Ancora casi di intolleranza contro i cristiani in India
Due pastori protestanti, in due stati della federazione indiana, sono stati accusati di eseguire conversioni forzate e per questo arrestati dalla polizia e malmenati
Si segnalano in India due nuovi episodi di intolleranza nei confronti dei cristiani, entrambi verificatisi domenica 5 settembre. Nel primo la vittima è il Pastore pentecostale di una chiesa indipendente, Amar Singh, arrestato mentre stava celebrando la liturgia domenicale per la sua comunità nella città di Amarpatan, nello stato del Madhya Pradesh. Stava guidando la preghiera con circa 30 fedeli, ha riferito all’agenzia AsiaNews Sajan K George, presidente del Global Council of Indian Christians, quando “senza alcuna provocazione un gruppo di estremisti di destra ha fatto irruzione, interrompendo la preghiera, avanzando false accuse di conversione e impaurendo i fedeli. Poi hanno condotto il pastore Singh alla stazione di polizia”. L’altro episodio di intolleranza si è verificato nello stato del Chhattisgarh, a Raipur. Un Pastore, Harish Sahu, ha ricevuto l’ordine di presentarsi presso la locale stazione di polizia perché accusato da degli estremisti indù di eseguire delle conversioni forzate. Vi si è recato insieme a due fedeli e, mentre era a colloquio con gli agenti all’interno della stazione di polizia, gli uomini che lo avevano denunciato sono riusciti a entrare nell’edificio e lo hanno picchiato prima che gli agenti riuscissero a respingerli. L’aggressione è stata filmata e fatta circolare a dimostrazione della violenza subita ingiustamente. Le accuse ai cristiani, sempre infondate, di convertire a forza o ricorrendo a false promesse e ad altri espedienti degli indù, di solito tribali e di bassa casta, diventano sempre più frequenti, creano tensione e diffidenza tra la popolazione e uno stato di insicurezza crescente nelle comunità cristiane.