Sinodo e giovani, per ora prevale il sociologismo
In occasione della XXXIII Giornata mondiale della Gioventù, celebrata ieri, è stato consegnato a Papa Francesco il documento finale del pre-Sinodo dei giovani, che si limita a una fotografia di ciò che i rappresentanti dei giovani pensano della Chiesa e della fede.
- PARTENZA CON IL PIEDE SBAGLIATO, di Robert Royal
«Ci sono molti modi per rendere i giovani silenziosi e invisibili», ha detto il Papa nell’omelia pronunciata nella celebrazione liturgica della Domenica delle Palme. «Molti modi di anestetizzarli e addormentarli perché non facciano “rumore”, perché non si facciano domande e non si mettano in discussione». Francesco, invece, come ebbe modo di dire già nella Gmg di Rio nel 2013, vuole dei giovani che facciano «casino», capaci di «fare chiasso e smuovere la Chiesa».
IL DOCUMENTO PER IL SINODO DEI GIOVANI
Ieri si celebrava la ricorrenza diocesana della XXXIII Giornata Mondiale della Gioventù e al termine della messa è stato consegnato al Papa il documento conclusivo della riunione pre-sinodale che si è tenuta a Roma dal 19 al 24 marzo. Un atto preparatorio in vista del Sinodo dei Vescovi in programma per l’ottobre 2018, sul tema “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale”. 300 giovani da tutto il mondo, di diverse fedi e anche non credenti, hanno lavorato nella logica della sinodalità cara a Francesco, parlando con “parresia”, anzi con «faccia tosta» come ha chiesto lo stesso papa Bergoglio in apertura dei lavori. Insieme a loro altri 15.000 giovani collegati tramite i social network.
Ne è uscito un documento di quindici pagine diviso in tre parti: la prima sulle sfide e le opportunità dei giovani nel mondo di oggi, la seconda su fede, vocazione e discernimento, la terza sulle attività formative e pastorali della Chiesa. Un riassunto concepito come il frutto del lavoro di 20 gruppi linguistici, e di ulteriori 6 gruppi tramite i social media, nella logica appunto di non silenziare i ragazzi, ma di mettersi in ascolto. Ma al di là di questo “ascolto”, di questa specie di fotografia di quello che pensano questi giovani sulla fede e sulla Chiesa, il documento non va. E comunque l’idea di ascoltare “il popolo” in vista di una riunione di vescovi non è una novità, un metodo analogo è stato seguito anche per il doppio Sinodo sulla famiglia tenuto nel 2014 e nel 2015.
LA CHIESA
In apertura una riflessione sulla Chiesa che, purtroppo, non sembra troppo rivoluzionaria, ma qualcosa di già sentito. «Molte volte la Chiesa appare come troppo severa ed è spesso associata ad un eccessivo moralismo», si legge nel testo. «A volte, nella Chiesa, è difficile superare la logica del “si è sempre fatto così”. Abbiamo bisogno di una Chiesa accogliente e misericordiosa, che apprezza le sue radici e i suoi tesori, amando tutti, anche quelli che non seguono quelli che crediamo essere gli “standard”». Come ha detto il cardinale Lorenzo Baldisserri durante la conferenza stampa di presentazione del testo, «i giovani si aspettano una Chiesa che sappia riconoscere con umiltà gli errori del passato e del presente e impegnarsi con coraggio a vivere ciò che professa». Una frase piuttosto generica, vedremo se e cosa suggerirà ai vescovi riuniti in assemblea nell’ottobre prossimo.
TEMI ETICI
Una verità il documento la coglie certamente, quando si legge che «c’è spesso grande disaccordo tra i giovani, sia nella Chiesa che nel mondo, riguardo a quegli insegnamenti che oggi sono particolarmente dibattuti». Il riferimento è a contraccezione, aborto, omosessualità, convivenza, matrimonio e anche come viene percepito il sacerdozio nelle diverse realtà della Chiesa. Su queste questioni il dibattito è «aperto», indipendentemente dal «livello di comprensione degli insegnamenti della Chiesa» e «nonostante questo dibattito interno, i giovani cattolici le cui convinzioni sono in contrasto con l’insegnamento ufficiale desiderano comunque essere parte della Chiesa». E comunque si registra anche che «molti giovani cattolici accettano questi insegnamenti e trovano in essi una fonte di gioia. Desiderano che la Chiesa non solo si tenga ben salda ai suoi insegnamenti, sebbene impopolari, ma li proclami anche con maggiore profondità».
DONNE E ABUSI
Alla fine dal testo, spesso un semplice riassunto di posizioni antitetiche e solo accennate, sembrano emergere solo due indicazioni particolarmente forti. Quella che chiede alla Chiesa di continuare la “tolleranza zero” nei confronti dei casi di abuso su minori e ridurre la «cattiva amministrazione delle ricchezze e del potere». Su questo sembra che i ragazzi riuniti a Roma per il pre-Sinodo abbiano trovato un accordo, visto che scrivono che la Chiesa «così riconoscendosi umile e umana potrà aumentare la propria credibilità e la capacità di entrare in empatia con tutti i giovani del mondo».
L’altra indicazione abbastanza schietta riguarda il ruolo delle donne nella Chiesa, che deve essere approfondito e meglio valorizzato. «Un’altra percezione comune di molti giovani è la mancanza di chiarezza sul ruolo delle donne nella Chiesa», si legge nel testo. «Se già da una parte è difficile per i giovani sentire un senso di appartenenza e leadership nella Chiesa, lo è ancora di più per le giovani donne. Per questo, sarebbe d’aiuto se la Chiesa non solo affermasse il ruolo della donna, ma che anche aiutasse i giovani a esplorarlo e a comprenderlo sempre più chiaramente.
Se questa è la “Chiesa giovane” che ha parlato, vale ancora il famoso invito che Giovanni Paolo II, il papa a cui si devono le Gmg, ha sempre rivolto ai giovani: «Spalancate le porte a Cristo!». Così accanto al giusto ascolto dei ragazzi c’è anche una proposta di vita capace di uscire dalle inevitabili secche della sociologia o della psicologia.