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OGGI IN VATICANO

Papa e Lgbt, niente incontro e niente discorsi "storici"

Frederic Martel, l'autore del libro "Sodoma", aveva annunciato nei giorni scorsi un discorso storico del Papa in materia di omosessualità. Sarebbe dovuto avvenire oggi nel corso di un incontro con organizzazioni Lgbt che si battono per la depenalizzazione dell'omosessualità. Ma l'incontro è stato cancellato e la delegazione Lgbt ha potuto incontrare soltanto il Segretario di Stato, cardinale Parolin. Ieri era stata smentita la sola  possibilità di discorsi "storici" del Papa. Ma già tre giorni fa, fonti vaticane rivelavano alla Nuova BQ che sarebbe stato cancellato anche l'incontro. Cosa puntualmente verificatasi malgrado le forti pressioni della lobby gay.

Ecclesia 05_04_2019
Papa Francesco e Raul Zaffaroni

Aggiornamento 5 aprile, ore 15.:
Un comunicato della Sala Stampa vaticana informa che la delegazione delle organizzazioni Lgbt non ha incontrato papa Francesco ma il segretario di Stato, cardinale Parolin. Si conferma dunque l'indiscrezione della Nuova BQ secondo cui, informato delle imp0licazioni del programmato incontro con le sigle Lgbt, papa Francesco ha rinunciato sia al discorso da rivolgere loro, sia all'incontro. Ecco il testo integrale diffuso dalla Segreteria di Stato: 
“Il Cardinale Pietro Parolin ha ricevuto oggi in Vaticano un gruppo di circa 50 persone impegnate, a vario titolo, contro la criminalizzazione della omosessualità. In tale occasione è stata presentata al Segretario di Stato Vaticano una ricerca sulla criminalizzazione delle relazioni omosessuali nella regione caraibica. 
Il Cardinale Parolin ha rivolto ai presenti un breve saluto, ribadendo la posizione della Chiesa cattolica in difesa della dignità di ogni persona umana e contro ogni forma di violenza.
Dopo aver ascoltato gli interventi di alcuni dei partecipanti all’incontro, il Cardinale Parolin ha quindi assicurato che informerà il Santo Padre sul contenuto della ricerca”.

La bomba l'aveva lanciata Frederic Martel qualche giorno fa annunciando via Twitter un discorso storico del papa sul tema della "depenalizzazione dell'omosessualità". Secondo il giornalista francese, Francesco lo avrebbe dovuto pronunciare oggi nel corso di un incontro con una commissione autrice di una ricerca sulla criminalizzazione delle relazioni omosessuali e guidata da Eugenio Raúl Zaffaroni. Con questo discorso, in base all'indiscrezione diffusa dall'autore del controverso "Sodoma", Francesco avrebbe dato implicitamente il via libera ad un riposizionamento della Santa Sede sulla questione della depenalizzazione universale dell’omosessualità.

Su questa materia, la Francia presentò nel 2008 un progetto all'Onu che fu però respinto anche con il voto contrario dell'allora rappresentante vaticano, monsignor Celestino Migliore. All'epoca, infatti, la Santa Sede si schierò contro quella mozione accusata di promuovere - come spiegato in un articolo dell'Osservatore Romano datato 20 dicembre 2008 - «una ideologia, quella dell''identità di genere' e dell''orientamento sessuale'», categorie, quest'ultime, «che nel diritto internazionale non trovano alcuna chiara definizione, vengono introdotte come nuove categorie di discriminazione e si cerca di applicarle all'esercizio dei diritti umani». Il tutto, dietro la maschera della tutela dei diritti fondamentali.

E' stato lo stesso Martel, però, a rivelare al pubblico che non ci sarà più alcun discorso storico del papa sull'argomento. Lo ha fatto ieri pomeriggio con un tweet che non nascondeva la sua delusione: «Il papa - ha scritto l'autore di "Sodoma" sul suo profilo social - avrebbe partecipato all'incontro 'privato' di domani sulla decriminalizzazione dell'omosessualità, ma il suo 'discorso storico', annunciato in 3 lettere ufficiali, è stato annullato. Nuova marcia indietro e un'altra opportunità persa per una Chiesa in gran parte omosessualizzata».

Più tardi è intervenuto anche il portavoce ad interim della Sala Stampa vaticana, Alessandro Gisotti. che ha confermato non esserci in programma nessun discorso storico del Papa sull'omosessualità: «In riferimento a quanto scritto da alcuni organi di stampa, - ha detto Gisotti - posso smentire nel modo più assoluto che il Santo Padre pronuncerà in questi giorni un ‘discorso storico’ sul tema della omosessualità».

