Papa Francesco in Marocco per il dialogo interreligioso
Con la visita a Rabat del 30 e 31 marzo, prosegue la diplomazia religiosa di papa Francesco in Medio Oriente e Nord Africa. Il Pontefice incontrerà re Mohammed VI immediatamente dopo il suo arrivo a Rabat (previsto per le 14 di oggi) per parlare d’integrazione, libertà e diritti per i cristiani in Marocco.
Con la visita a Rabat del 30 e 31 marzo, prosegue la diplomazia religiosa di papa Francesco in Medio Oriente e Nord Africa, finalizzata alla promozione di nuove prospettive di coesistenza pacifica nella regione. Pilastro del mondo arabo-musulmano moderato, il Marocco è visto dalla Santa Sede come partner ideale per dare attuazione concreta al principio della tutela delle minoranze.
La Costituzione marocchina stabilisce che l’islam è la religione di Stato, ma garantisce al contempo la libertà religiosa. Inoltre, su impulso di re Mohammed VI, è stata lanciata nel 2016 a Marrakech la “Dichiarazione sui diritti delle minoranze religiose nelle comunità a maggioranza islamica”, firmata da centinaia di leader di diversi gruppi e organizzazioni religiose, nonché da studiosi e intellettuali, sia musulmani che di altre fedi, provenienti da oltre 120 Paesi.
Papa Francesco incontrerà Mohammed VI immediatamente dopo il suo arrivo a Rabat (previsto per le 14 di oggi) per parlare appunto d’integrazione, libertà e diritti per i cristiani in Marocco. I cattolici sono circa 50.000, provenienti da Africa sub-sahariana ed Europa, e sono in fervente attesa dell’arrivo del Pontefice.
Il Papa visiterà poi l’Istituto Mohammed VI per la formazione degli imam, degli studiosi e delle studiose di materie religiose: segno che il Marocco per il Vaticano è un punto di riferimento anche nel contrasto all’indottrinamento e alla radicalizzazione, che sfocia nel reclutamento in gruppi terroristici come l’Isis o Al Qaeda.
Prima della Messa per la comunità cattolica che si terrà domenica pomeriggio nel complesso sportivo “Principe Moulay Abdellah”, il Pontefice effettuerà altre visite di carattere religioso, sociale e umanitario. Incontrerà il Consiglio ecumenico delle Chiese ed esponenti del clero e di comunità religiose locali. Si recherà, inoltre, presso la Caritas diocesana della capitale, dove incontrerà un gruppo di migranti, e a un centro gestito dall’ordine delle Figlie della Carità che svolge servizi di assistenza.
La celebrazione della Messa davanti a 10.000 fedeli sarà incentrata sul tema della comunicazione e del dialogo tra le religioni, rinnovando il messaggio già lanciato nella sua precedente visita ad Abu Dhabi contro l’estremismo, l’intolleranza e a favore dell’incontro tra popoli, religioni e civiltà.
È la seconda volta che un Pontefice si reca in Marocco. La prima risale al 1985 ed è rimasta nella storia, perché Giovanni Paolo II parlò a Casablanca, il 19 agosto, a 80.000 giovani musulmani della necessità di costruire una società governata da una maggiore fraternità tra diversi gruppi religiosi. A 34 anni di distanza, la visita di papa Francesco si svolgerà su questa stessa linea, soprattutto dopo le tensioni causate dall’attacco terroristico di matrice razzista alle moschee di Christchurch in Nuova Zelanda, costato la vita a 50 fedeli di religione musulmana.
Il nuovo abbraccio di Francesco al mondo islamico, rappresentato a Rabat dalla figura di Mohammed VI, servirà a incoraggiare cristiani e musulmani nel proseguire lungo il cammino del dialogo e della cooperazione, per la costruzione di quella società già invocata da Giovanni Paolo II, superando tutti gli ostacoli che troveranno lungo il loro cammino comune.