A Vestignano la chiesa dei Santi Martino e Giorgio
Una volta varcato il portale di ingresso si resta stupiti per lo straordinario ciclo di opere a fresco che custodisce...
Il mese di giugno è consacrato alle grandi festività cristologiche dell’Ascensione, della Pentecoste e del Corpus Domini e ancora una volta cercheremo di proporre luoghi che uniscano alle bellezze artistiche e del paesaggio la possibilità di riflettere sui grandi temi dell’avvenimento cristiano.
Per l’itinerario dedicato all’Ascensione andremo inaspettatamente a visitare un castello marchigiano, la rocca di Vestignano nel comune di Caldarola.
Caldarola si trova in provincia di Macerata e si raggiunge comodamente con la superstrada Val di Chienti, che a Civitanova Marche si collega con l’autostrada A14. Caldarola è un paese di grande interesse artistico, come molte località delle marche, e il piccolo centro storico merita un’attenta visita per il particolare impianto urbanistico, voluto nel Cinquecento dal Cardinale Evangelista Pallotta. Il Pallotta ricrea il borgo trasformandolo in una piccola città ideale impostata su di un rigoroso impianto ortogonale, collocando residenze pubbliche e private, istituzione laiche e religiose in modo tale da creare un piano unitario sulla falsariga dei grandi progetti cinquecenteschi promossi da Papa Sisto V a Roma. Il Pallotta fu infatti uno stretto collaboratore del Pontefice e dal 1589 al 1620 Prefetto della Fabbrica di San Pietro.
Dopo aver visitato i principali punti di interesse della cittadina, ovvero il Castello Pallotta, il Palazzo dei Cardinali, la Collegiata di San Martino il Santuario di Santa Maria del Monte proponiamo di uscire dal borgo e di salire a Vestignano per visitarne l’antichissimo castello.
Castello e minuscolo borgo risalgono almeno al X secolo, quando il nome compare in una lista di possedimenti dell’Abbazia di San Clemente a Casauria. Nel XII Vestignano è cresciuta e probabilmente a quest’epoca risale la chiesa dei Santi Martino e Giorgio, costruita extra moenia. Nel corso del XV e XVI secolo la popolazione azione aumenta, il borgo prospera e questo spiega la presenza di una committenza che arricchisce di opere d’arte chiesa e castello.
La chiesa dei Santi Martino e Giorgio è esempio emblematico di questo fenomeno: una volta varcato il portale di ingresso si resta stupiti per lo straordinario ciclo di opere a fresco che custodisce. Alla scuola folignate del Quattrocento risalgono un’adorazione dei Magi, una Vergine col Bambino e un Santo non identificato, mentre alla bottega cinquecentesca di Giovanni Andrea e Simone De Magistris si devono gli affreschi della navata e della transenna absidale. Simone, una del figure di maggior interesse del manierismo italiano, realizza questi ultimi. Proprio qui è possibile contemplare la splendida Ascensione realizzata dall’artista tra il 1587 e il 1588, insieme alla altre opere del ciclo che comprendono la Crocifissione, San Martino e San Giorgio, l’Assunzione della Vergine.
L’Ascensione di Simone de Magistris porta in un isolato borgo appenninico la bellezza dell’arte e l’eco della pittura del grande maestro Lorenzo Lotto, di cui fu allievo a Loreto, unite alla visibile espressione di un autentico sentimento religioso, che fanno di lui uno dei più interessanti interpreti del linguaggio artistico della Riforma Cattolica.
PAPILLON A CALDAROLA CONSIGLIA
Per gli acquisti golosi:
Le soste golose saranno alla Salumeria Vito (corso Cairoli Fratelli, 123 • tel. 0733234180) di Macerata, dove si trovano salumi tipici, dal ciauscolo al salame di Fabriano fino a salsicce e coppa di testa. E a Camerino dove invece è possibile procurarsi uno dei torroni più buoni d'Italia, quello prodotto da Casa Francucci (località Rio, 4 • tel. 0737636775) da una ricetta del 1690 che prevede come ingredienti mandorle pelate, tritate e tostate, zucchero, miele millefiori e albumi montati a neve.
Per i vini:
E’ cantina che vale il viaggio Valturio (Via dei Pelasgi, 10 • tel.0722 728049 ) di Macerata Feltria, realtà che ha ricevuto per le sue produzioni il premio “Top Hundred – I migliori 100 vini d’Italia” dal club di Papillon. Parte dei vitigni sono selezioni clonali di Sangiovese, ma sono stati impiantati anche Alicante, Rebo e Pinot Nero. Attualmente l’azienda produce tre rossi: “Valturio”, da uve Sangiovese, “Solco”, un Rebo in purezza, e “Olmo”, ottenuto da uve Sangiovese e Montepulciano.
Per mangiare:
È da provare Le Case (loc. Mozzavinci, 16 • tel. 0733231897) di Macerata che è resort, fattoria biologica, enoteca e ristorante di grande qualità, condotto da Francesca Giosuè. L'originalità della cucina con le erbe dello chef Michele Biagiola ha fatto vincere a Le Case il premio Golosario per la cucina creativa. Tra i piatti da non perdere: tagliatelle agli scampi, caccialepri e seppie crude o la zuppa d'erbe e pan rifatto con raviolo di merluzzo ripieno al formaggio. Al dessert imperdibili “fiesta ti tenta tre volte tanto”, il fondente al cioccolato con lampone e granita di violetta e la crema pasticciera fatta con le uova della casa
Per dormire:
Non distante da Caldarola si trova la celebre abbazia di Fiastra del XII secolo, uno tra gli esempi meglio conservati di architettura cistercense in Italia, con l'antico chiostro, le grotte e gli affreschi della scuola di Salimbeni. Poiché è meta davvero imperdibile, tra gli alberghi dove pernottare, è meta affidabile l'hotel La Foresteria (tel. 0733201125) a Tolentino, che offre 24 camere e il ristorante.