Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
San Giovanni da Kety a cura di Ermes Dovico
CASO LAMBERT/COLPO DI SCENA

Stop alla condanna a morte, la battaglia di Vincent continua

Quando sembrava che non ci fosse altra speranza, verso le 22.30 di ieri è arrivata la notizia tanto agognata: la Corte d’Appello di Parigi ha ordinato al dottor Sanchez di riprendere a nutrire e idratare Lambert. La Francia è infatti tenuta a rispettare gli impegni internazionali presi ed è quindi vincolata alla richiesta del Comitato Onu per i disabili. Ora bisognerà capire quanto è stata compromessa la salute di Vincent con l'inizio del protocollo di morte. Ma intanto è chiaro che l’«accanimento terapeutico» di cui si parla altro non è che una semplice nutrizione via PEG. Eppure le menzogne su Vincent, alimentate anche da Pilato-Macron, continuano. E con esse la sedazione delle coscienze.
-I MEDIA E LA REALTÀ DISTORTA SU LAMBERT di Tommaso Scandroglio

Vita e bioetica 21_05_2019

Sembrava che ormai non ci fosse altra speranza che accompagnare Vincent al suo ultimo passo. Ma verso le 22.30 è arrivata la notizia tanto attesa, agognata. L’avvocato Jérôme Triomphe ha risposto al suo cellulare ed è esploso in un grido di gioia: “On a gagné! Abbiamo vinto!”. Le mille persone presenti hanno capito e hanno esultato. La Corte d’Appello di Parigi, in extremis, ha dato ragione ai due avvocati dei genitori, di David e di Anne, fratelli di Vincent.

La Francia è tenuta a rispettare gli impegni internazionali presi ed è quindi vincolata alla richiesta del Comitato dell’Onu per i diritti dei disabili di sospendere la procedura di interruzione dell’alimentazione e dell’idratazione e la sedazione. Il dottor Sanchez dovrà quindi riprendere immediatamente i sostegni vitali di Vincent, interrotti questa mattina. Bisognerà capire quanto la sedazione e una giornata intera senza idratazione abbiano compromesso la salute di Vincent. E poi dovremo attendere la risposta del Comitato dell’Onu, che è l’ultima umana speranza perché Vincent possa continuare a vivere ed essere trasferito in un’unità specializzata.

È stata una giornata intensa e interminabile, scandita da interventi, tweet, notizie, ma soprattutto dai video che Viviane ha voluto mostrare al mondo, per rompere la disinformazione continua e capillare, che dipinge Vincent come un vegetale.

Tutto il mondo può vedere con i propri occhi le reali condizioni di Vincent Lambert. Un video, girato nel 2015, dimostra che Vincent riesce a deglutire piccole quantità di liquido e di cibo frullato, che tenta di vocalizzare, che volge la testa per seguire le persone che ha attorno a sé. Nel 2015, Vincent era già stato condannato a morte due volte, con tanto di assenso del Consiglio di Stato e della Cedu (Corte europea dei diritti dell’uomo).

Poi, il video girato dalla madre domenica sera, l’ultimo video (anche in fondo all'articolo) che ha potuto documentare che Vincent è ben sveglio e comprende quello che accade attorno a lui, che non è dipendente da alcuna macchina e dunque non c’è  alcuna “spina” da staccare, come ostinatamente molta stampa continua a martellare; quel video è la dimostrazione che lo Stato francese ha autorizzato un omicidio e che il dottor Vincent Sanchez e quanti collaborano con lui stanno compiendo un omicidio. Un assassinio dei più odiosi, perché effettuato contro un disabile, precisamente da coloro che se ne dovrebbero prendere cura e che, invece, non solo lo mettono a morte, ma impediscono che i suoi genitori, coloro che gli hanno dato la vita, possano accudirlo e portarlo altrove.

L’“accanimento terapeutico” contro Vincent, quell’accanimento ostinato e irragionevole dal quale - dicono - la legge Claeys-Leonetti sarebbe venuta a redimerci, altro non è che una semplice nutrizione con PEG, che permetterebbe a Vincent di essere accudito persino a casa sua. Ma al padre della menzogna e a tutti i suoi collaboratori non basta. In questi giorni in cui abbiamo dovuto “frequentare” i media francesi ufficiali, la constatazione è che davvero non c’è limite alla bugia, alle insinuazioni, alla spudoratezza. Non basta continuare a mentire, dicendo che Vincent da dieci anni è ridotto come un “vegetale”, che non ha alcuna dimensione relazionale, né alcun grado di coscienza, eventualità che comunque non giustificherebbero l’omicidio. No, non basta.

