«Anche mio padre fu ucciso»: mons. Naumann su Charlie Kirk
Il grande mistero del modo in cui Dio usa persino una tragedia per il bene: la riflessione dell'arcivescovo emerito di Kansas City sulla morte dell'attivista conservatore e sulla propria storia familiare.

Il dolore per l'assenza di un padre, strappato via con violenza alla propria famiglia, e il pensiero rivolto a un'altra famiglia che oggi vive lo stesso dolore: le parole dell'arcivescovo emerito di Kansas City, mons. Joseph F. Naumann, affidate al National Catholic Register, suonano insieme come una testimonianza personale e una riflessione sul mistero di Dio che sa usare per il bene persino una tragedia, come l'assassinio dell'attivista conservatore Charlie Kirk, lasciando «un Paese sotto shock e due bambini piccoli senza padre» e privando del marito una giovane donna.
«Non riesco a immaginare il dolore della vedova di Charlie, Erika», scrive mons. Naumann, «ma provo una speciale vicinanza a lei e alla sua famiglia», a causa di un'esperienza altrettanto tragica: «Mio padre Fred è stato assassinato prima che io nascessi. Non l'ho mai incontrato, ma l'ho conosciuto tramite mia madre, i suoi amici e, credo, grazie alla sua presenza soprannaturale nella mia vita. I figli di Charlie stanno ora, tragicamente, seguendo un percorso simile», ma nel quale il presule entra in punta di piedi: «La sofferenza e le circostanze di ogni famiglia che ha perso una persona cara a causa di un crimine violento variano, e non ho la presunzione di capire cosa Erika e i suoi figli dovranno affrontare nei prossimi giorni, settimane, mesi e anni. Ciò che è evidente, tuttavia, è che Charlie era un uomo di fede che amava ed era amato. Questo, col tempo, sarà un'eredità che, speriamo e preghiamo, li sosterrà durante la tragica perdita del marito e padre».
Le parole di Naumann, però, riguardano chiunque sia scosso o scandalizzato dal mistero del male: «Mia madre era una donna di grande fede. Non ha mai creduto che Dio desiderasse che mio Padre morisse in quel modo. Credeva che il suo assassinio fosse il risultato del male e del peccato. Sapeva anche che Gesù non aveva promesso ai suoi discepoli che non avrebbero mai provato dolore e sofferenza. Anzi, disse loro che dovevano essere pronti ad abbracciare la croce. Allo stesso tempo, la mamma confidava nella promessa di Nostro Signore ai suoi discepoli: non sarebbero mai stati soli, che Lui sarebbe stato con loro in ogni cosa. La mamma credeva anche che Dio potesse trarre il bene dal male, la vita dalla morte».