Il Parlamento della Germania fa esultare i pedofili
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Malgrado il dilagare del fenomeno, la maggioranza social-liberal-ambientalista del Bundestag riduce le pene previste per la detenzione e la distribuzione di materiale pedopornografico, declassandoli a reati minori. Esultano i gruppi pro-pedofilia.
La recente depenalizzazione della pornografia infantile in Germania, da parte della maggioranza socialista, liberale e ambientalista, con l’appoggio delle sinistre, è l’ennesima prova di un progressismo relativista senza tabù e senza rispetto per i più deboli. L'ultima decisione della maggioranza del Bundestag che aiuta a spiegare il collasso della civiltà tedesca – dopo la liberalizzazione della cannabis e la nuova e permissiva normativa sul cambio di genere sessuale – consiste nella depenalizzazione del possesso di materiale pedopornografico, declassandolo da reato grave a reato minore e riducendo le pene minime per il possesso e la distribuzione di materiali pedopornografici.
Il disegno di legge, che entrerà in vigore nelle prossime settimane, stabilisce che «il possesso e l'acquisizione dovrebbero essere punibili con una pena minima di tre mesi di reclusione, e la distribuzione con una pena minima di sei mesi di reclusione. I reati disciplinati dall'articolo 184b del Codice penale sono quindi classificati come reati minori».
L'Unione Cristiano-Democratica (CDU) e l'Unione Cristiano-Sociale di Baviera (CSU), che hanno votato contro, con l’AfD (Alternative für Deutschland), alle modifiche favorevoli alla pedofilia e pedopornografia, hanno dichiarato la propria ferma opposizione, convinti che la «distribuzione, il possesso e l'acquisizione di materiale pedopornografico devono, in linea di principio, rimanere classificati come reati». Contrarie anche le associazioni per la tutela dei minori, tra cui la "German Children's Aid – The Permanent Children's Representation" (Deutsche Kinderhilfe – Die ständige Kindervertretung), il cui presidente Rainer Becker, ha sottolineato che la Germania con le nuove norme potrebbe anche violare una direttiva dell'Unione Europea che classifica qualsiasi media pedopornografico come un grave reato penale.
Negli anni scorsi abbiamo denunciato l’enormità del fenomeno della pedopornografia in Germania e come interi apparati pubblici ne fossero implicati. La coalizione di sinistra, invece di contrastare il fenomeno disgustoso di abusi sui bambini, ha pesato di “governarlo” in senso permissivo. I legislatori di maggioranza hanno giustificato la loro decisione sostenendo che la depenalizzazione consente «la flessibilità necessaria» per affrontare la «grande percentuale di delinquenti minorenni» e favorisce anche i genitori e gli insegnanti che scoprono pornografia infantile sui dispositivi dei giovani e li trasmettono alle autorità competenti. Invece di rispondere alle eccezioni nella legge, per affrontare questo tipo di particolari necessità, socialisti, verdi, liberali e sinistre hanno declassato l’intero possesso e distribuzione di pornografia infantile. Bella soluzione che favorisce solo i pedofili!
Ovvia l’esultanza di alcuni gruppi favorevoli alla liberalizzazione della pedofilia, in particolare il “Krumme-13”, o semplicemente K13, che non ha solo elogiato il voto, ma si è anche lamentato del fatto che nessun politico si sia ancora «scusato con le migliaia e migliaia di persone colpite che sono state vittime» delle ormai defunte leggi penali. Ancora una volta queste sinistre e liberal relativisti hanno abusato del concetto di “consenso”, secondo il quale se tutte le parti acconsentono liberamente non c'è quasi nulla che possa essere giustamente proibito dalla legge. Tale pensare corrotto vale per giustificare la pedofilia e pedopornografia ma anche per il cambio di sesso (genere) di ragazzi ed infatti lo scorso 12 aprile la stessa maggioranza di governo e delle sinistre hanno approvato norme che favoriscono l’assunzione di bloccanti della pubertà o ormoni cross-sex, o di sottoporsi a interventi chirurgici irreversibili per bambini.
Questo incalzante procedere verso un progressismo retrogrado, barbaro e violento, nega l’evidenza che bimbi e minori non sono abbastanza maturi per comprendere le implicazioni o le conseguenze di una decisione, oltre che violare il diritto dei genitori nei confronti dei figli. In Germania, la depenalizzazione della pornografia infantile, come è ovvio che sia, porterà prevedibilmente alla proliferazione della pornografia infantile e ad un ritorno al peggior socialismo tribale, già sperimentato nelle comuni socialcomuniste tedesche degli anni ’70 con la “liberazione” dei bambini dalle inibizioni sessuali, oltre all’uso di stupefacenti e il “sesso libero”. È questo progressivo ritorno al peggior ’68, la proposta di benessere futuro europeo di cui sono portatori il socialismo, l’ambientalismo, il liberalismo?
Giuristi per la pedofilia, con l’avallo di Oms & Co
Un testo dell’International Commission of Jurists, una Ong che “difende i diritti umani”, sdogana di fatto la pedofilia, facendo leva su età del consenso, miglior interesse e non discriminazione. E alcuni organismi dell’Onu, inclusa l’Oms, ne appoggiano i contenuti.
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Le affermazioni del ministro spagnolo sulla pedofilia come diritto sono sconvolgenti. Fin dove arriveranno? La rivoluzione, per sua natura, non può fermarsi mai. Il processo di secolarizzazione non si è fermato mai. Dapprima esso ha eliminato Dio, poi ha negato la legge morale naturale, infine sta affermando il principio di autodeterminazione individuale.
Ministra comunista sdogana la pedofilia: «Un diritto»
Choc in Spagna. La ministra Montero dice che «i bambini hanno diritto di fare sesso purché consenzienti». È il naturale approdo dell'ipersessualizzazione infantile iniziata con la rivoluzione sessuale. Pd, Sinistra italiana e Ue ovviamente zitte, impegnate a distribuire patenti di democrazia all'Ungheria pro life.