Amare prima di capire
Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te (Lc 1, 28)
In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret, a una vergine, sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te». A queste parole ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». (Lc 1,26-33)
Nella sua umiltà Maria è turbata dal saluto dell’angelo Gabriele. Piena di grazia, infatti, significa senza peccato perché lo stato di grazia presuppone la vicinanza di Dio da cui ci può separare solo il peccato stesso. Il turbamento, essendo stata Maria preservata dal peccato originale fin dal suo concepimento in vista dei meriti di suo Figlio, non può dar luogo a vanagloria come accadrebbe al resto dell’umanità ma è superato grazie alla fede di Maria che, seppur incapace di comprendere come si realizzerà il piano di Dio su di lei annunciato dall’angelo, è disposta ad amare il Signore prima di capirLo, anteponendo la Volontà divina alla propria. Signore, aiutaci ad amarTi prima di capirTi come ha fatto Maria.