Arcuri sbaglia siringhe, ma silurano Gallera
L'ex assessore regionale Giulio Gallera certamente di errori ne ha commessi, soprattutto dal punto di vista comunicativo, ma ora è diventato il classico capro espiatorio per distogliere l’attenzione dalle responsabilità del governo nazionale. Come dimostrano le siringhe sbagliate mandate da Arcuri proprio in Lombardia.
Si profilano altre sorprese nella telenovela delle vaccinazioni. Ora addirittura l’Italia si vanta di essere tra le nazioni più avanti in Europa come numero di vaccinati ma la realtà è che nel nostro Paese non esiste un vero e proprio piano vaccinale e che le numerose richieste di accesso agli atti per verificare l’elenco dei punti dove è possibile vaccinarsi sono state rigettate perché quell’elenco non c’è.
Tutti i giornali hanno pubblicato la notizia dell’ennesima beffa ai danni degli italiani che solo qualche giorno prima avevano assistito con curiosità e speranza alla celebrazione dell’arrivo delle prime dosi di Pfizer da iniettare a personale medico, anziani delle Rsa e categorie a rischio.
E’ la vicenda delle decine di migliaia di siringhe sbagliate che il supercommissario Domenico Arcuri ha inviato in Lombardia e in altre regioni. Sbagliate perché? Hanno aghi lunghi e non hanno le tacche giuste per indicare le dosi, dunque non sono utilizzabili per vaccinare. E con i ritardi che già si stanno accumulando, con la mancanza di medici in grado di smaltire in tempo reale le dosi di vaccino che stanno arrivando, ci mancava solo il problema siringhe, che conferma l’approssimazione con la quale viene gestita l’emergenza sanitaria.
Se però a spedire siringhe inadatte a somministrare ai pazienti le dosi del farmaco anti-covid è il Governo, nessuno osa mettere in discussione il Ministro della Salute o lo stesso supercommissario, che deve praticamente occuparsi di tutto (anche dell’Ilva di Taranto!). In Lombardia, invece, viene silurato l’assessore al welfare, Giulio Gallera, che certamente di errori ne ha commessi, soprattutto dal punto di vista comunicativo, ma che ora è diventato il classico capro espiatorio per distogliere l’attenzione dalle responsabilità del governo nazionale.
Proprio per questo è sicuramente un autogol del centrodestra il rimpasto al Pirellone, perché rappresenta una ammissione di colpa che dà ragione ai detrattori del governo regionale lombardo e concorre a indebolire quest’ultimo agli occhi dell’opinione pubblica.
Ma torniamo alla vicenda siringhe. Il Corriere della Sera ha parlato di 46mila siringhe inadatte arrivate in Lombardia lo scorso 30 dicembre con la fornitura di vaccini anti-Covid. Si tratterebbe di 11.060 siringhe da cinque millilitri, considerate troppo grandi, e di circa 35mila da tre millilitri per la diluizione sprovviste delle adeguate tacche tarate sulle giuste quantità e quindi inadatte a somministrare il vaccino.
Le oltre 11mila siringhe da cinque millilitri, necessarie a diluire il vaccino con la soluzione fisiologica, sarebbero troppo grandi. La quantità di fisiologica da inserire infatti è di 1,8 millilitri. Questo significa che servirebbero siringhe più piccole e con un ago diverso. Anche le 35mila siringhe da tre millilitri sarebbero troppo capienti per il vaccino, di cui si preleva una dose da 0,3 millilitri. Gli strumenti sono quindi inadeguati, considerato che non hanno tacche tarate su quantità così piccole. L'errore ha costretto molte strutture a dover utilizzare le scorte presenti nei loro magazzini. Anche il Policlinico San Matteo di Pavia ha confermato di aver ricevuto kit sbagliati.
Una vicenda sconcertante, che conferma l’assoluta mancanza di un serio piano per la vaccinazione di massa e l’inaffidabilità di chi sta gestendo questa delicata fase della vita del nostro Paese. Peraltro, come si diceva, la beffa delle siringhe non riguarda solo la Lombardia. Casi analoghi si sarebbero registrati anche a Perugia, Torino, Liguria e altre aree del Paese.
E il Codacons è già sul piede di guerra. «Chiediamo al ministero della Salute di verificare i fatti e accertare le responsabilità alla base dell’errore nell’invio delle siringhe alle strutture sanitarie del territorio. Capiamo la complessità e le difficoltà del piano vaccinale, ma errori di questo tipo rischiano non solo di determinare un danno erariale, ma anche di rallentare le vaccinazioni», tuona il suo presidente Carlo Rienzi, che comunica di aver inoltrato richiesta al Ministro della Salute, Roberto Speranza di avviare una doverosa indagine sul caso e avverte: «Se dalle siringhe sbagliate dovessero emergere sprechi di fondi pubblici e rallentamenti del piano vaccinale, i responsabili devono risponderne sotto il profilo penale ed erariale».
Questi gravi errori commessi dal Governo e, in questo caso, dal commissario straordinario Arcuri fanno salire la tensione nella popolazione, che percepisce come sempre più iniqui e vessatori i divieti imposti finora e quelli che si profilano all’orizzonte per i prossimi mesi. I sacrifici degli italiani continuano ad essere vanificati da una gestione della pandemia assolutamente inadeguata e priva di prospettive rassicuranti, al di là dei continui proclami, contraddetti puntualmente dai fatti.