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Amazon banna i libri anti transgender

Amazon non sta vendendo libri che affermano che la transessualità è un disturbo mentale. Il colosso di Jeff Bezos si difende dalle critiche dicendo che qualsiasi rivenditore ha la libertà di scegliere quali libri vendere.

Gender Watch 19_03_2021

Amazon ha deciso di ritirare dalla vendita libri che affermano che la transessualità è un disturbo mentale. Il tutto è nato da una richiesta di chiarimenti da parte di alcuni senatori repubblicani che avevano chiesto ad Amazon perché il libro di  Ryan T. Anderson, «Quando Harry divenne Sally», non era più disponibile sulla loro piattaforma.

Il colosso di Jeff Bezos ha così risposto: «In qualità di venditore di libri, forniamo ai nostri clienti l'accesso a una varietà di punti di vista, inclusi i libri che alcuni clienti potrebbero trovare discutibili. Amazon lavora duramente per garantire ai clienti un'ottima esperienza di acquisto e l'accesso alla più ampia e diversificata scelta di carattere trasversale tra libri e audiolibri nella vendita al dettaglio oggi. Ci riserviamo il diritto di non vendere determinati contenuti. Tutti i rivenditori prendono decisioni sulla selezione di libri che scelgono di proporre, altrettanto noi».

Amazon ha toccato un punto nevralgico. Se il criterio di scelta su cosa vendere è la libertà allora ha ragione Amazon. Se il criterio su cosa vendere è invece la verità sull’uomo allora solo alcuni libri potrebbero essere venduti. Pensate ad un libro che inneggia alla pedofilia: non solo non dovrebbe essere venduto, ma nemmeno stampato. I libri che diffondono idee erronee - a monte e quindi non riguarda l’operato di Amazon - dovrebbero essere edizioni critiche. Va da sé invece che sulle questioni dubbie ci dovrebbe essere dibattito.