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Non solo mafia. Sacrifici e cannibali: "costumi" d'Africa

Probabili membri di mafie nigeriane hanno ucciso una giovane italiana e ne hanno asportato parti del corpo. È possibile. Le mafie nigeriane da tempo si sono insediate in Italia e il cannibalismo è uno dei riti di iniziazione. Ma nel Continente Nero non solo la mafia ne è coinvolta. Dal 2000 sono in crescita casi di sacrifici umani.

Esteri 15_02_2018
Cannibalismo in Liberia (guerra civile)

Il fatto, così come è stato riportato nei giorni scorsi da quasi tutti i mass media, è che dei probabili membri di mafie nigeriane hanno ucciso una giovane italiana e ne hanno asportato parti del corpo “con precisione quasi scientifica”, forse per scopi rituali, non escluso per cannibalismo.

È possibile. Le mafie nigeriane da tempo si sono insediate in Italia. Come loro, altre forme di criminalità organizzata attive in Africa hanno trovato in Italia nuove opportunità di espansione. La più antica e consolidata è la tratta di giovani africane inserite, quasi sempre a forza, nel business della prostituzione. Può darsi che, per consolidare i vincoli e la fedeltà dei loro membri, ricorrano ai riti di affiliazione tradizionali. Di sicuro – questo è noto da tempo – impongono alle loro vittime dei giuramenti di obbedienza per bloccarne eventuali progetti di affrancamento.

Il modo più comune di ottenere fedeltà e sottomissione è approfittare della superstizione da cui non molti africani riescono a liberarsi del tutto. Si chiede al nuovo membro, si impone alla vittima di tratta di giurare fedeltà, obbedienza, e di accompagnare il giuramento compiendo atti illeciti, talmente gravi da meritare la morte: ad esempio, contaminarsi, rendersi impuri entrando in contatto o ingerendo sostanze proibite, considerate tabù. L’unico modo per evitare la maledizione che deriva dall’infrazione del tabù, estrema e ed estesa ai famigliari e persino all’intera comunità di appartenenza, è tener fede al giuramento, a qualsiasi costo.

Tra le sostanze proibite, pericolose ci sono effettivamente la carne e i fluidi umani. Ma a questo riguardo l’atteggiamento degli africani è complesso. Siccome sono sostanze proibite, cibarsene può diventare una dimostrazione suprema di potere, di coraggio, di sfida. I dittatori africani più sanguinari, come Amin Dada e Bokassa, banchettavano a carne umana o hanno lasciato credere di farlo. Tuttora inoltre sembra che delle milizie armate pratichino un cannibalismo rituale che consiste nel cibarsi di organi dei nemici uccisi per acquistare forza e invulnerabilità. Nel Sudan del Sud, invece, dove nel 2013 è scoppiata una guerra civile tuttora in corso, si sono verificati casi di cannibalismo forzato. Dei civili catturati sono stati costretti a mangiare carne di parenti e conoscenti uccisi sotto i loro occhi. 

Qualunque sia la funzione a cui sono destinati, non è vero che occorre saper operare “con precisione chirurgica” per espiantare degli organi a scopo rituale. Se non serve tutto il corpo, si tagliano o estraggono le parti richieste – occhi, arti, genitali… – e i cadaveri malamente amputati e sventrati si gettano via. Ci pensano poi eventualmente gli stregoni a scegliere con precisione gli organi e i tessuti con cui confezionare i costosi amuleti e talismani che assicurano ricchezza e potere. In Africa si crede che i più efficaci siano quelli realizzati con parti del corpo di un albino. Perciò gli albini valgono tanto. Un singolo organo, ad esempio una gamba, viene pagato fino a 2.000 dollari. Un corpo intero in Mozambico, Tanzania, Uganda vale 65-70 mila dollari.

Uno dei più recenti omicidi di albini risale a metà gennaio ed è stato compiuto in Mozambico. La vittima è un bimbo di 11 anni. Il 15 gennaio la polizia ha arrestato cinque persone accusate di averlo rapito e ucciso. Prima gli avevano rasato la testa e gli avevano tagliato le orecchie. Il 9 febbraio il capo della polizia mozambicana ha rivolto un appello alla popolazione perché collabori con le autorità e denunci i criminali. Oltre che agli albini, dallo scorso anno in alcune regioni del paese si è aperta anche la caccia agli uomini calvi perché si è diffusa la credenza che la loro testa contenga dell’oro che gli stregoni sono capaci di estrarre. “C’è gente costantemente alla ricerca di albini o di uomini calvi – spiega il comunicato della polizia –  è importante che ogni comunità vigili e ci aiuti a catturare i criminali. Ma – aggiunge – quando ne trova uno non lo deve linciare e farsi giustizia da sola, deve consegnarlo a noi affinché ci riveli chi gli ha commissionato il crimine”.

Qualche volta la vittima sopravvive: succede, quando i rapitori le espiantano gli organi da viva senza infliggerle ferite mortali, se è in grado di camminare e chiedere aiuto o se viene trovata e soccorsa in tempo, prima che si dissangui o muoia di infezione, di fame e sete o divorata da animali selvatici.

Non c’è speranza invece per chi è scelto – catturato o offerto – per l’esecuzione di un rito propiziatorio che prevede un sacrificio umano. Di solito i sacrifici umani vengono compiuti non per giovare a una singola persona, ma nell’interesse di una comunità: ad esempio, per invocare la pioggia, un buon raccolto. La segretezza è parte delle condizioni per garantire l’efficacia del rito. Per questo, più che per timore di una giustizia notoriamente svogliata e distratta, le testimonianze non sono molte e non è facile verificare la veridicità dei racconti. Un corrispondente del quotidiano on line Africa express diretto da Massimo Alberizzi lo scorso anno ne ha raccolte alcune. Una è quella di un uomo, sulla costa swahili del Kenya, che gli ha riferito di aver perso così la moglie appena sposata. Nel rispetto della tradizione, il padre della sposa, membro di una società segreta chiamata Mvua, pioggia, essendo il turno della sua famiglia di offrire una vittima per un buon raccolto, ha scelto la figlia, che tanto ormai non faceva più parte della famiglia e che già aveva fruttato il consueto prezzo della sposa. Il testimone avrebbe anche rivelato che la morte rituale viene inflitta dagli Mvua con un veleno, somministrato all’insaputa della vittima.

In Gabon i crimini rituali e i sacrifici umani sono in crescita dal 2000 favoriti dal fatto che raramente gli autori degli omicidi e chi li commissiona vengono puniti. Come in altri paesi, aumentano in coincidenza di certi eventi, ad esempio le elezioni, quando i candidati ricorrono alla stregoneria per aumentare le probabilità di vittoria. Si stima che ogni anno circa 100 persone siano vittime di crimini rituali e nel 70% dei casi si tratta di bambini. La fonte delle informazioni è attendibile. Si tratta della Conferenza episcopale gabonese che, proprio in considerazione dell’aumento dei casi, lo scorso dicembre ha intrapreso nuove iniziative volte a sensibilizzare leader politici e popolazione. Tra l’altro ha proclamato il 28 dicembre, festa dei Santi innocenti martiri, giornata nazionale di commemorazione delle vittime di sacrifici umani.