Ammonire i peccatori
Nel giorno del giudizio (Mt 11,24)
In quel tempo, Gesù si mise a rimproverare le città nelle quali era avvenuta la maggior parte dei suoi prodigi, perché non si erano convertite. «Guai a te, Corazìn! Guai a te, Betsàida! Perché, se a Tiro e a Sidòne fossero avvenuti i prodigi che ci sono stati in mezzo a voi, già da tempo esse, vestite di sacco e cosparse di cenere, si sarebbero convertite. Ebbene, io vi dico: nel giorno del giudizio, Tiro e Sidòne saranno trattate meno duramente di voi. E tu, Cafàrnao, sarai forse innalzata fino al cielo? Fino agli inferi precipiterai! Perché, se a Sòdoma fossero avvenuti i prodigi che ci sono stati in mezzo a te, oggi essa esisterebbe ancora! Ebbene, io vi dico: nel giorno del giudizio, la terra di Sòdoma sarà trattata meno duramente di te!». (Mt 11,20-24)
Purtroppo nei nostri tempi gaudenti ed edonistici spesso tentiamo di rimuovere dal nostro orizzonte il fine ultimo della nostra vita e, soprattutto, il giudizio che ci attende dopo la morte. Cantanti famosi fanno a gara a chi irride e sbeffeggia di più con riferimenti sacrileghi il nostro dolce Signore, che comunque li ama e attende la loro conversione, altrimenti l'inferno è assicurato. Se queste parole possono sembrare superbe e saccenti, rifletti bene: il superbo basa il suo giudizio solo su quello che pensa lui, diverso invece è un giusto e misericordioso ammonimento basato su quello che ha detto Gesù nel Vangelo.