Apostoli, cioè inviati
Chi accoglie colui che io manderò, accoglie me (Gv 13, 20)
Dopo che ebbe lavato i piedi ai discepoli, Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: un servo non è più grande del suo padrone, né un inviato è più grande di chi lo ha mandato. Sapendo queste cose, siete beati se le mettete in pratica. Non parlo di tutti voi; io conosco quelli che ho scelto; ma deve compiersi la Scrittura: “Colui che mangia il mio pane ha alzato contro di me il suo calcagno”. Ve lo dico fin d’ora, prima che accada, perché, quando sarà avvenuto, crediate che Io sono. In verità, in verità io vi dico: chi accoglie colui che io manderò, accoglie me; chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato». (Gv 13, 16-20)
Apostolo è una parola greca che significa "inviato". Gli apostoli sono inviati da Gesù nel mondo come Lui è stato inviato dal Padre. L’apostolato passa però, come tutti i servizi che il Signore ci affida, dal consenso espresso e continuamente confermato dal libero arbitrio umano: non tutti i prescelti obbediscono costantemente, qualcuno di loro da apostolo diverrà apostata e uno, addirittura, Lo tradirà. Questo ci fa capire una cosa importante: Dio si serve spesso di uomini umanamente inadeguati per dimostrarci che è Lui che guida la sua Chiesa e ci porta la salvezza. Smettiamo quindi di lamentarci dei sacerdoti e dei vescovi che a nostro parere sbagliano e pensiamo soltanto ad essere fedeli noi per primi alle esigenti richieste del nostro Salvatore e Signore.