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Induismo

Arrestato un Pastore nell’Uttar Pradesh

Come tanti religiosi prima di lui, è ingiustamente accusato di aver cercato di convertire delle persone al Cristianesimo offrendo loro del denaro

 

 

Nell’Uttar Pradesh, uno degli stati dell’India in cui i cristiani sono più perseguitati, il 16 ottobre nel villaggio di Barwa è stato arrestato il Pastore Chhotelal Jaiswar con l’accusa di aver tentato di convertire al Cristianesimo delle persone offrendo loro del denaro, per un importo di 50mila rupie (circa 620 euro). Nell’Uttar Pradesh nel 2021 è stata approvata una legge che proibisce di convertire usando “inganno, forza, influenza indebita, coercizione e qualsiasi mezzo fraudolento”. Di per sé giusta, tuttavia la legge è stata voluta ed è usata contro le minoranze religiose dai fondamentalisti indù. Le accuse di convertire usando mezzi illeciti che vengono spesso rivolte ai Cristiani sono quasi sempre infondate e quindi mero pretesto per mettere in difficoltà e in cattiva luce i religiosi. Tuttavia sono ricevute dalle autorità che procedono agli arresti anche senza prove reali. È quanto è successo a padre Jaiswar. Due fondamentalisti indù, Hindu Jagran Manch e Dharma Jagran Seva, hanno dichiarato di averlo colto in flagrante. Sostengono che il Pastore aveva dato 2mila rupie a tre ragazzi promettendo loro il resto del denaro quando “il programma di conversione sarebbe stato formalmente completato” nella chiesa di Babatpur il 16 ottobre. I ragazzi si sarebbero presentati all’appuntamento accompagni dai due induisti. Sono accuse false, ha spiegato all’agenzia AsiaNews Sajan K George, presidente del Global Council of Indian Christians: “queste accuse di conversioni sono inventate e prive di fondamento. I pochi cristiani pentecostali dell'Uttar Pradesh vivono nella paura e nell'insicurezza a causa dei vigilantes della destra nazionalista. Inoltre, i credenti stessi vivono in condizioni di povertà, quindi è impossibile per loro adescare qualcuno con il denaro”.