Nella giornata di ieri abbiamo dovuto assistere alla sedazione delle coscienze; siamo stati tranquillizzati sul fatto che, dopotutto, Vincent mica viene ucciso da un medico che agisce preso da un raptus di follia. No. Quella di mandarlo all’altro mondo è una decisione collegiale, in conformità a una legge che, mentre ti ammazza, ti segue per benino: ti mantiene l’igiene, controlla la soglia del dolore e ti fornisce persino dei rimedi per evitare la secchezza delle fauci. Che bellezza, che sollievo. Che altro volete dalla dea medicina? E poi, il mantra: non c’è alcuna sofferenza, ve lo garantiamo, nessuna sofferenza. L’importante è non soffrire: che importa poi vivere o morire? Meglio morire che soffrire: è questo il figlio nato morto, partorito dalla società del benessere.

Ma non siamo ancora al fondo dell’ipocrisia. Alcuni medici si sono sentiti in dovere di chiarire che Vincent Lambert non morirà di fame e di sete, come si sta dicendo sui social. Bugie, secondo loro, bugie per mettere in cattiva luce l’immacolata legge del 2016. Vincent morirà perché i suoi reni non funzioneranno più e questo comprometterà le sue funzioni vitali. Capite? Colpa dei reni! E guai a chiedersi come mai i reni di Vincent, che fino a ieri mattina hanno funzionato benissimo, a un certo momento vanno in tilt… Un domani, se mai avrete la sventura di investire mortalmente qualcuno con l’auto, potrete sempre dire che voi non c’entrate nulla: è che il sangue dello sventurato non è riuscito a coagulare per bene. Un problema di piastrine.

Basterebbero questi video a spazzar via ogni falsità, ma le grandi televisioni non li trasmetteranno mai, come mai hanno accettato che si trasmettesse il video di un aborto. Anzi, già stanno incolpando i parenti di aver voluto mediatizzare la sofferenza di Vincent, anziché viverla nell’intimità della famiglia. E poi la fiera degli esperti, quelli che hanno ragione per forza perché hanno una collezione di dottorati e specializzazioni da sfoderare; loro, gli esperti, spiegano, a noi ignoranti, che non abbiamo studiato come loro, che in realtà il pianto di Vincent non significa nulla, non è indice di alcuna coscienza: è solo un riflesso involontario. Adesso aspettiamo che la ministra della Sanità francese, Agnès Buzyn, ci faccia riflettere sul fatto che quell’ultimo video è la prova che Vincent soffre e che quindi è bene porre fine alla sua sofferenza. O chissà? Forse erano lacrime di gioia?

Ma tanti sepolcri imbiancati hanno bisogno di un Ponzio Pilato. Ed è arrivato, puntuale. Emmanuel Macron esprime tutta la sua partecipazione emotiva al dramma della famiglia Lambert e gli dispiace tanto dover riconoscere che “oggi, come Presidente della Repubblica, non è di mia pertinenza sospendere una decisione che compete ai medici e che è conforme alle nostre leggi”. Peccato. Peccato soprattutto che Macron si sia dimenticato che invece è compito suo tener fede agli impegni che la Francia prese nel 2010, sottoscrivendo il protocollo per i diritti delle persone disabili e di cui oggi sta spudoratamente infischiandosene. “La decisione di interrompere le cure è stata presa […] continua Macron - sulla base della nostra legge che permette di sospendere le cure nei casi di ostinazione irragionevole - e, secondo le diverse équipe mediche, è il caso di Vincent Lambert”. Ma nel Rapport del 22 novembre 2018, gli esperti nominati dal Tribunale Amministrativo di Châlons-en-Champagne avevano scritto che “corrispondere ai bisogni fondamentali primari (alimentazione, idratazione) non rientra per Vincent Lambert nell’ambito di un accanimento terapeutico o di una irragionevole ostinazione”.

Attenzione, perché, per quanto possa essere irrisa, la Scrittura non mente: Lacum aperuit et effodit eum et incidit in foveam quam fecit, “Ha aperto una buca e l’ha resa profonda ed è caduto nella fossa che aveva fatto” (Sal 7, 16).