Tranquilli, l'Arca di Noè partirà. E saranno dolori
Ma quali incertezze? Questo governo partirà. Certo che partirà, sostenuto come è dalla volontà di chi ha la forza di far discendere lo spread. E prima di andare a sbattere con Renzi ci toccheranno patrimoniale, giustizialismo e una legge sull'eutanasia.
-LO SCOGLIO ROUSSEAU, MA C'E' IL CAV di Ruben Razzante
Ancora qualcuno nutre incertezze sulla sorte del governo che è in rampa di lancio? Ancora qualcuno appare perplesso di fronte alle incongruenze, contraddizioni, giravolte che i protagonisti quotidianamente ci offrono, e pensa o spera che questo possa fermare in extremis il varo del Conte bis? Si metta il cuore in pace, questo qualcuno: tutto è già scritto, di questo governo rossogiallo, tutto era già stato previsto e scritto e descritto nel cuore vero della cultura e della storia italiana: la canzonetta! Ascoltate e meditate, gente, meditate!
Era il 1970 e a Sanremo Iva Zanicchi cantava: “Partirà la nave partirà, dove arriverà, questo non si sa. Sarà come l’arca di Noè, il cane, il gatto, io e te”. Era il 1970, lo ripetiamo, e Iva Zanicchi cantava L’Arca di Noè ma certo non immaginava che a 49 anni di distanza il suo ritornello sarebbe diventato realtà, eccome lo sarebbe diventato: piena realtà! Il governo rossogiallo è esattamente la realizzazione della profezia Zanicchiana. Partirà, questo governo, certo che partirà, sostenuto come è dalla volontà di chi ha la forza di far discendere lo spread (oggi alla quota minima record di 165!), e di promettere benevolenze a spiovere dall’Europa. Sostenuto e spinto da chi può convincere il PD a rinunciare a un vice-premier che gli spetterebbe di diritto, pur di farlo partire. Ma dove arriverà, questo governo, a quali lidi, a quali risultati, e fin quando potrà navigare, questo è veramente impossibile prevederlo. Ed è impossibile proprio perchè, come l’arca di Noè, c’è dentro di tutto un pò, ma con molto meno ordine e razionalità che l’arca biblica.
C’è dentro un presidente che a tutti si è presentato come grillino per un anno e mezzo ma che oggi afferma serenamente di aver sempre votato a sinistra, un ex vice come Di Maio che forse è anche l’ex capo del M5S e dunque non si capisce quanto conti veramente, posto che le continue scomuniche di Grillo voglian dire qualcosa. E nel campo del PD le poltrone dei ministri e le faccine dei candidati saltano continuamente da una casella all’altra del più scatenato del toto-ministri, che grande indice di serietà.
Ma oggi c’è anche lo studio di Alessandra Ghisleri, direttrice di Euromedia Research, a sottolineare la precarietà del quadro. Secondo la stimata sondaggista, oltre la metà degli elettori sia del PD sia del Movimento non approverebbero per nulla l’alleanza dei due partiti. E questa è una zavorra non da poco per la navigazione del governo.
Ci sarebbe poi ancora, a voler essere pignoli, il voto di domani della piattaforma Rousseau ad aggiungere incertezza, ma mai è accaduto che la piattaforma smentisse i voleri dei capi, una piattaforma ben allineata e preveggente, non c’è che dire (e anche qui la Zanicchi cantava nello stesso brano del 1970 di un volo di gabbiani telecomandati..., guarda te quanto ci tocca rivalutare le canzonette!)
Insomma, la previsione del vostro Romano Osservatore è che entro un paio di giorni Conte scioglierà la riserva, ed entro un altro paio le Camere voteranno la fiducia. E il governo partirà.
Poi cominceranno le avventure. E le disgrazie. La prima disgrazia è che approveranno una legge pro eutanasia e pro suicidio assistito entro il 24 settembre, ottemperando agli ‘ordini’ della Corte Costituzionale. La seconda che vareranno una legge di stabilità fondata su una bella patrimoniale, altro che taglio delle tasse. La terza, se Bonafede rimane alla giustizia a eseguire gli ordini di Davigo, che creeranno un sistema giudiziario ancor più giustizialista. La quarta che diremo addio a ogni forma di autonomia regionale (d’altronde le regioni son tutte amministrate dal centrodestra, o lo saranno man mano che si va a votare, che cosa pretendete?)
Per quanto riguarda ciò che seguirà, saremo costretti a sperare negli incagli della navigazione, nelle imboscate parlamentari (se ci saranno) o nel momento in cui Renzi avrà formato il suo partito e abbandonerà il naviglio rossogiallo, che a quel punto andrà a sbattere. Non una bella prospettiva, a mio giudizio.
Speriamo soltanto che il centrodestra tutto, da Salvini a Meloni a Berlusconi decida di mettere la testa a posto, di tornare a guardarsi negli occhi, a dirsi tutto con verità, e a lavorare per dar vita a una prospettiva credibile e unitaria: centrodestra, cioè centro più destra, non destra soltanto.