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INTERVISTA/DI NOTO

Omertà sulla pedofilia: "La cultura la sta già accettando"

La foto della bimba abusata da tre donne non ha scandalizzato nessuno. Secondo don Di Noto, dell'associazione Meter, il silenzio è frutto della cultura edonista che permette ai pedofili di agire indisturbati: "La stampa, le istituzioni e i padroni di internet lasciano che il fenomeno cresca, mentre alcune sentenze e leggi la favoriscono. Ma bisogna agire perché Cristo ci chiama a curare le Sue piaghe".

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Attualità 25_01_2018

La foto di una bimba di circa 5 anni, seviziata da tre donne e circolata in rete non ha scandalizzato nessuno. Il silenzio seguito alla pubblicazione dell’associazione Meter, che da anni combatte la pedofilia, fa però a pugni con il clamore che fece parlare mezzo mondo di Aylan, il piccolo profugo fotografato a pancia in giù sulle rive della spiaggia di Bodrum. Perché in quel caso ci si scandalizzò? E perché tutti parlano della pedofilia nella Chiesa ma nessuno di un fenomeno che riguarda 18 milioni di bambini europei? Come mai si dipingono gli uomini come orchi mentre cresce il numero delle donne che abusano dei piccoli? E perché se tutti parlano dei diritti dei minori c'è tanta omertà? Don Fortunato Di Noto, presidente di Meter, risponde a tutte queste domande, chiarendo perché in realtà dei bambini non interessa a nessuno. 

Don Di Noto quale mondo si nasconde dietro la foto di questa piccola seviziata da tre donne?
Questa è solo una dei milioni di immagini e video che abbiamo denunciato alle forze dell'ordine di mezzo mondo. Perché il dilagare della pedopornografia non è un fatto solo italiano. Preciso che non mi interessa “spettacolarizzare” il dolore, ma che è nostra responsabilità dare almeno un dettaglio minimo di quanto sta avvenendo perché la gente tende a non voler vedere, a rimuovere il problema.
 

Si dice che non ci si possa fare molto, la rete è la rete…
Non è così. A inizio marzo uscirà il solito report mondiale che facciamo ogni anno: il panorama è agghiacciante e drammatico e coinvolge decine e decine di nazioni con server e provider che hanno responsabilità enormi. Questi hanno infatti sia i solidi e sia le capacità tecnologiche non solo per inibire ma per bloccare la pedopornografia e per collaborare con le forze dell'ordine. Invece, in nome della privacy, lasciano fare sapendo che esistono piattaforme temporanee di pedofili che continuano a cambiare, per cui circolano milioni di immagini e foto di abusi avvenuti. A milioni di bambini corrispondono milioni di violentatori oltre che di fruitori del materiale. Ma resta tutto impunito.

Da dove provengono tutti questi bambini abusati?
Non possiamo saperlo esattamente, ma possiamo ipotizzarlo dalla tipologia della location di video e foto: innanzitutto aumentano i neonati, perciò o vengono rapiti oppure le famiglie li vende. Parlo di bambini che vanno dagli 0 ai 13 anni. A volte le location sono ospedaliere a volte sono camere da letto, a volte sono tuguri delle periferie del mondo: si va da ambienti degradati africani ad anfratti metropolitani. Abbiamo anche segnalato alcune gallerie fotografiche con set fotografici allestiti con tende e tappeti. I bambini sono così piccoli che ci chiediamo: come trovare una soluzione? 

E cosa si risponde?
Che noi facciamo tutto quello che possiamo, ma da soli è impossibile non dico debellare ma almeno arginare e combattere il fenomeno: serve una seria attività globale in cui tutti gli Stati denuncino questo male lottando contro di esso. Anche perché internet ha amplificato il problema, con piattaforme, community, pagamenti tramite carta di credito via internet e ingenti guadagni per il pedopornografo, che nel 90 percento dei casi è anche soggetto attivo dell’abuso.

Perché gli Stati non si impegnano in questa lotta?
Qualcuno scaccia il pensiero dicendo che esageriamo o che produciamo bufale e pochi ci danno voce. È come se si volesse rimuovere il fatto, perché in fondo significa dover ripensare a tante storture sociali che ormai accogliamo come normali: siamo immersi in una società pansessualista che promuove l’istinto e il piacere in qualsiasi forma generando poi questi mostri. La pedofilia colpisce quindi i sistemi mentali culturali, per cui meno se ne parla meglio è.

Eppure quando si tratta di pedofilia nella Chiesa nessuno si tira indietro.
Scendono in piazza non per combattere il problema, che pur esiste, ma per attaccare la Chiesa. Altrimenti perché non vengono in piazza san Pietro con noi quando celebriamo la Giornata annuale dei bambini vittime della violenza? O perché non si preoccupano delle vittime? Tutti sbraitano contro l’omicidio delle donne, invece davanti al dettaglio di una bambina abusata con la croce al collo si fa silenzio, nessuno scende in piazza, nessuno forma le coscienze dei ragazzi, nessuno insegna il rispetto del copro, il coraggio di denunciare, né tanto meno la salvaguardia del bambino e della sua innocenza. Ho letto i programmi dei partiti candidati alle prossime elezioni e nessuno parla dell’allarme pedofilia, anzi se qualcuno parla dei bambini lo fa per sponsorizzare l'educazione sessuale e l'ideologia gender che significa l’opposto: sessualizzare i piccoli come vogliono i pedofili.