Tuttavia, sembra che, seppur senza discorso, l'incontro in Vaticano ci sarà lo stesso. Il che suona come una sorta di compromesso: due giorni fa, infatti, una fonte vaticana aveva rivelato a La Nuova BQ che l'incontro sarebbe stato cancellato, insieme a tutte le udienze in programma per oggi, per evitare di creare un caso. Da quanto twittato ieri da Martel, e non smentito dalla Sala Stampa, si deduce invece che successive pressioni forti abbiano consigliato a papa Francesco di mantenere almeno l'incontro. Si tratta di un appuntamento che dovrebbe vedere, sempre secondo quanto riferito da Martel, anche la partecipazione di leader Lgbt globali. Al di là del giornalista francese, la figura centrale in questa vicenda è quella di Eugenio Raúl Zaffaroni, presunta fonte dell'indiscrezione e guida della delegazione che oggi dovrebbe far conoscere al papa i risultati di una ricerca sulla «criminalizzazione di relazioni sessuali tra persone dello stesso sesso nei Caraibi». Il giurista argentino, infatti, non è soltanto amico personale di lunga data di Bergoglio, ma è anche il membro di punta della commissione dell'Inter-American Court of Human Rights che sarà ricevuta in udienza in Vaticano. 

L'Inter-American Court of Human Rights è il tribunale istituito dall'Organizzazione degli Stati americani (Oas) che ha stabilito l'obbligo del riconoscimento legale del "matrimonio" tra persone omosessuali nei Paesi firmatari della Convenzione americana sui diritti umani. In più di un parere consultivo, il tribunale latinoamericano ha deliberato che «l'orientamento sessuale e l'identità di genere sono categorie protette contro la discriminazione», utilizzando le stesse motivazioni presenti nel progetto presentato all'Onu dalla Francia nel 2008 e bocciato - tra gli altri - anche dalla Santa Sede. E proprio sul tema della depenalizzazione dell'omosessualità, secondo l'indiscrezione riportata da Martel, si sarebbe dovuto incentrare il discorso odierno di papa Francesco.

L'autore di "Sodoma", per dimostrare la sua attendibilità, aveva sostenuto di averlo appreso da un documento scritto e diffuso da Zaffaroni. Quest'ultimo può essere considerato un uomo molto vicino a Bergoglio come dimostra, ad esempio, la lunga ed approfondita lettera a lui indirizzata nel 2014, intervenendo nella discussione sulla redazione del nuovo codice penale in Argentina. Il rapporto privilegiato che esiste tra il papa e l'ex giudice della Corte Suprema ha radici profonde che risalgono agli anni in cui il primo guidava l'arcidiocesi di Buenos Aires.

In patria Zaffaroni è da sempre noto per le sue posizioni molto "liberal": oltre all'impegno nella causa del riconoscimento legale delle "nozze" gay si è più volte espresso contro la criminalizzazione dell'aborto, pur sostenendo che «i feti non sono di carta, ma sono la speranza della vita». Il giudice, inoltre, ha confessato in un'intervista di aver pensato di partecipare ad una sfilata del "gay pride". Già ai tempi di Buenos Aires la vicinanza tra Zaffaroni e l'allora cardinale Bergoglio era costata a quest'ultimo qualche polemica: nel 2010, infatti, l'allora arcivescovo aveva invitato l'allora giudice della Corte Suprema all'XI Incontro arcidiocesano per bambini e adolescenti detenuti. La partecipazione, però, era stata contestata da alcuni fedeli che avevano inviato una lettera di protesta al futuro Francesco. Nella missiva, firmata dal Círculo San Bernardo de Claraval, venivano espressi sentimenti di «sorpresa, dolore (...) shock e indignazione» per l'invito rivolto a a Zaffaroni: «Noi non crediamo - vi si leggeva - che la difesa dell'ordine naturale e il rispetto per la legge di Dio nelle questioni più fondamentali meritano di ricevere discredito ed espressioni denigratorie come ha fatto impunemente nella sua dissertazione, per esempio, il Dr. Zaffaroni, nel quadro dello stesso incontro, cercando chiaramente di dividere i cattolici e di farli sentire impotenti di fronte al loro pastore. Siamo profondamente addolorati per la presenza di questo giudice, considerando che è un ministro della Corte Suprema della Nazione che sostiene pubblicamente il diritto all'aborto (in un momento in cui il nostro Paese è in preda ad una campagna spietata per l'omicidio di innocenti), e ha detto chiaramente e con forza di essere a favore dei "matrimoni" omosessuali (con la possibilità di adozione riconosciuta dalla legge), anche a favore di depenalizzare le droghe, e di innumerevoli peccati da cui la Chiesa - come madre e insegnante - e i suoi pastori, devono proteggere i loro figli».

Dopo la sua elezione, Francesco non ha interrotto i suoi rapporti con il suo connazionale: oltre alla lettera sul nuovo codice penale, infatti, sempre nel 2014 lo ha incontrato in Vaticano nell'ambito dell'udienza concessa ad una delegazione dell'Associazione Internazionale di Diritto Penale. A distanza di cinque anni, dunque, i due dovrebbero rivedersi ma senza quel discorso storico del papa di cui, secondo quanto scritto da Martel, Zaffaroni avrebbe parlato nella sua lettera d'invito ai leader Lgbt globali.