, ma anche quelli richiamati, siano finiti ad essere ricoverati per covid.

Credevamo che fosse ormai accertato coram populo il concetto che il Covid andasse aggredito subito per evitare le ospedalizzazioni, non sarebbe male se il professore ci dicesse perché questi pazienti sono arrivati in ospedale. Per mancanza di cure precoci o per un aggravamento fisiologico vista l’età?

Il reels di Bassetti, inconsapevolmente, conferma così tre grandi verità.

La prima: i no vax non finiscono in ospedale. Certo, Bassetti ha deciso che non ne avrebbe più parlato e non li avrebbe più messi in croce, ma se ci fosse anche solo un paziente non vaccinato ricoverato nel suo ospedale, state pur certi che la notizia sarebbe stata messa in evidenza. Invece sono spariti magicamente anche dai reparti, probabilmente perché sono spariti dall’infodemia dilagante che li ha oppressi in questi due anni. La caccia al no vax, la colpa al no vax, la croce sul no vax era funzionale negli ospedali perché tenuta viva dalla pressione mediatica. Sparita questa, è scomparsa anche quella.

La seconda: il nuovo nemico è il “No richiamo”, ossia il paziente che ligio ligio si è fatto inoculare tre dosi di vaccino, per poter essere a posto con le regole del gioco, Green pass, consenso sociale, libertà personale, ma il quale senza la pressione esercitata dall’alto, ad esempio una costrizione governativa, è perfettamente in grado di valutare personalmente il rapporto rischi/benefici. E sceglie così di non vaccinarsi.

La campagna vaccinale, così come l’infodemia e la pressione emergenziale, hanno sempre bisogno di additare un nemico all’opinione pubblica su cui scaricare le colpe. È quello che è stato fatto con i cittadini riottosi definiti di volta in volta no mask, no pass, negazionisti, no vax etc…

Questo bisogno di un nemico ora ha portato sul banco della gogna i No richiamo, cioè cittadini perfettamente e regolarmente vaccinati, ma che per i più svariati motivi hanno detto basta. Toccherà a loro fare adesso la parte delle vittime sacrificali? Dal reel di Bassetti sembra di sì, ma si tratta della stragrande maggioranza della popolazione, che ora, in un perverso contrappasso diventano i nemici. Sono nemici tutti coloro che non si vaccinano, compresi quelli che non si ri-vaccinano, pazienza se sono la maggioranza della popolazione. L'adesione all'inoculo è sacra, indubitabile, dev'essere cieca e pronta, fedele e totalizzante.

La terza. Il vaccino ormai non protegge neanche per un anno. A conferma del carattere ancora sperimentale di questo preparato del quale non sappiamo ancora tanti aspetti in ordine non solo alla sicurezza, ma anche all’efficacia. Se ci tocca farlo ogni semestre significa che forse non è un vaccino, ma qualcos’altro.



INTERVISTA

"Virus creato e ora mutato, quarta dose a settembre un'assurdità"

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"Vi fareste inoculare un vaccino antinfluenzale di due anni fa?". Dopo essere stato in Senato a dire che il Covid è un processo di ingegnerizzazione con pezzi di Sars e Hiv ("lo dicono cinesi e americani"), il professor Bizzarri spiega alla Bussola perché parlare di quarta dose a settembre è una sciocchezza: "Non credete agli esperti cartomanti che predicono il virus del futuro: è una sciocchezza, non si sa nulla di un vaccino contro Omicron, i dati di sperimentazione sono secretati". E punta il dito sulle politiche sanitarie: "Hanno utilizzato il tema Covid per nascondere le inadeguatezze del sistema sanitario".

LA CAMPAGNA

Avanti a occhi bendati con la quarta dose

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Non sappiamo neanche quanti richiami possa tollerare il nostro sistema immunitario, non ci sono studi su efficacia e rischi, nel frattempo le autorità procedono spedite per una campagna di quarte dosi di vaccino per creare anticorpi per virus che non ci sono più o sono mutati. 

GOVERNO DEL NON SENSO

Ossessione quarta dose, ma in intensiva sono soprattutto vaccinati

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