Anche in Italia la Carta contro il "diritto all'aborto"
Presentati a Roma i San José Articles. Una battaglia di civiltà in nome del diritto e della ragione, dice Luca Volontè che ha promosso l'evento.
I San José Articles sbarcano finalmente anche in Italia.
Mercoledì 9 novembre la "Carta di San José" - questa la dizione italiana usata per indicare il documento - è stata presentata alla Camera per iniziativa di Luca Volontè, deputato dell’Udc e presidente del gruppo del Partito Popolare Europeo al Consiglio d’Europa, coadiuvato da Giuseppe Benagiano, già Segretario Generale dell’International Federation of Gynecology and Obstetrics, per affermare la dignità della persona umana e negare che a livello internazioanle possa esistere il diritto di aborto.
«Nelle condizioni date, cioè l’attuale situazione politica italiana e la concomitanza di diverse riunioni di molti gruppi parlamentari, la presentazione è andata molto bene», dice l’on. Volontè a La Bussola Quotidiana. «Erano infatti presenti più di una ventina di deputati appartenenti a diverse forze politiche e i media hanno diffuso la notizia in modo adeguato».
Qual è l’importanza specifica della “Carta di San José"?
Si tratta a tutti gli effetti del primo documento scientificamente e giuridicamente fondato, soprattutto e anzitutto perché elaborato da esperti di ogni campo del sapere, che riafferma laicamente e in ossequio ai dettati del diritto internazionale la dignità della persona umana sin dal concepimento. In questo modo, la "Carta" demolisce ogni tentativo delle lobby filoabortiste di affermare un qualunque "diritto all’aborto", ancor più un "diritto umano all’aborto"».
Perché il documento è importante anche per il nostro Paese?
«Si è voluta presentare la "Carta" anche in Italia analogamente a quanto fatto da molti tra amici e colleghi in sedi parlamentari estere e negli organismi internazionali: per esempio Austin Ruse, presidente dello statunitense Catholic Family & Human Rights Institute, all’Onu, Anna Zaborska al Parlamento Europeo e io stesso, attraverso una dichiarazione scritta, all’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa. E questo per dare continuità a una fondamentale azione pubblica di civiltà, confermando l’importanza concreta degli articoli di cui si compongono i San José Articles nella vita ordinaria dei diversi parlamenti nazionali».
Nel parlamento italiano esiste, su questa tema, una sensibilità che va oltre gli schieramenti di partito?
«Assolutamente sì. La dignità di ogni essere umano sin dal suo concepimento trova d’accordo sensibilità politiche differenti. Al di là degli schieramenti partitici o delle convinzioni religiose personali, il fatto che la scienza e che il diritto internazionale riconoscano la dignità della persona sin dal suo inizio è un dato incontrovertibile e raccoglie il consenso sia di laici sia di cattolici».
Qual è stato il suo ruolo nell’introduzione in Italia della "Carta"?
«Il mio è stato un contributo piccolo, ma ciò che mi ha mosso deriva direttamente alla mia esperienza di parlamentare italiano e di Capogruppo del PPE al Consiglio di Europa. Trovo infatti che il linguaggio e le argomentazioni utilizzate dalla "Carta" siano molto utili in questi contesti, e ancor più possano esserlo come strumenti "operativi" di azioni politiche e parlamentari "positive" (proposte di risoluzioni o richieste di modifiche legislative) o "difensive" (cioè volte a garantire e a tutelare i princìpi fondamentali dalle aggressioni legislative di altri soggetti)».
Come proseguirà ora il cammino della "Carta"?
«Il documento verrà usato come strumento - e di grande efficacia - nella vita politica nazionale e internazionale, e, auspicabilmente, anche nella vita culturale dei Paesi a cui gli estensori, i firmatari e i sostenitori appartengono, così come negli organismi internazionali in cui essi fossero eventualmente impegnati».
Un osservatore malizioso potrebbe però dire i San José Articles sono in fin dei conti solo una ennesima dichiarazione d'intenti, e cioè aleatoria poiché priva di reali consguenze pratiche o di strumenti attuativi per poterne produrre…
«Quell’osservatore malizioso farebbe bene a pensare così, ma nello stesso tempo dimostrerebbe di essere poco attento alla realtà dei fatti degli ultimi anni. Infatti, se fino a qualche anno fa un certo pregiudizio era giustificato, con realismo occorre dire che di recente numerose cose sono cambiate. L’approvazione di un documento fortemente impegnativo per la Promozione della Obiezione di Coscienza al Consiglio di Europa di Strasburgo - il 7 ottobre 2010 - e l’approvazione di un primo “limite” all’aborto on-demand sempre a Strasburgo quest’anno sono piccoli segnali molto importanti. La stessa Corte dei Diritti Umani di Strasburgo nonché la Corte di Giustizia del Lussemburgo stanno emanando sentenze molto positive e rispettose della dignità del concepito. L’osservatore malizioso guardi dunque ai fatti e nello stesso tempo funga da stimolo per operare sempre meglio».
Quale messaggio vuole lasciare ai nostri lettori su temi così decisivi?
«Oggi è sempre più il tempo del coraggio. Abbiamo bisogno di politici coraggiosi nell’affermare i propri ideali con ragione e, nello stesso tempo, è necessario che la miriade di associazioni e di organi della buona stampa cristiana e cattolica esistenti stia vicina alla politica».