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libro choc

Orgasmo come paradiso, la porno-teologia di Fernández

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Orgasmo come anticipazione del Paradiso. Emerge dall'oblio La Pasión Mística, un libro choc pubblicato nel 1998 dall'attuale Prefetto del Ddf Victor Fernández. Un'attenzione morbosa all'unione sessuale come atto sganciato dalla procreazione e come solo piacere. Con un "patologico" racconto di una esperienza mistico-erotica.
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Ecclesia 08_01_2024 English Español

Dopo la “teologia” del bacio, quella dell’orgasmo. Un libro tratto dal dimenticatoio porta agli occhi di tutti molte ombre della personalità del nuovo prefetto del Dicastero per la Dottrina della Fede. 

Correva l’anno 1998: Victor M. Fernández era sacerdote da dodici anni, da dieci licenziato in Teologia biblica alla Gregoriana e da otto dottore in Teologia presso la Pontificia Università Cattolica Argentina di Buenos Aires. In quell’anno, Tucho pubblicava, per le Ediciones Dabar, un libro dal titolo La Pasión Mística. Espiritualidad y Sensualidad, letteralmente un libro di “pornoteologia”, nel quale Tucho indugiava morbosamente nei dettagli della vita erotica e dell’orgasmo. Un libro che seguiva di appena tre anni quello più noto sul bacio Sáname con tu boca. El arte de besar, pubblicazione che venne riesumata in occasione della sua nomina a Prefetto del Dicastero per la Dottrina della Fede e di fronte alla quale egli si era difeso dicendo che si trattava di un libretto che raccoglieva una catechesi per adolescenti, quando era giovane parroco. Visto il bis, Tucho doveva amare molto i libretti per adolescenti... 

Il libro del 1998 sparì dalla faccia della terra e non se ne seppe più nulla. Fernández, dal 1993 vicedecano della Facoltà di Teologia dell’Università di Buenos Aires, poté così spiccare il volo e diventare prima decano, poi vicepreside dell’Università Pontificia della capitale argentina (2002), e infine rettore (2011). Qualcuno però deve aver provato un certo fastidio nel vedere questo personaggio, senza meriti né adeguate competenze, giungere alla carica di Prefetto del DDF e demolire, documento dopo documento, quel che rimane di sano nella Chiesa cattolica. Particolarmente indigesta è stata l’ultima trovata di umiliare la Chiesa di fronte al mondo, permettendo la benedizione delle coppie sodomite tramite la Dichiarazione dello scorso 18 dicembre, e con la ridicola giustificazione data dal Comunicato stampa del 4 gennaio, quella delle benedizioni alla chetichella di 10-15 secondi. 

Il libro La Pasión Mística, poco più di novanta pagine, è dunque stato riesumato, e sono stati riproposti e tradotti in lingua inglese i capitoli più scandalosi (pp. 65-92), dei quali vi riportiamo qualche stralcio anche in italiano, perché possiate rendervi conto del tenore della pubblicazione. E ci scusiamo anticipatamente con i lettori per alcune espressioni. 

Mettiamo subito in chiaro che il problema non è certamente quello di affermare la positività del piacere sessuale nel progetto divino, né di comprendere che la differenza sessuale, così come le specifiche caratteristiche di una cultura e di un individuo, entrano certamente in gioco nella nostra relazione con Dio. Il punto è un altro, ossia l’ossessiva morbosità con cui Fernández indugia nei dettagli della vita erotica e, in specifico, dell’orgasmo.  

Un tratto palese, che fa sorgere più di qualche dubbio sulla dimensione a dir poco problematica dell’autore. Che in soli tre anni Tucho, impegnato ormai da tempo in una vita celibe in ragione del sacerdozio, non abbia potuto fare a meno di scrivere due libri dello stesso tenore, quasi a non riuscire a trattenersi dal trattare questi argomenti ed in una modalità pornografica, come minimo fa pensare. E auspichiamo che faccia pensare anche chi lo ha posto a capo di uno dei dicasteri più importanti della Curia romana. 

