Azione cattolica e «Cristiani LGBTQIA+»
L’Azione cattolica di Padova ha organizzato un incontro dal titolo «Cristiani LGBTQIA+. Il pensare e l’agire della Chiesa». Incontro per invitare alla conversione gay e trans o per conciliare dottrina e ideologia LGBT?
L’Azione cattolica di Padova ha organizzato per il prossimo 6 maggio un incontro dal titolo «Cristiani LGBTQIA+. Il pensare e l’agire della Chiesa», incontro che si inserisce in un ciclo formativo chiamato «Dritti al punto». L’invito così recita: «Quando si pensa al mondo queer si esclude inconsapevolmente la realtà della Chiesa. Molti infatti hanno il pregiudizio che la Chiesa non si interessi delle persone LGBT, le escluda e le giudichi discriminandole. Nella terza serata del percorso si inizierà a conoscere il modo di pensare e di agire della Chiesa, attraverso le esperienze di un laico e di un sacerdote, dedicando tempo anche alle domande dei partecipanti».
Innanzitutto c’è da rilevare un errore: non esistono i cristiani LGBTQIA+ perché l’omosessualità e la transessualità non sono conciliabili con il cristianesimo. È come dire – si tratta solo di un esempio – che esistono i cristiani bugiardi o pigri. Al contrario esistono persone che sono cristiane nonostante vivano una condizione, da loro combattuta, omosessuale o stiano vivendo un momento di confusione in merito alla propria identità psicologica sessuale.
In secondo luogo viene da domandarsi se l’incontro del 6 maggio sarà volto all’invito alla conversione delle persone omosessuali e transessuali, indicando percorsi concreti per superare queste due condizioni così dolorose per chi le vive, oppure – come accade quasi sempre – si tenti di conciliare la dottrina cattolica con la scelta di vivere da omosessuali e transessuali. Una sorta di quadratura del cerchio a danno della felicità delle persone.