Nuova Chiesa e abusi sessuali
Un articolo di Vatican Insider dimostra come si voglia usare il pretesto degli scandali sessuali come un argomento per legittimare l'omosessualità anche nel clero.
Un significativo articolo è stato pubblicato domenica sul sito Vatican Insider a firma Andrea Tornielli. Non tanto per il suo obiettivo dichiarato, che era quello solito di screditare monsignor Carlo Maria Viganò, stavolta riguardo alla terza lettera sull’affaire McCarrick, quanto per due passaggi che sono emblematici di come in modo subdolo si voglia legittimare l’omosessualità nel clero.
Veniamo al primo. Tornielli se la prende con coloro che denunciano l’omosessualità nel clero «come il problema che sta all’origine degli abusi sessuali sui minori». Per Tornielli invece – che fa eco al concetto espresso da papa Francesco - «ogni abuso sessuale su minori o adulti vulnerabili da parte di sacerdoti è prima di tutto un abuso di potere clericale e un abuso di coscienza». È una tesi interessante, con la quale potremmo riscrivere tutta la storia. Con lo stesso metro di giudizio, infatti, potremmo dire che sia i lager nazisti che i gulag sovietici erano forme di abuso militare, non c’entra l’ideologia che li ha provocati.
L’abuso di potere, nell’accezione usata da Tornielli, è un termine generico che si può applicare a tante fattispecie diverse: dal mobbing al furto fino alla violenza fisica, anche sessuale, e all’omicidio. Descrive un aspetto del fatto, non la sua origine e la sua natura. E non è che un qualsiasi reato, se commesso da un prete o un vescovo, diventa clericalismo. Se un prete ruba le offerte della messa, è semplicemente un ladro non un clericale. E se un prete si appropria dei soldi della parrocchia o del suo ufficio per pagarsi il vizietto – come purtroppo è accaduto diverse volte -, è semplicemente un omosessuale praticante. Così è per la violenza sessuale. Se oltre l’80% degli abusi sessuali commessi da sacerdoti sono atti omosessuali, affermare che l’omosessualità non c’entra nulla è quantomeno bizzarro. Nel caso McCarrick poi, diventa addirittura ridicolo. Nello stesso tempo riconoscere questo non vuol dire che tutti coloro che sono affetti da clericalismo sono potenziali violentatori.
La questione è che mettendo tutto sotto la voce “clericalismo” si evita di fare differenze di orientamento sessuale. Insomma, si vuol dire che essere eterosessuale o omosessuale è indifferente, chiunque può commettere un abuso di potere. Cioè, per Tornielli e compagnia il fatto che gli atti omosessuali siano contro natura – come la Chiesa ha sempre insegnato - non significa nulla.
E infatti, eccoci al secondo punto, perché poco più avanti, riconoscendo che comunque qualcosa si può fare per ridurre al minimo questi scandali, Tornielli afferma che serve «una selezione più accorta nei seminari arrivando a ordinare preti soltanto uomini che siano in grado di vivere il celibato». Come dire: non importa se eterosessuali o con attrazione per persone dello stesso sesso, l’importante è mantenere il voto di castità.
È la linea che da padre Antonio Spadaro in giù si sta cercando di far passare approfittando di questa ondata di scandali. Ma è una pretesa che cozza con la realtà oltre che con il catechismo, la Scrittura e la Tradizione. I dati sopra citati dimostrano infatti che impedire a chi abbia tendenze omosessuali di entrare in seminario – come prevede il direttorio sulla formazione sacerdotale, confermato anche da papa Francesco - già diminuirebbe drasticamente il problema. Se l’omosessualità è un dis-ordine, non c’è verso di sostenere che sia indifferente rispetto agli abusi.
Ma gli araldi della Nuova Chiesa se ne fregano della realtà, figurarsi di quanto la Chiesa insegna da sempre; hanno una loro agenda e vanno avanti spazzando via chiunque faccia resistenza. Questo sì che è abuso di potere clericale.