Beh ci sono genitori che pensano che sia giusto parlare del sesso ai piccoli, pensando che siccome è dilagante, tanto vale introdurli alla questione.
Per questo nessuno giudica veramente la pedofilia, perché giudicarla significa fare dietro front e smettere di parlare del sesso ai bambini, del sesso come di un diritto umano e del piacere slegato da ogni scopo e da ogni responsabilità. La pedofilia cresce proprio grazie al relativismo etico.

Eppure quando circolò la foto di Aylan, il piccolo profugo trovato a pancia in giù sulle rive della spiaggia di Bodrum, ci fu un’indignazione popolare. Come mai?
Sì, erano tutti costernati, mentre sulla bimba abusata da tre donne nessuno ha osato dire nulla. Pare che in entrambi i casi sia il parlare sia il tacere siano al servizio di un disegno ideologico. Nel caso di Aylan la protesta servì l'ideologia dell’immigrazione senza criterio, nel secondo caso il silenzio è servito all'ideologia pansessualista. In entrambi i casi i due bambini sono stati usati come strumenti del potere dominante, che appunto non ha alcun reale interesse per la difesa dei piccoli.

Ci può dare dei numeri e degli andamenti sulla pedofilia?
Ci sono organizzazioni internazionali, come Telefono Azzurro, che dicono di 18 milioni di minori abusati in Europa, dove l’uomo è diventato e si concepisce come un oggetto di piacere proiettando le proprie perversioni ovunque, anche sui bambini. Tanto che persino le donne ormai sono sempre più coinvolte nella pedofilia.

Nell’immaginario collettivo degli abusi e delle violenze ci sono sempre gli uomini. Come mai sempre più donne sono legate alla pedofilia?
Perché la perversione, la sessualità come un diritto senza responsabilità che genera storture immense tocca anche loro. Il relativismo e l’individualismo hanno tolto dignità all’essere umano privandolo così di protezioni difensive da una cultura omertosa che concepisce la persone come una libertà onnipotente. Colpisce che nemmeno il nazismo e le dittature sono riuscite a fare con i bambini ciò che fa la dittatura del relativismo in proporzioni così enormi. Non a caso Ratzinger disse che il relativismo è la più pericolosa delle dittature.

Sappiamo che molti riti satanici implicano l’abuso di bambini e neonati, come è emerso da alcune indagini dell’Fbi. Le risulta?
Sì, c’è anche questo fenomeno, solo che è difficile provarlo con certezza. Possiamo vedere dalle immagini una ritualità. In ogni caso è chiaro che la pedofilia è diabolica: soggioga i puri, gli innocenti che sono immagine di Dio.

Avete dati relativi all’Italia?
Ci sono 80 mila turisti che ogni anno dall’Italia vanno nei paesi del turismo sessuale pedofilo. Ma purtroppo i tour operator non denunciano, come spiegò l’Ente Bilaterale Nazionale del Turismo (Ebnt). C’è anche qui un’omertà incredibile. La legge italiana punisce chi va all’estero per abusare dei minori: ma da 20 anni, da quando la legge esiste, quante operazioni sono state fatte? Una sola, 20 anni fa appunto. 

È vero che culturalmente abbiamo ormai accettato qualsiasi perversione sessuale, per cui "se lo voglio e se mi va è un mio diritto", però qui ci sono di mezzo i bambini. Non resta un argine?
Resta fino a quando non diranno, come inziano a fare anche alcuni Stati e istituzioni internazionali, che il bambino ha diritti sessuali e che può essere consenziente. Per questo chiedo una mano a tutti gli uomini di buona volontà, affinché denuncino e diffondano una cultura preventiva: contro la sessualizzazione nelle scuole, facendo pressione sui padroni dei server perché proibiscano e perseguano la pedofilia.

Come agisce Meter?

Raggiungiamo decine di migliaia di studenti all’anno, quando ci permettono di entrare nelle scuole: anche se è molto più difficile per noi che per chi promuove l'opposto, l'ideologia gender. Formiamo anche i sacerdoti, i religiosi e gli insegnanti. Abbiamo una équipe che si occupa di accompagnare ogni anno le centinaia di vittime che ci contattano. Le sosteniamo nella vita e anche nei processi giudiziari che magari durano anni e ci costituiamo parte civile.

Lei ha paragonato la piccola abusata con la croce al collo come un piccolo Gesù crocifisso. È durissima stare davanti alla violenza delle violenze, quella contro l'innocenza. Come si fa?
Io posso guardare a questa sofferenza e a questa Croce, sapendo che può diventare occasione di riscatto, che Cristo ha vinto. Ciò non significa lavarsene le mani, ma anzi ci chiama a guarire le Sue piaghe, a contribuire alla salvezza e quindi ad amare e difendere questi bimbi che subiscono l’oltraggio degli oltraggi.