Avanti a occhi bendati con la quarta dose
Non sappiamo neanche quanti richiami possa tollerare il nostro sistema immunitario, non ci sono studi su efficacia e rischi, nel frattempo le autorità procedono spedite per una campagna di quarte dosi di vaccino per creare anticorpi per virus che non ci sono più o sono mutati.
I conti col Covid non sono ancora finiti. Se un paio di mesi fa era stato lanciato l’allarme per il Vaiolo delle scimmie, ora non si sente parlare più di malattie dei primati che in modo un po’ misterioso passerebbero all’uomo.
Chiusa la parentesi vaiolosa, riemerge prepotentemente nelle narrazioni mediatiche il Covid. I televirologi, dopo che erano stati accantonati per far posto alle cronache ucraine, sono tornati in auge, e hanno ripreso a far previsioni, e a proporre soluzioni, che poi sono sempre le stesse da due anni a questa parte. «Il vaccino è l'unica vera arma che abbiamo», ha dichiarato l'immunologo Guido Forni, già ordinario dell'Immunologia all'Università di Torino e membro della Commissione Covid-19 dell'Accademia dei Lincei.
«I vaccini, sia quelli a mRna sia quello proteico, Novavax, funzionano molto bene e inducono una buona risposta immunitaria e che persiste nel tempo». Non è esattamente quello che emerge dai dati attuali, che dicono di una percentuale di trivaccinati positivi al Covid di circa l’80%. In quanto alla persistenza nel tempo di cui parla il professore, non ci sono studi sulle titolazioni anticorpali che lo possano dimostrare. Ma se anche così fosse, quali sono gli anticorpi di cui dispongono i vaccinati? Quelli contro l’estinto virus di Wuhan.
Ormai siamo arrivati alla ennesima variante, che, come ha confermato la scorsa settimana il team antivirus dell'amministrazione Biden in un briefing alla Casa Bianca, l’attuale Omicron BA.5, è in grado di superare la barriera dei vaccini. Eppure, si continua a parlare di richiami, di dosi ulteriori.
Ricordiamo che quando gli organismi deputati all’approvazione dei farmaci negli Stati Uniti e in Europa autorizzarono i vaccini, le schede tecniche parlavano di due dosi. Poi venne introdotta la dose “booster”, ovvero una terza somministrazione di richiamo. Ora si sente parlare insistentemente di quarta dose, e già da aprile-maggio in Italia è stata praticata nelle Case di riposo, poi raccomandata ai soggetti fragili, e ora nelle intenzioni del Governo c’è quella di avviare una campagna di massa per gli over 60. Difficile immaginare che possano essere messi dei limiti.
Ma quanti richiami può tollerare il sistema immunitario? Semplicemente non si sa. Non ci sono studi su efficacia e rischi. Siamo ancora una volta in piena sperimentazione. Il professor Forni sostiene che «il numero dipende dall'età. Per esempio, i giovani non hanno bisogno di richiami, mentre gli anziani devono fare i conti con l'immunosenescenza, ossia con la crescente difficoltà del sistema immunitario a ricordare le esperienze passate. I vaccini sono una sorta di ginnastica del sistema immunitario, che lo aiuta a mantenere alta la risposta».
Insomma, dovremmo “tenere in forma” il sistema immunitario con continue somministrazioni facendo produrre anticorpi magari per virus che non ci sono più. Inoltre, la parola “anticorpi”, che da due anni viene usata molto spesso a sproposito, facendo credere che sia una sorta di arma invincibile contro un microrganismo patogeno, non dice tutta la realtà del modo in cui l’organismo si difende.
Esistono anticorpi di tipo diverso, e ci sono anticorpi importantissimi, in grado di bloccare il contagio, che non sono prodotti dai vaccini: sono gli anticorpi secretori che si trovano nella saliva e nelle secrezioni di naso e bronchi.
Nondimeno, ancora una volta i vaccini vengono visti come l’unica soluzione al problema dell’epidemie, e così, come si diceva, si è avviati inesorabilmente verso la quarta dose, che può anche preludere in breve tempo alla quinta. Lo ha detto l’immarcescibile Anthony Fauci, il virologo della Casa Bianca, invitando caldamente a fare la quarta dose in agosto e la quinta ad ottobre: «Fare il richiamo del vaccino anti-Covid ora non impedirà di ricevere un'altra dose in autunno negli Stati Uniti, quando saranno disponibili le versioni perfezionate per far fronte alle varianti, i cosiddetti “vaccini bivalenti”. Se l'emergenza è adesso, vaccinatevi e fate il richiamo adesso. Poi ci rivedremo in autunno».
Una presa di posizione molto netta, che potrebbe far pendere la bilancia dalla parte di campagne vaccinali in continuum, nei confronti di quegli specialisti che invece invitano ad attendere i nuovi prodotti.
In Italia, prima dei provvedimenti governativi che non mancheranno vista la nota posizione in merito di Roberto Speranza, la ricerca della quarta dose è partita dal basso, da una popolazione ormai condizionata dalla paura, che ha ricominciato a mettere la mascherina anche all’aperto, e che vede nella quarta dose la sola speranza di sopravvivere alle faringiti provocate da Omicron 5.
La Federazione dei Medici di Medicina Generale ha avvertito l’aumento di richieste in tal senso, e ha messo le mani avanti col Governo facendo presente che agosto è mese di ferie irrinunciabili, e che quindi bisogna capire come organizzare i servizi di vaccinazione alla popolazione di fronte alle crescenti richieste degli assistiti. Non sarà dunque facile iniziare questa nuova campagna, che appare molto controversa.
Intanto, si muove anche l’Organizzazione Mondiale della Salute per aumentare il tasso di preoccupazione: Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell'Oms, ha rilanciato l’allarme su Covid-19, ed è tornato a spaventare per l’elevata circolazione. «Le nuove ondate dimostrano ancora una volta che non è affatto finito», ha detto il leader dell’OMS. «C’è una grande disconnessione nella percezione del rischio tra le comunità scientifiche, i leader politici e le persone in generale». Questa, ha aggiunto, è «una doppia sfida: comunicare il rischio e creare nella comunità fiducia verso gli strumenti sanitari e le misure sociali di salute pubblica». Ovvero occorre: «Implementare le misure collaudate come l’uso della mascherina, il miglioramento della ventilazione e dei test».
Nessun accenno a quarte e quinte dosi, da parte del Direttore. Potrebbe significare qualcosa.