Accademia della Vita: lo spoil system vaticano
Pubblicata ieri la lista dei 45 nuovi membri della Pontificia Accademia della Vita. Sembra delinearsi un cambio di passo pastorale che molti vorrebbero intravedere come cambio di paradigma della teologia morale. Tra i nuovi membri anche figure più aperturiste su aborto, contraccezione, fecondazione e eutanasia. E persino alcuni critici dell'Humanae Vitae.
Pubblicata ieri la lista dei 45 nuovi membri ordinari della Pontificia Accademia della Vita, oltre a 5 membri ad honorem. Istituita da Giovanni Paolo II l'11 febbraio 1994, l'Accademia ha finalità di «promozione e difesa della vita, soprattutto nel diretto rapporto che essi hanno con la morale cristiana e le direttive del Magistero della Chiesa». Dall'agosto 2016 il presidente incaricato da Papa Francesco è monsignor Vincenzo Paglia, già presidente del vecchio Pontificio consiglio per la famiglia, oggi confluito nel neo dicastero su laici, famiglia e vita diretto dal cardinale statunitense Kevin Farrel.
Monsignor Paglia, contestualmente, è divenuto anche Gran Cancelliere dell'Istituto Giovanni Paolo II per Studi su Matrimonio e Famiglia, l'altra creatura del santo papa polacco, voluta per la difesa e la promozione della famiglia secondo il disegno di Dio. Nel chirografo che nominava Paglia al nuovo doppio ruolo, il Papa dava le linee per lo sviluppo di questi importanti enti: «dal Concilio Ecumenico Vaticano II ad oggi il Magistero della Chiesa su tali temi si è sviluppato in maniera ampia ed approfondita. E il recente Sinodo sulla Famiglia, con l’Esortazione Apostolica Amoris laetitia, ne ha ulteriormente allargato e approfondito i contenuti. È mia intenzione che gli Istituti posti sotto la tua guida si impegnino in maniera rinnovata nell’approfondimento e nella diffusione del Magistero, confrontandosi con le sfide della cultura contemporanea».
AMORIS LAETITIA NUOVO PARADIGMA
Una delle stelle polari per l'orientamento della Pontificia Accademia per la vita è stata senz'altro l'istruzione della Dottrina della fede Donum vitae, pubblicata dall'allora cardinale Joseph Ratzinger nel 1987. Insieme alla celebre enciclica Humane vitae del beato Paolo VI, l'istruzione pone basi molto solide sulla difesa della vita e per l'amore autenticamente umano. Oggi il punto di riferimento principale è Amoris laetitia, con il suo cambio di passo pastorale che molti vorrebbero intravedere come cambio di paradigma della teologia morale, capace così di “riformare” molti approcci che derivano dal magistero precedente. Non sappiamo se le nomine dei nuovi membri ordinari hanno tenuto conto di questa interpretazione di rinnovamento, certamente offrono diversi spunti di riflessione.
I DEPENNATI
Luke Gormally (Inghilterra), Josef Maria Seifert (Austria) e John Finnis (USA), sono tre nomi scomparsi dalla lista dei membri della Pontificia Accademia e tutti e tre risultano essere stati apertamente critici nei confronti di alcuni passi dell'esortazione Amoris laetitia. Stessa sorte è toccata a due note attiviste pro life di fama internazionale, Maria Mercedes Arzu de Wilson e Christine De Marcellus Vollmer, tra le prime nominate nell'Accademia direttamente da Giovanni Paolo II e anche loro critiche su certe posizioni di Francesco su famiglia e vita.
Colpisce l'esclusione di Thomas William Hilgers (Usa), ginecologo molto noto sopratutto per gli studi sui metodi naturali di regolazione delle nascite. La sua esclusione, a quanto trapela, è un duro colpo per l'enciclica Humanae vitae e per l'sitruzione Donum vitae, visto che è sempre stato un fedelissimo di quel magistero e un duro oppositore a contraccezione e fecondazione assistita.
Altri esclusi sono Philippe Schepens (Belgio), figura ben nota tra i medici cattolici del suo paese ed europei per la sua difesa appassionata dell’etica medica ippocratica; Jaroslav Sturma (Repubblica Ceca), psicologo e psicoterapeuta, l’unico sinora, insieme al tedesco Manfred Lütz (lui sì, riconfermato a membro ordinario), rappresentante di queste discipline tra gli ordinari dell’Accademia, forse escluso perché vicino a psicologi e psicoterapeuti che considerano l’omosessualità un disordine psichico-affettivo e sono contrari alle teorie gender e LGBT. Fuori anche due italiani, Domenico Di Virgilio e Gianluigi Gigli.
