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CONFERENZA STAMPA

Papa, un linguaggio contraddittorio ma calcolato

La conferenza stampa di ritorno da Panama ha confermato la tendenza del Papa a usare un linguaggio con affermazioni che si contraddicono, così che alla fine chi lo ascolta coglie ciò che più gli fa comodo. Ma a un esame più attento la direzione in cui intende andare appare chiara. 

Editoriali 29_01_2019

La conferenza stampa in aereo di papa Francesco al ritorno da Panama ha come sempre offerto spunti interessanti. Tenendo sempre presente che non di magistero si tratta, ma di opinioni personali e che come tali sono opinabili, pur tuttavia solo per il fatto che quei giudizi li dia il Papa sono destinati a orientare l’opinione pubblica cattolica e a creare la percezione di cosa sia la Chiesa tra coloro che cattolici non sono. Inoltre vale la pena parlarne anche perché da una parte forniscono un’indicazione di metodo riguardo al modo di ragionare del Papa, dall’altro offrono indicazioni sulle scelte pastorali che sta compiendo o intende compiere.

Il fattore principale che salta agli occhi è il modo contraddittorio di esprimersi, l’affermare un giudizio ma anche il suo opposto, tale che dai suoi discorsi ognuno trae ciò che gli interessa. Esempio evidente è la risposta data ieri riguardo al celibato sacerdotale. Nella prima parte ha difeso a spada tratta il “dono” del celibato, la sua perenne validità che egli non intende neanche lontanamente mettere in discussione. Poi però ecco l’eccezione: «Soltanto rimarrebbe qualche possibilità nei posti lontanissimi, penso alle isole del Pacifico, ma è qualcosa da pensare quando c’è necessità pastorale». Vale a dire: se mancano i preti e l’eucarestia può essere distribuita raramente, allora… Allora si capisce perché qualche testata giornalistica titola sul celibato che non si tocca e qualche altra sulle aperture ai preti sposati. Dal suo discorso ognuno può prendere la parte che più gli fa comodo.

In realtà andando più a fondo della sua risposta, è chiaro che siamo sempre al metodo di “iniziare i processi” che gli è tanto caro. Si comincia con le eccezioni: i posti lontani, preti che visitano le comunità una volta l’anno (ma questo non è un problema nuovo, eppure non è mai stata presa in considerazione dai Papi l’eventualità di preti sposati), poi le eccezioni diventano rapidamente la regola. Del resto i vescovi tedeschi già si sono messi su questa strada e il tema dei “viri probati” terrà banco al prossimo Sinodo dell’Amazzonia che si svolgerà in ottobre a Roma.

Il Papa ha buttato lì anche le tesi di un certo padre Fritz Lobinger riguardo a una forma di sacerdozio “ridotto” per gli uomini sposati, dando l’impressione di un’idea estemporanea, non pensata veramente, tanto per dire che ci sono tante ipotesi da studiare. Bugia, in realtà è una strada pensata già da molto tempo: il cardinale Reinhard Marx, presidente dei vescovi tedeschi e uno dei più stretti collaboratori del Papa, ha detto nel novembre 2017, proprio riferendosi al tema dei preti sposati, che papa Francesco già nel 2015, nel corso della visita ad limina dei vescovi tedeschi, aveva raccomandato di leggere le opere di padre Lobinger. Quindi, appare chiaro dove si voglia andare a parare.

Altro esempio di questo modo ondivago di parlare è quello che riguarda i migranti. Il tema dell’accoglienza, dei confini aperti, dell’accogliere tutti è un vero martellamento in questo pontificato, al punto che tra i fan più sfegatati di papa Francesco si comincia a chiedere la scomunica anche solo per chi vuole porre un freno all’immigrazione irregolare. Ma ieri, e ad onor del vero non è la prima volta, il Papa ha fatto un discorso ben più moderato e articolato, arrivando perfino a sostenere il concetto dell’«aiutiamoli a casa loro». Parole che sarebbero state plausibili anche in bocca a Matteo Salvini. E ancora una volta ognuno prende dai discorsi del Papa ciò che più lo accomoda.

Anche in questo caso però il reale processo che il Papa ha iniziato lo si deve comprendere dall’insieme degli interventi e dai meccanismi che mette in moto: a fronte di qualche regola che ogni tanto mette al principio dell’accoglienza, sta una dose massiccia di interventi e gesti a sostegno di chi sostiene l’abolizione dei confini nazionali. E ci sono perfino dei vescovi – come abbiamo visto anche ieri – che sono diventati dei veri e propri ultras.

In ogni caso, questo modo di proporre il suo pensiero inevitabilmente crea confusione, frustrazione e divisione, e lo si vede dal modo in cui osservatori e tanti fedeli si combattono a colpi di citazioni del Papa che si contraddicono l’un l’altra.