Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi

VISTO E MANGIATO

A Spiazzi, in visita alla Madonna della Corona

Un’ ora e mezza di cammino e di preghiera che permette di raggiungere uno dei luoghi più suggestivi del Monte Baldo.

Visto e mangiato 21_05_2011
Spiazzi

opera arteOgni sabato dell’anno, alle ore 15.00, dal paese di Brentino si parte a piedi lungo l’antico sentiero del pellegrino e si sale fino al Santuario della Madonna della Corona. Un’ ora e mezza di cammino e di preghiera che permette di raggiungere uno dei luoghi più suggestivi del Monte Baldo, storico centro di arte e fede a strapiombo sulla valle dell’Adige, a 774 metri di quota. Chi non riuscisse a salire a piedi può raggiungere il santuario anche in automobile, uscendo dall’autostrada del Brennero ad Affi e seguendo le indicazioni per Spiazzi-Ferrara di Monte Baldo.

L’origine del santuario rimanda, come spesso accade, ad un evento miracoloso: l’apparizione, il 24 giugno 1522, di un simulacro in pietra della Vergine Addolorata, che divenne subito oggetto di venerazione. In realtà si dovrebbe trattare di un dono, una statua ex voto offerta dalla famiglia aristocratica dei Castelbarco ai pii eremiti che già dimoravano nell’isolata località di Spiazzi. La fama di santità degli eremiti e la venerazione per la Vergine solennizzata dalla statua cominciarono ad attrarre pellegrini e devoti e ben presto si dovette erigere un vero e proprio luogo di culto. Il nucleo primitivo del santuario era costituito un piccola cappella inaugurata nel 1530, dopo l’importante visita del Vescovo di Verona, Gian Matteo Giberti. A questo nucleo primitivo seguì la costruzione di una chiesa più grande, protrattasi dal 1625 al 1680. Alla fine dell’Ottocento si volle allungare la chiesa di circa due metri e la nuova facciata fu realizzata in stile neogotico. Lavori di miglioria continuarono nella prima metà del secolo, ad esempio il rifacimento in marmi pregiati della nicchia contenente la statua della Vergine Addolorata.

Lavorare in questo particolare luogo fu certamente un’impresa eroica, i materiali da costruzione, prima dell’apertura nel 1922 di una galleria e di una strada carrozzabile, venivano calati tramite argani, funi e corde dalla sommità dello sperone di roccia sovrastante il santuario, segno ancor più tangibile di una fede che realmente smuove le montagne: il santuario è veramente parte della roccia, della montagna stessa che lo ricopre come una naturale tettoia per più di tre quarti e forma la parete della navata sinistra e dell’abside.
Questo definitivo e solenne aspetto è frutto delle opere intraprese nel Novecento: tra il 1946 e il 1949 la chiesa venne ampliata nella parte presbiteriale, scavando nella roccia, e ancora più radicali lavori di ristrutturazione ed ampliamento vennero promossi in occasione dell’anno Santo del 1975.

L’interno si presenta a semplice forma di croce latina e tutti gli elementi più importanti, come l’ambone, l’altare, il tabernacolo, la statua della Vergine appaiono in sequenza a chi si affaccia dall’ingresso principale.
Giovanni Paolo II visitò il santuario il 17 aprile 1988 e per quell’occasione furono portati a termine gli ultimi lavori intrapresi nell’area absidale, tra cui il collocamento della statua dell’Addolorata sotto una duplice corona, di spine e di angeli in gloria, per dare significato alla sofferenza umana non dimenticando mai il valore della speranza cristiana, certezza nel futuro.

papillonPAPILLON CONSIGLIA
Per gli acquisti golosi:

Essere vicini al lago di Garda, questa settimana consente di partecipare allo straordinario Salotto di Papillon (info: www.clubpapillon.it) dal titolo L'Ascolto dei Sapori Bresciani, in programma domenica 22 maggio, nella splendida cornice del Grand Hotel Gardone Riviera. Oltre a poter assaggiare i prodotti delle decine di espositori che saran presenti con le loro cose buone, in programma, alle ore 10, “colazione memorabile” dal titolo "Il Risveglio bresciano", con le chicche delle migliori pasticcerie bresciane della GuidaCriticaGolosa, alle ore 12 “Aperitivo Dannunziano” (ideato dal barman del Grand Hotel Gardone, Massimo Mannella) e in contemporanea, fino alle ore 14,30, possibilità di gustare piatti della tradizione come Trota marinata con gli agrumi del Garda, Casoncelli alla Bresciana conditi con burro e salvia, Luccio alla Gardesana con polenta e Bocconcino di Brasato al Groppello con polenta. Nel pomeriggio, alle ore 17, talk show con i titolari delle realtà virtuose di questa terra.

Per i vini:

La vicinanza delle zone in cui nasce uno dei più grandi vini d’Italia, ovvero l’Amarone, suggerisce di visitare la Tenuta Sant’Antonio (tel. 045 7650383) di Mezzane di Sotto gestita dai fratelli Armando, Tiziano, Paolo e Massimo Castagnedi, il cui Amarone, appunto, che conquista con il colore rosso rubino fitto, i suoi profumi di piccoli frutti, e i sentori di tabacco, spezie, cioccolato, il suo sorso di grande struttura ed equilibrio, ideale per selvaggina e formaggi a pasta dura.

Per mangiare:

È tavola golosa da provare, un locale che ci porta da Spiazzi di Ferrara di Monte Baldo nel vicino Trentino: è La cacciatora (via Canè, 133 • tel. 0461650124) di Mezzocorona (Tn). Il cuoco è giovane, il personale di sala preparatissimo, la carta dei vini intelligente. Da provare i canederli ai formaggi trentini e ragù di porcini, tra i secondi la lepre in salmì con la polenta e lo stinchetto di maialino al forno, le lumache alla trentina prima di chiudere con il semifreddo al miele

Per dormire:

Sonno e relax al Grand Hotel Gardone (via Zanardelli, 84 – tel 036520261) di Gardone Riviera, primo albergo del lago di Garda, costruito nel 1884, che testimonia l'eleganza e lo stile di un'epoca e che ha ospitato celebrità come re Giorgio di Sassonia, d'Annunzio, Churchill, Nabokov, Maugham e Sabin. La facciata a lago è maestosa, e acquista un fascino unico alla sera, grazie a suggestivi giochi di luce ed ombre. Per il soggiorno, a disposizione 167 camere e junior suites, con terrazze panoramiche sul lago, dotate di ogni comfort, ristorante di valore, welness zone, piscina e solarium.