I CONFERMATI
Francesco D’Agostino (Presidente Onorario del Comitato di Bioetica), Adriano Pessina (Direttore del Centro di Bioetica dell’Università Cattolica), John Haas (presidente del Centro Nazionale Cattolico di Bioetica degli Usa, legato alla potente Conferenza Episcopale degli Usa e amico del Cardinale Farrell), Mons. Angel Rodriguez Luño (Professore di teologia morale alla Pontificia Università della Santa Croce e consultore della Congregazione per la Dottrina della Fede, presso la quale è molto ascoltato dal Cardinale Mueller), Carl Albert Anderson (Usa, Presidente dei Cavalieri di Colombo, che finora hanno generosamente finanziato sia l’Accademia che il Pontificio Istituto Giovanni Paolo II), Jean-Marie Lé Mené (francese, Presidente della Fondazione Jérôme Lejeune, che cura la diffusione pensiero e delle opere del primo presidente dell’Accademia di cui è aperta la causa di beatificazione); Mons. Daniel Nlandu Mayi (Congo) vescovo e Presidente del Servizio Centrale di Educazione alla Vita del Congo. Si tratta, in quasi tutti questi casi, di personalità che hanno posizioni, per così dire, “classiche” in materia di teologia morale, ma sono anche figure molto “diplomatiche”, che ben difficilmente riusciranno ad essere apertamente controcorrente.
Due conferme di altro profilo e di sicura dottrina sono certamente il cardinale olandese Willem Jacobus EijK e l’arcivescovo australiano di Sidney monsignor Anthony Colin Fisher. Bisognerà capire come si muoveranno in questo nuovo contesto.
LE NOVITA'
La prima rilevante novità è l'ingresso di Angelo Vescovi, in ottimi rapporti con monsignor Paglia, il biologo e farmacologo italiano è direttore scientifico della Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo (incarico su cui lo stesso Paglia avrebbe speso una buona parola). Si occupa in particolare di ricerca sulle cellule staminali adulte, ma secondo gli addetti ai lavori sulle riviste di settore non si è mai espresso contro la ricerca sulle staminali embrionali fatta dai suoi colleghi. Qualche anno fa, purtroppo, fu coinvolto in un macabro episodio accaduto all'Università Bicocca di Milano: nel laboratorio di cui era responsabile venne ritrovato un feto umano morto dell'età apparente di 4-5 mesi. Lui parlò di «sabotaggio» e non vi furono conseguenze penali.
Nuova nomina è anche quella del filosofo Nigel Biggar, statunitense. Secondo quanto riporta il Catholic Herald, in un dialogo con Peter Singer del 2011 a proposito dell'aborto, avrebbe detto che «non è chiaro se il feto umano è lo stesso tipo di cosa di un adulto. Diventa allora una questione di dove noi tracciamo la linea».
Ci sono poi alcune nomine di non cattolici, il giapponese Shinya Yamanaka, Direttore e Professore del Centro di Ricerca e Applicazione delle cellule staminali presso l'Università di Kyoto, Premio Nobel per la Medicina 2012; l’ebreo professor Avraham Steinberg (Israele, Direttore dell'Unità di Etica della Medicina presso lo Shaare Zedek Medical Center di Gerusalemme, Direttore del Comitato Editoriale della Talmudic Encyclopedia; e l’arabo tunisino professor Mohamed Haddad, Professore di Civilizzazione Araba e Religioni comparate presso l'Università di Carthage Istituto Superiore di Lingue di Tunisi.
In generale, dicono dalle sacre stanze, i filosofi e i teologi moralisti di nuova nomina, in linea generale, sono più possibilisti su materie quali la contraccezione, fecondazione in vitro, orientamenti sessuali, eutanasia passiva e altri temi delicatissimi. Per esempio il professore italiano, don Maurizio Chiodi, Docente di Teologia Morale Fondamentale presso l'Istituto Superiore di Scienze Religiose in Bergamo e presso la Facoltà Teologica dell'Italia Settentrionale in Milano, nelle sue lezioni e nelle sue conferenze non ha mai nascosto critiche contro molti aspetti dell’insegnamento di Humanae vitae e della Donum vitae e anche contro qualche paragrafo di Evangelium vitae.
MEMBRI AD HONOREM
Sono il cardinale Carlo Caffarra, lo spagnolo monsignor Carrasco de Paula e il cardinale Elio Sgreccia, presidenti emeriti della Pontificia Accademia, la signora Birthe Lejuene, moglie del primo Presidente della Pontificia Accademia per la Vita, il Servo di Dio Jérôme Lejeune, e Juan de Dios Vial Correa, Rettore Magnifico emerito della Pontificia Università Cattolica di Santiago del Cile (Cile).