Da Salvini a padre Spadaro, la Madonna è fuori posto
L'uscita "mariana" del ministro dell'interno per l'approvazione del decreto sicurezza-bis ci poteva essere risparmiata, ma l'intervento di padre Spadaro con la Madonna-anti-Salvini è allucinante. C'è un degrado evidentissimo, ma chi critica la strumentalizzazione politica della Vergine da parte di Salvini è anche chi vorrebbe estromettere completamente la Madonna dalla politica. Ma senza la teologia di Maria non è possibile collegare nel giusto modo politica e religione. La fiducia che il Suo Cuore Immacolato alla fine trionferà, colloca nella giusta luce le vie del mondo e le vie di Dio.
GUERRA DI RELIGIONE CONTRO IL DECRETO SICUREZZA di Stefano Magni
Nei giorni scorsi la sensibilità religiosa dei fedeli è stata scossa nel vedere la Vergine Santissima strattonata di qua e di là. Il ministro dell’interno e segretario della Lega Matteo Salvini ha ringraziato la Madonna per l’approvazione definitiva da parte del Parlamento del decreto sicurezza e per la fiducia concessa al governo. Poteva risparmiarselo. La devozione mariana di Salvini potrebbe esprimersi in modo più adeguato, in contesti meno connotati da interessi, magari non contigui né assimilabili a manifestazioni elettorali agostane sulle spiagge romagnole.
Dall’altra parte è allucinante l’intervento di padre Antonio Spadaro, direttore de La Civiltà Cattolica, che posta sui social una Madonna-anti-Salvini sopra un gommone, con il giubbotto di salvataggio come una potenziale immigrata clandestina e con sotto una frase dell’inno del Magnificat. Se da un politico certi gesti possono dar fastidio, da un sacerdote, direttore della rivista dei Gesuiti e consigliere strettissimo di papa Francesco, la strumentalizzazione di Maria Santissima fa accapponare la pelle. Il degrado è ormai evidentissimo e molti sacerdoti e vescovi hanno perso la bussola, compreso il vescovo di Lucca, Giulietti, che si fa fotografare con in mano un cartello contro il “decreto disumanità” di Salvini.
Se da un lato c’è un utilizzo politico immediato e facilone del riferimento alla Madre di Dio, dall’altro c’è l’idea che Ella nulla debba avere a che fare con la vita politica e che qualsiasi appello alla Madonna nei campi profani della vita pubblica sia una specie di profanazione. Maria dovrebbe essere lasciata al di fuori, talmente al di fuori da non essere nemmeno mai nominata nella convinzione che la laicità della vita politica non si presti più a queste incursioni del sacro nei propri confini profani.
Il mondo della politica sarebbe “adulto” e in Maria si possono semmai trovare ispirazioni di devozione privata, ma non per indirizzare la vita pubblica delle comunità umane. I politici mai dovrebbero riferirsi alla Madonna perché sempre si tratterebbe di strumentalizzazione, e mai dovrebbero fare riferimento alla fede perché si tratterebbe di integralismo. Anzi, si finisce per sostenere che il variegato mondo della devozione mariana - quello dei santuari e delle apparizioni, per capirci - sarebbe tutto sommato un mondo “di destra”, che cuce insieme improvvidamente politica e marianità, che appoggia la costruzione di muri invece che di ponti, e che appoggia il “decreto disumanità” di Salvini. I fedeli di Maria vadano pure a Međugorje, ma non si inventino di guardare alla Madonna per comprendere meglio il rapporto tra il mondo di lassù e il mondo di quaggiù, tra religione cattolica e politica.
I credenti sanno che così non è, e che senza la teologia di Maria non è possibile collegare nel giusto modo politica e religione e, quindi, non è possibile la stessa dottrina sociale della Chiesa cattolica. Senza la sua Immacolata Concezione e senza l’Incarnazione di Dio nel Suo Grembo verginale, la politica non potrebbe essere purificata e salvata dai suoi egoismi e dalla sua superbia. La carne, la sessualità, il matrimonio, la procreazione, la famiglia sarebbero lasciate senza redenzione. La fiducia che il Suo Cuore Immacolato alla fine trionferà, colloca nella giusta luce le vie del mondo e le vie di Dio. Non è per nulla sbagliato affidare a Maria la protezione della vita politica, né dichiarare da parte di un politico la propria “marianità”, né aprire un incontro di formazione politica con una preghiera mariana, né insegnare le influenze dei dogmi mariani sulla visione della politica.
I cattolici che vogliono estromettere Maria dalle cose pubbliche sbagliano e si contraddicono nello stesso tempo. Essi oggi lo fanno soprattutto con il “minimalismo mariano”, quello di Enzo Bianchi o di Tonino Bello. Bianchi diceva che la promozione della donna da parte cattolica era stata troppo dipendente dal modello di Maria. Don Tonino Bello parlava di Maria come della “donna col grembiule”. Così oggi padre Spadaro parla di Maria come della donna col giubbotto salvagente. Maria come una di noi. Maria come la donna del quotidiano, una donna normale. Sbagliano perché essa è la Corredentrice e di redenzione ha bisogno anche la vita politica.
Ma perché anche si contraddicono? Perché alla fine anch’essi strumentalizzano politicamente la Madonna, e molto più di Salvini. Maria sul gommone e con il salvagente al petto è una immagine dissacratoria e secolarizzante, e per di più adoperata a sostegno del Partito Democratico e del presidente della Commissione europea Van der Leyen, contro Orban e Boris Johnson: una strumentalizzazione di bassa lega.
La guerra alle smagliature delle uscite di Salvini viene condotta da Spadaro & Co. apparentemente per preservare la Madonna dalla strumentalizzazione politica, ma in realtà per esiliarla da questo mondo, salvo poi strumentalizzarla politicamente anche più di Salvini. È proprio vero che rispetto ai padri Spadaro e ai vescovi Giulietti, bisogna “resistere, resistere, resistere”.