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Agosto, tutto chiuso: anche la stazione dei treni

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In Italia sono programmati anche i disservizi. La stazione chiude per ferie. Succede a Reggio Emilia, dove i lavori di manutenzione dei binari sono stati programmati ora perché i lavoratori sono in vacanza. Non tutti, però... come il vostro cronista della Bussola, che è stato pure beffato.

Editoriali 04_08_2023

Se c’è una cosa sacra rimasta in questo Paese sono le ferie d’agosto. In Italia è il mese più importante, così tanto importante che non vanno in vacanza solo le persone, ma anche le cose. A Reggio Emilia, ad esempio, va in ferie la stazione. Sì, stazione chiusa per ferie. Non c’è solo la Basilicata che può fregiarsi del titolo di regione dimenticata dai treni a causa di lavori programmati sulla linea ferroviaria e per una frana. C’è anche la nordissima Reggio Emilia la cui stazione Mediopadana, dal 7 agosto al 18 agosto resterà chiusa per i transiti in arrivo e in partenza.

Praticamente non si parte e non si arriva. È tutta colpa di lavori – anch’essi programmati, in Italia i disagi sono così puntuali e precisi da essere pure programmati - che interesseranno, si legge nel comunicato di Rfi, la manutenzione straordinaria degli scambiatori. Si tratta di lavori indispensabili per il funzionamento dei binari. Così, le Ferrovie dello Stato hanno guardato il calendario e hanno deciso: massì, facciamolo in agosto quando non ci sale nessuno in treno. Ecco perché la stazione non chiude solo "per lavori", ma chiude anche "per ferie". Il comunicato dice espressamente che il periodo agostano è stato scelto in ragione del ridotto afflusso di studenti e lavoratori, quindi le ferie degli italiani sono diventati il criterio con il quale decidere i lavori delle infrastrutture del Paese.

Hanno sbagliato i calcoli. Si dà il caso, infatti, che la stazione di Reggio Emilia AV Mediopadana (AV sta per Alta Velocità), quella dove passano, fermano e ripartono per Milano e Roma-Napoli fino a Taranto tutti i treni Frecciarossa e gli Italo sia l’unica stazione in mezzo alla Pianura Padana tra Milano e Bologna costruita in linea, cioè sulla linea Alta Velocità. Questo le consente di avere treni che non devono entrare nelle stazioni storiche facendo perdere tempo ai viaggiatori. Insomma, è il biglietto da visita non solo della Città del Tricolore, ma anche dell’Emilia occidentale che si fregia di essere diventata una piccola periferia di Milano e di avere Roma a un tiro di schioppo. Tutto questo ha generato massicce campagne di comunicazione per i turisti. Vuoi visitare la splendida Parma? C’è il Frecciarossa che ti porta vicino vicino. Vuoi andare in Salento? Ma che problema c’è? Parti da Reggio Emilia con Italo e lo stesso se vuoi andare a Pompei o in Cilento. Un treno solo, zero cambi, velocità, aria condizionata. Una manna per i turisti e per i vacanzieri emiliani.

E che cosa ti fanno le ferrovie? Ti chiudono la stazione proprio nel periodo in cui la gente parte per il mare o viaggia di più in treno. Stranieri compresi che sono sempre più attratti non solo dal mare italico, ma anche dalle sue città, che in Emilia abbondano per arte, storia, cultura e gastronomia.  

A proposito. Non avevano detto che il treno in quanto mezzo pubblico “eco” è una delle risposte all’inquinamento causato dall’uomo che si ostina a girare con quelle scatolette a quattro ruote? Certo, chiudere una stazione intera è un motivo in più per incentivare il più possibile il loro utilizzo. 

Ovviamente a Reggio qualcuno si è lamentato, ma sarà che il governo adesso ha cambiato colore, sarà che in fondo si tratta pur sempre di periferia dell’impero, fatto sta che le lamentele e le proposte di modifica non sono state recepite. Ci ha provato ad esempio Ilenia Malavasi, deputata Pd reggiana che ha presentato un’interpellanza scritta al Ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini illustrando tutti i disagi a cui andranno incontro i viaggiatori da lunedì e proponendo un intervento che consenta di salvare tutto: la necessità dei lavori, ma anche i diritti dei viaggiatori. Risposta del ministro? «Sono ancora qui che aspetto», ci spiega la Malavasi che aggiunge: «I lavori andavano rimodulati senza chiudere la stazione». Ma non è stato fatto niente e così da lunedì, la stazione chiusa. Ma non solo per i turisti, anche per quei pochi lavoratori e studenti che ancora si ostinano ad andare su e giù da un treno ad agosto per portare a casa la pagnotta.

È il caso del vostro cronista della Bussola, il quale è uno dei pochi - secondo Trenitalia - lavoratori che avrebbero dovuto viaggiare anche dal 7 al 18 agosto (festivi esclusi, però…) per raggiungere la redazione del giornale. Ma che si è visto non solo danneggiato nell’atto dell’acquisto dell’abbonamento mensile indispensabile per viaggiare negli altri giorni di agosto, ma pure beffato: per una misteriosa e insondabile decisione dall’alto, i vertici di Trenitalia, infatti, mi hanno fatto pagare l’abbonamento intero come se salissi sul treno per tutti i giorni di agosto e non ci fossero disagi e disservizi in corso. Ho anche provato a presentare un reclamo sul sito per chiedere almeno un parziale rimborso delle corse che non potrò effettuare, ma i tempi di risposta annunciati sono di circa un mese, quindi, ci penserò sicuramente nella prossima era geologica, quella di settembre, dove tutto si riaprirà magicamente.

Al box informativo, gli addetti Trenitalia non sanno che cosa dire ai viaggiatori: «Rimborsi per gli abbonamenti dei pendolari? Non ne sappiamo nulla», mi rispondono come se fossi un marziano. «A Milano potete andarci dall'altra stazione, ma il viaggio durerà mezz'ora in più», mi rispondono come da copione, senza rendersi conto che non è conveniente passare in treno, tra andata e ritorno, quasi tutta la giornata di lavoro. 

Eppure, la faccenda dovrebbe essere da diritti dei consumatori. Com’è che l’abbonamento costa come quello degli altri mesi come se ci fosse sempre una coppia di treni (andata e ritorno) per tutti i giorni della settimana? E com’è che, nel programmare i lavori non si è pensato anche di programmare una modalità di rimborso o storno o indennizzo per quei pochi – fessi – lavoratori pendolari che ad agosto non vanno in ferie? Attenderemo in smart working la risposta dai vertici delle Ferrovie, ma con calma… finite pure vostre sacrosante ferie d’agosto.