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Rapimenti a scopo di estorsione

Altri quattro sacerdoti sequestrati in Nigeria

In tre giorni, tra il 2 e il 4 luglio, sono stati rapiti quattro sacerdoti cristiani: tre nello stato meridionale di Edo e uno in quello nord occidentale di Kaduna

 

Quattro altri sacerdoti sono stati rapiti in Nigeria, tre nello stato meridionale di Edo e uno nello stato nord occidentale di Kaduna.  Due sacerdoti sono stati sequestrati il 2 luglio. Si tratta di padre Peter Udo, della parrocchia di San Patrizio di Uromi, e di padre Philemon Oboh, del St Joseph Retreat Center di Ugboha. Uomini armati hanno fermato la loro automobile sparando mentre percorrevano l’autostrada Benin-Auchi di ritorno da Benin City, la capitale dello stato di Edo, e li hanno portati via. Il giorno successivo, domenica 3 luglio, a Ogunwenyi, un gruppo di uomini armati hanno rapito Luigi Brena, un sacerdote cattolico italiano di 64 anni, che però è stato liberato due giorni dopo. La polizia ha dato la caccia ai sequestratori riuscendo a raggiungerli. Nella colluttazione con le forze di sicurezza tre malviventi sono rimasti uccisi. Gli altri sono scappati nella foresta alcuni feriti e hanno abbandonato padre Brena che è stato messo in salvo. Il quarto sacerdote rapito è padre Emmanuel Silas, della chiesa cattolica di San Carlo a Zambina. Probabilmente è stato prelevato nelle prime ore del 4 luglio. Colleghi e parrocchiani si sono accorti della sua scomparsa quando non si è presentato a celebrare la messa la mattina di lunedì 4 luglio. Di lui e degli altri due sacerdoti rapiti nell’Edo ancora non si hanno notizie. Si ritiene che il loro sequestro sia a scopo di estorsione, un reato ormai molto diffuso in diversi stati della federazione nigeriana al punto che alcuni governatori hanno invitato la popolazione ad armarsi e a difendersi. È anche in discussione una legge che punisca chi paga un riscatto per un parente sequestrato.