Piaccia o no, questo voto europeo è religioso
Queste Europee sono diverse: lo dimostra la massiccia discesa in campo della Chiesa a favore di un esito filo-europeista a cui si fronteggia una visione opposta. Si rimprovera a Salvini la religione in piazza. Ma i primi a iniziare sono state le gerarchie ecclesiastiche.
-IL ROSARIO & IL POLITICO? COME SCALFARO E CASINI di Andrea Zambrano
I riferimenti ai temi religiosi che Salvini ha inserito nel suo discorso di Milano hanno sollevato molto chiasso. L’accusa di molti è stata di aver strumentalizzato la religione, agitando il rosario, invocando i Santi patroni d’Europa, riprendendo Giovanni Paolo II e Benedetto XVI e, soprattutto, affidandosi al Cuore Immacolato di Maria. C’è un modo di affrontare le polemiche suscitate da questo discorso che consiste nel rimanere al livello di quelle polemiche politiche ed elettorali. E allora ci sarà chi vi vede una operazione calcolata per attingere voti in certi ambienti, chi vedrà la strumentalizzazione della fede per degli interessi partitici, chi segnalerà che Salvini invoca la Madonna e nello stesso tempo critica la nuova legge dell’Alabama restrittiva dell’aborto, chi riprende l’accusa di “sovranismo fascista” o di populismo … e ci sarà chi dice il contrario di tutto ciò.
Questo è solo un livello dell’analisi. Quello più facile. Non è però il solo. C’è un altro livello, che attiene al rapporto dell’Europa con la fede cristiana che Salvini a Milano, nonostante il modo che “ancor offende qualcuno", fa emergere.
Queste elezioni europee sono diverse dalle precedenti. Tutti sentono che in gioco non c’è solo il come del processo di unificazione ma anche il suo perché ultimo. Questo è dimostrato dalla massiccia discesa in campo della Chiesa cattolica a favore di un esito elettorale filo-europeista. Si rimprovera a Salvini di aver portato la religione in piazza. Ma a ben vedere ciò è stato già fatto, e ben più ampiamente, dagli ambienti ecclesiastici, ufficiali e non. Molti recenti interventi di papa Francesco sono stati chiarissimi da questo punto di vista. Il quotidiano Avvenire sta facendo una propaganda contro Salvini e per l’europeismo dell’Unione degna di un giornale di partito. La Civiltà Cattolica ha dato indicazioni precise tramite il suo direttore. Il Consiglio pastorale della diocesi di Vicenza – per fare solo un esempio dai territori - ha pubblicato un documento in vista delle europee dal chiaro contenuto elettorale, adoperando i migliori luoghi comuni oggi diffusi nel mondo ecclesiale. Zanotelli, Spadaro, Enzo Bianchi non hanno fatto mancare i loro interventi in proposito. Fermare il processo di unificazione è presentato come il male peggiore e il linguaggio apparentemente “laico” di tutti questi interventi (in essi di Cristo in genere non si parla mai) nasconde un tono fortemente religioso e addirittura apocalittico: ammiccare al punto di vista di Orban o di Salvini sarebbe peccato mortale e non una semplice “fragilità”.
Il fronte laico esterno e interno al mondo cattolico, che contesta scandalizzato il rosario di Salvini, assume toni da crociata religiosa. Non vuole che si affrontino le elezioni con la croce in mano e nel nome di qualche santo, ma poi qualifica le elezioni come una specie di armageddon, una sorta di resa dei conti tra il Bene e il Male. Il segretario del PD Zingaretti ha detto che il primo problema per l’Italia è l’approvazione della legge sull’eutanasia, ma la cosa non ha suscitato nessuna reazione. Per Salvini invece ci si domanda sconcertati come un cattolico possa votarlo. Lo scontro non è quindi solo laico e orizzontale, ma anche religioso e verticale, si combatte contro il Nemico. Il che però contribuisce anche a spiegare come Salvini possa aver avuto l’idea del rosario in piazza e del Cuore Immacolato di Maria. Tra l’altro non è l’unico a farlo. Data la diffusa sensazione che la posta in gioco il 26 maggio sia anche verticale, si moltiplicano le iniziative dal basso del “Rosario per l’Europa”, tutte indirizzate alla preghiera mariana contro questa Unione Europea. La vicinanza di Fatima (13 maggio) aiuta.
La prima cosa da fare per orientarsi nelle prossime elezioni è di dare un giudizio sull’esito del processo di unificazione. Tale giudizio non può essere solo economico, istituzionale o tecnico. In gioco c’è molto di più perché il processo ha da tempo abbandonato la difesa delle principali evidenze antropologiche e teologiche. Abbandonata l’idea che il Dio cristiano c’entri qualcosa con l’Europa, si è finito per abbandonare anche l’idea che l’uomo c’entri qualcosa con l’Europa. Una parte vede male questa Unione Europea non solo perché impone l’uniformità delle misure dei sacchetti di terriccio che si vendono in tutti i vivai del continente, ma soprattutto perché ha progressivamente secolarizzato il senso della vita. Per lo stesso motivo l’altra parte la vede invece bene. Per opposti motivi, ambedue le visioni sono a sfondo religioso.
I toni religiosi di Salvini a Milano, con le loro particolari approssimazioni e incoerenze, e le feroci critiche, pure con le loro approssimazioni e incoerenze, sono la spia di questa dimensione del problema: i conti di quaggiù non si fanno solo quaggiù. E questo oggi diventa anche un criterio elettorale.