Assegno unico, Famiglie sulle barricate per evitare lo scippo
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Per il secondo anno dalle risorse per l'Assegno Unico restano due miliardi non spesi. Il Governo vuole dirottarli su misure per il secondo figlio. Che però non sarebbero sufficienti per lo scopo. Le associazioni famigliari chiedono che il tesoretto vada a implementare l'Assegno unico e minacciano di mettersi di traverso.
Assegno unico, ci risiamo. Anche nel 2023 l’Inps spenderà meno di quanto è stato stanziato con la legge di Stabilità. Si ripete a fotocopia la situazione dello scorso anno, quando il governo Draghi dovette dirottare il miliardo e mezzo avanzato su altre voci. Uno scippo, come lamentarono le associazioni famigliari. Ma era un altro governo, che non aveva come priorità le politiche per la natalità; infatti, parte di quell’avanzo andò a finanziare i provvedimenti per il bonus sociale luce e gas per circa 600 milioni, il resto si è perso nei meandri della ragioneria dello Stato.
Uno scippo premeditato è invece quello che potrebbe verificarsi quest’anno se è vero quanto ha riferito ieri il Sole 24 Ore che all’argomento ha dedicato addirittura la terza pagina.
Quest’anno il tesoretto avanzato, anche se sarebbe improprio parlare di tesoretto, ma di avanzo, ammonta a quasi due miliardi. Complice, dicono dal Dipartimento per la Famiglia, il fatto che tante famiglie non hanno ancora fatto l’Isee e quindi hanno percepito l’importo base, o in alcuni casi non hanno sentito né la necessità né forse sono stati adeguatamente informati.
Sta di fatto che due miliardi avanzati è una cifra considerevole, che fa gola e che potrebbe costituire il più classico assalto alla diligenza per un governo che ha già annunciato di dover fare una manovra di pochi sogni e molti piedi per terra. Del resto, due miliardi fanno sempre comodo per tappare i buchi e per accontentare qualcuno.
Dunque, che fare? si chiede il quotidiano di Confindustria. Ridistribuire la cifra dentro il carnet dell’Assegno Unico o dirottare le somme su altre voci?
L’interrogativo è cruciale, perché da come andrà la partita dell’avanzo dell’Assegno Unico si capiranno le reali intenzioni del governo circa la partita della natalità.
Lo sanno bene che associazioni famigliari. Il Forum famiglie, ad esempio, ha già stoppato ogni ipotesi di distrazione di quei fondi, che devono essere ridistribuiti tra la platea degli aventi diritto all’assegno. Il presidente Adriano Bordignon è stato chiaro: «Se avanza un miliardo in un semestre vuol dire che così (l’assegno ndr.) non funziona», ha spiegato al Sole.
Quindi la strada per il Forum è una sola: quei soldi devono essere ridistribuiti tra i beneficiari. Come? «L’Assegno deve diventare più generoso». La richiesta di Bordignon, dunque, è quella di ridurre la progressività dell’assegno e aumentare la quota universale e mettere mano all’Isee, sistema di calcolo ingiusto per una misura come quella dell’assegno unico che non rientra nella voce della politica assistenziale, ma della politica famigliare.
Su una cosa il Forum è sicuro, fino al punto da annunciare le barricate («in questo caso ci metteremo di traverso»): l’ipotesi che il Governo utilizzi quei fondi per altri scopi.
Certo, si tratterebbe sempre di misure a sostegno della natalità quindi non dovrebbero verificarsi, salvo soprese, le distrazioni operate sotto il Governo Draghi che ha preso delle risorse destinate alle famiglie con figli per dirottarle a chi ha bisogno di essere aiutato a pagare le bollette e che quindi non è necessariamente famiglia.
Il Governo, stando a quanto riferisce il Sole, starebbe quindi pensando di riposizionare i due miliardi per il sostegno della seconda gravidanza. Del resto, la stessa ministra della Famiglia Eugenia Roccella, come annunciato al Meeting, aveva messo quella del secondo figlio come una delle ipotesi di destinazione. Ma anche questo sarebbe un utilizzo improprio di quei fondi.
Come sa bene Alfredo Caltabiano, presidente dell’Associazione Famiglie Numerose. «La politica del secondo figlio non ha bisogno di risorse – spiega alla Bussola – ma di conciliazione, mentre se vuoi favorire il primo figlio devi garantire casa e lavoro. È col terzo figlio che devi cominciare a mettere dentro dei soldi in famiglia perché è col terzo figlio che la parte economica diventa importante e pesante».
Anche l’AFNN, dunque, come il Forum, da tempo chiede che l’avanzo resti dentro l’assegno unico, ma mette in guardia: «Serve una revisione congiunta di tre assi fondamentali: riforma del Fisco, Assegno unico e revisione dell’Isee». Ed è proprio questo che Caltabiano ha ricordato a Rimini davanti alla platea del Meeting e sotto gli occhi del viceministro con delega alla riforma fiscale Maurizio Leo.
Circa l’avanzo dell’Assegno, però, Caltabiano ha le idee chiare, tanto da ipotizzare anche quattro voci specifiche su cui destinare i fondi: «Variare il riferimento all’indicatore Isee escludendo la componente patrimoniale, cancellare la riduzione del 50% dal 18° al 21° anno, estendere l’assegno fino ai 26 anni del figlio in caso di studi accademici e incrementare la componente universale».
Insomma, le proposte sul tavolo ci sono, sono concrete e fattibili con l’avanzo rimasto in cassa, ora bisogna vedere se c’è anche la volontà politica del governo di dimostrare di essere davvero un governo a misura di famiglie.
La distrazione della cifra su politiche per il secondo figlio, invece, rischierebbe di essere insufficiente per lo scopo prefissato e contemporaneamente renderebbe ininfluente l’avanzo di due miliardi, che non andrebbe così a coprire granché.