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TEMI CALDI

Al Sinodo si parla di diaconato femminile e “viri probati”

Nella terza giornata del Sinodo sull’Amazzonia, i Padri sinodali hanno affrontato la proposta dell’ordinazione dei “viri probati”, rispetto alla quale alcune voci contrarie hanno sottolineato il rischio che possa ridurre il ruolo del sacerdote a quello di “semplice funzionario della Messa”. Si è parlato anche di diaconato femminile.

Borgo Pio 09_10_2019

Ieri mattina, alla terza Congregazione generale per il Sinodo sull’Amazzonia, i Padri sinodali hanno affrontato anche la questione dei “viri probati”, cioè laici di dichiarata moralità chiamati ad amministrare i sacramenti in territori dove manca la figura del sacerdote. Se n’è parlato nell’ambito del confronto sul ruolo dei laici.

Nel briefing quotidiano con la stampa, il prefetto del Dicastero per la comunicazione della Santa Sede, Paolo Ruffini, ha spiegato che in molti interventi la proposta di istituire nuovi ministeri è stata presentata come risposta al rischio che si faccia una distinzione tra cattolici di prima e seconda classe, tra chi può ricevere la Comunione e chi non può per l’assenza del sacerdote. “Questa richiesta - ha detto ai giornalisti l’ex direttore di La7 - viene da comunità che non hanno la possibilità di celebrare l'Eucarestia, non hanno una guida spirituale ma esprimono persone che si sono guadagnate il rispetto per il servizio reso alle comunità”.

Un ritratto, dunque, dei cosiddetti “viri probati”, figure che “potrebbero accompagnare le persone in comunione con la Chiesa locale”. Ruffini ha però ammesso che durante i lavori, sebbene siano stati “molti” a tirare in ballo questa proposta, non è mancato chi ha espresso delle “preoccupazioni”, specialmente sul tipo di formazione da riservare.

Da una sintesi dei lavori diffusa ieri, in merito alla questione dei “viri probati”, si è fatto presente come alcune voci contrarie si siano alzate per sottolineare il rischio che una simile proposta possa ridurre il ruolo del sacerdote a quello di “semplice funzionario della Messa”.

Nella stessa sintesi, inoltre, è emerso come i Padri sinodali abbiano parlato anche della possibilità di “un’ordinazione diaconale per le donne, così da valorizzarne la vocazione ecclesiale”, diaconato femminile che rappresenterebbe tuttavia una rottura con la Tradizione. Un appello in tal senso, pubblicato anche sull’edizione tedesca di Vatican News, è arrivato nei giorni scorsi da monsignor Erwin Kräutler. Il vescovo austriaco, a lungo attivo nella regione amazzonica di Xingu, ha chiesto che il Sinodo decida sulla consacrazione delle donne al diaconato perché “la stragrande maggioranza delle comunità di base in Amazzonia sono guidate da donne”. (Nico Spuntoni)