A scuola di gender con la Piattaforma Elisa
Nella Piattaforma Elisa voluta dal Ministero dell’istruzione gli insegnanti devono essere formati al credo gender per «stimolare la conoscenza e la curiosità sule tematiche inerenti [...] le minoranze sessuali».
La Piattaforma Elisa consiste in corsi on line, attivati dal Ministero dell’istruzione, sul bullismo e il cyberbullismo. Dietro questo intento si cela in realtà la volontà di sdoganare la teoria gender.
In ogni scuola almeno due insegnanti devono seguire questi corsi volti a offrire una «rappresentazione positiva delle persone lgbt+». I docenti sono tenuti a fornire «a colleghi, genitori e ragazzi le informazioni corrette in merito all’orientamento sessuale e all’identità di genere» e a realizzare «piani didattici che possano stimolare la conoscenza e la curiosità sule tematiche inerenti la sessualità e le minoranze sessuali». Tra le altre informazioni, gli insegnanti devono spiegare ai ragazzi che non esiste una sola “identità di genere” e un solo orientamento sessuale, bensì esistono anche gli «agender», i «pangender» e le «transfemmine», ad esempio.
Il progetto di omosessualizzazione delle nuove generazioni continua.