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SINODO

Amazzonia, i vescovi si danno alla "mistica indigena"

Un incontro dei vescovi della regione amazzonica in preparazione del Sinodo di ottobre finisce con una cerimonia definita di "mistica indigena", aumentando la preoccupazione per la deriva panteista e indigenista della Chiesa, che contraddice gli insegnamenti tradizionali riguardo all'inculturazione.

Creato 22_07_2019
La cerimonia di "mistica indigena"

Si avvicina l'atteso Sinodo sull'Amazzonia che si terrà a Roma dal 6 al 27 ottobre 2019 e ogni iniziativa ufficiale in preparazione sembra voler confermare i timori e le denunce riguardo alla deriva panteistica ed indigenista dell’Instrumentum Laboris denunciata con forza dal cardinale Walter Brandmüller (clicca qui), e su queste colonne dal cardinale Gerhard Müller (clicca qui), nonché da vari articoli di approfondimento che vi ha dedicato La Nuova BQ. È il caso, ad esempio, delle iniziative proposte dalla Rete Ecclesiale Panamazzonica, che appaiono mirate a concretizzare quanto si trova scritto nel documento preparatorio: «È necessario cogliere ciò che lo Spirito del Signore ha insegnato a questi popoli nel corso dei secoli: la fede in Dio Padre-Madre Creatore, il senso di comunione e di armonia con la terra, il senso di solidarietà con i propri compagni, il progetto del “buon vivere”, la saggezza di civiltà millenarie che gli anziani possiedono e che ha effetti sulla salute, sulla convivenza, sull’educazione e sulla coltivazione della terra, il rapporto vivo con la natura e la ’Madre Terra’, la capacità di resistenza e resilienza delle donne in particolare, i riti e le espressioni religiose, i rapporti con gli antenati, l’atteggiamento contemplativo e il senso di gratuità, di celebrazione e di festa e il senso sacro del territorio».

Così, lo scorso 18 luglio, nel corso dello svolgimento del Seminario per lo studio dell'"Instrumentum Laboris", i vescovi brasiliani residenti nella regione hanno partecipato ad una cerimonia definita di "mistica indigena" e compiuta per chiedere "protezione e benedizioni sul percorso sinodale". Nelle fotografie dell'evento pubblicate sul profilo Facebook della Rete Ecclesiale Panamazzonica si vedono i 23 vescovi, 5 membri del Consiglio pre-sinodale, consulenti e esperti partecipanti al Seminario organizzato dal Centro ecumenico di servizi per l'evangelizzazione e l'educazione popolare, riunirsi in cerchio attorno ad un contenitore nel quale si sta facendo bollire una bevanda che, successivamente, a turno, i presenti si versano in un vasetto dal quale sorseggiano. Si tratta probabilmente di uno dei rituali utilizzati da secoli nelle foreste della sconfinata regione sudamericana. Nei commenti degli utenti alle fotografie non è mancato chi ha bollato la cerimonia come "culto pagano" e chi ha ricordato polemicamente che "molti cristiani sono morti per non aver voluto accendere incenso a Cesare".

Non pochi hanno rilevato quanto queste manifestazioni contraddicano quanto stabilito da San Giovanni Paolo II nel 1992 con l'Esortazione postsinodale "Pastores dabo vobis": "Questa - scriveva il grande pontefice polacco riferendosi all'inculturazione - di fronte alle più diverse e talvolta contrapposte culture, presenti nelle varie parti del mondo, vuole essere un'obbedienza al comando di Cristo di predicare il Vangelo a tutte le genti sino agli estremi confini della terra. Una simile obbedienza non significa né sincretismo né semplice adattamento dell'annuncio evangelico, ma che il Vangelo penetra vitalmente nelle culture, si incarna in esse, superandone gli elementi culturali incompatibili con la fede e con la vita cristiana ed elevandone i valori al mistero della salvezza che proviene dal Cristo".

Dal seminario di Brasilia apertosi il 16 e chiusosi il 18 luglio, poi, è emerso anche che l'"Instrumentum Laboris" non soddisfa pienamente i membri della Repam, istituita nel 2014 per fare della tutela dell'Amazzonia una questione globale riguardante la Chiesa. Nel corso della due giorni, infatti, Maurício Lopez, segretario esecutivo della Rete il cui ruolo non è stato irrilevante per la convocazione del Sinodo di ottobre, lo ha definito "un documento incompleto" ed ha chiesto ai Padri Sinodali presenti di difendere a Roma "la voce di Dio che è venuta attraverso i popoli ".

D'altra parte, l'incontro di Brasilia è stato organizzato anche con lo scopo dichiarato di "identificare le possibili carenze e inesattezze nel testo", come si legge sul resoconto ufficiale della Repam. Repam che nei giorni scorsi è stata al centro di un articolo del vaticanista americano Edward Pentin secondo cui diversi progetti della Rete sarebbero stati sostenuti da "Adveniat" e "Misereor", organismi caritativi tedeschi operanti in America Latina.

Non è un mistero che il lavoro preparatorio verso il Sinodo di ottobre sia seguito con grande interesse dall'episcopato e dal laicato impegnato della Germania: non a caso, circa un anno fa, proprio a Berlino - e alla presenza di rappresentanti di "Adveniat" e "Misereor" - si era tenuta l'assemblea territoriale presinodale della Repam, durante la quale si era parlato del contributo che i membri della Rete avrebbero potuto svolgere nella preparazione del Sinodo sull'Amazzonia. L'incontro, a cui parteciparono anche inviati del governo tedesco, aveva ospitato interventi incentrati sull'opposizione all'attività delle società minerarie e sulla condanna totale del passato coloniale che, in seguito, hanno trovato spazio nel documento preparatorio diffuso lo scorso mese.