Chiunque abbia approcciato i cinque anni di catechesi di San Giovanni Paolo II sulla teologia del corpo, non ha mai potuto notare alcun indugio del Pontefice in inutili - ai fini della riflessione antropologica e teologica - dettagli erotici, che bisognerebbe tacere a motivo della concupiscenza che, piaccia o non piaccia, è entrata a sconvolgere il piano di Dio proprio nella dimensione della relazione sessuale. La prospettiva di Tucho appartiene invece, più alla tradizione tantrica, che a quella cristiana.  

Vediamo il contenuto di alcuni dei capitoli che abbiamo scelto di tradurre. Tucho dedica il capitolo sesto a descrivere «un’esperienza d’amore, un incontro appassionato con Gesù, che mi raccontò un’adolescente di sedici anni». Se si leggono i dettagli di questo racconto, ci si può facilmente rendere conto che questa «esperienza d’amore» rivela piuttosto chiaramente gli sconvolgimenti ormonali tipici dell’adolescenza. Tucho invece presenta senza alcun problema, quasi fosse un’autentica esperienza mistica, il desiderio di questa giovane di “toccare” Gesù nelle sue diverse parti del corpo. «Se tu sei il più bello, Gesù, perché non contemplarti, perché non ammirarti, perché non godere di te?» e via con l’elenco di questo “godimento”. 

Un parroco minimamente degno di questo nome, avrebbe dovuto moderare la fanciulla, metterla in guardia da un’errata traduzione di un comprensibile desiderio di intimità, da assumere ed ordinare, in una presunta esperienza mistica. Tucho invece prende questa esperienza, la battezza come «incontro appassionato con Gesù» e la sbatte sulla carta stampata, come exemplum della dimensione sessuale nella vita mistica.. 

Il capitolo successivo è ancor più patologico. Tutta una descrizione dettagliata della differenza tra l’orgasmo maschile e quello femminile, per poi vedere «se queste particolarità dell'uomo e della donna nell'orgasmo ricorrono in qualche modo anche nel rapporto mistico con Dio» e tirare in ballo (capitolo 8) santa Teresa d’Avila e santa Teresa del Bambin Gesù. 

Per poi concludere (capitolo 9) sulla «presenza di Dio nell’orgasmo della coppia». È da notare che Tucho parla sempre di coppia, di «unione sessuale come atto d’amore». Il suo focus non è dunque sull’atto coniugale, ma su quello meramente sessuale, che aprirebbe alla contemplazione divina in quanto “atto d’amore” che comporta piacere, non in quanto appunto donazione reciproca dei coniugi aperta alla vita. Scriveva il futuro Prefetto del DDF: «Se Dio può essere presente a quel livello della nostra esistenza, può essere presente anche quando due esseri umani si amano e raggiungono l'orgasmo; e quell'orgasmo, sperimentato alla presenza di Dio, può anche essere un sublime atto di adorazione di Dio». La deviazione è piuttosto evidente: l’orgasmo, raggiunto da «due esseri umani che si amano», diventa atto d’adorazione. Sposati, conviventi, omo o trans, sembra non essere un elemento discriminante: l’importante è che si amino e che raggiungano l’orgasmo. 

L’orgasmo, dunque, come ottavo sacramento? Di più: l’orgasmo come strada che conduce velocemente in Paradiso: «Così il piacere dell'orgasmo diventa un'anticipazione della meravigliosa festa dell'amore che è il paradiso». Perché, secondo Tucho, «il piacere sessuale non ostacola la spiritualità né la contemplazione, perché se l’unione sessuale è un atto d’amore, non fa altro che aprire il cuore, e così facilita la contemplazione di Dio». Non pare che la caratterizzazione di tale atto come coniugale sia decisiva per Fernández; l’importante è l’amore e il piacere. E nemmeno pare che gli sia presente la realistica prudenza cristiana, che sa molto bene che godere del piacere di un atto ordinato non è peccato, ma sa altrettanto bene che questo ordine, dopo il peccato originale, è frutto di una costante, coraggiosa e talvolta dolorosa ascesi. Tematiche non pervenute.                                                                                                                 

Un’ultima, banale, considerazione: che ne sa Tucho dei dettagli dell’orgasmo? In teoria, ordinato nel 1986, a 24 anni e, presumibilmente entrato in seminario almeno sei anni prima, a 18, non dovrebbe esserne molto addentro. Forse troppe confidenze morbose? Forse. E, per quanto indice di imprudenza, speriamo che sia così. 



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