Muller: alle veglie vanno vescovi senza coraggio
Dopo le parole di Joseph Ratzinger, allora prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, uno dei suoi successori (oggi prefetto emerito), Gerhard Ludwig Müller, intervistato ieri da Costanza Miriano ha ribadito il giudizio del Magistero della Chiesa circa l'appoggio a veglie contro l'omofobia e ribadendo la falsità di un termine inventato ad arte per perseguire scopi meramente politici. Riproponiamo parte dell'intervista che potete leggere integralmente qui.
Dopo le parole di Joseph Ratzinger, allora prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, uno dei suoi successori (oggi prefetto emerito), Gerhard Ludwig Müller, intervistato ieri da Costanza Miriano ha ribadito il giudizio del Magistero dell Chiesa circa l'appoggio a veglie contro l'omofobia e ribadendo la falsità di un termine inventato ad arte per perseguire scopi meramente politici. Riproponiamo parte dell'intervista che potte leggere integralmente qui.
Costanza Miriano: Vostra Eminenza, partiamo dall’attualità: domani è la giornata mondiale contro l’omofobia. Sappiamo che la parola è stata inventata in America nel 1971, ma sappiamo anche che le persone che provano attrazione verso lo stesso sesso a volte davvero vivono nella sofferenza. Noi cristiani, chiamati ad amare tutti, come dobbiamo comportarci su questo tema?
Gerhard Ludwig Müller: L’omofobia, semplicemente non esiste, è chiaramente un’invenzione, uno strumento del dominio totalitario sulla mente degli altri. Al movimento omosessualista mancano gli argomenti scientifici, per questo hanno costruito un’ideologia che vuole dominare, cercando di costruire una sua realtà. E’ lo schema marxista, secondo cui non è la realtà a costruire il pensiero, ma il pensiero che costruisce la realtà. Quindi, chi non accetta questa realtà deve essere considerato malato. Come se, tra l’altro, si potesse agire sulla malattia con la polizia o con i tribunali. D’altra parte in Unione Sovietica i cristiani venivano chiusi nei manicomi: sono i mezzi dei regimi totalitari come il nazionalsocialismo e il comunismo. Oggi in Nord Corea la stessa sorte tocca a chi non accetta il pensiero dominante.
CM: Ci sono alcuni vescovi che hanno appoggiato veglie o altre iniziative “cattoliche” contro l’omofobia. Alcuni ne conosco personalmente e sono per quello che posso capire molto aderenti alla dottrina. Perché secondo lei accettano di stare a questo gioco, perché già accettare la parola omofobia significa accogliere una certa visione ideologica?
GLM: Alcuni vescovi oggi non hanno il coraggio di dire la verità e si lasciano intimidire: non capiscono che l’omofobia è un inganno che serve a minacciare la gente. Ma noi cristiani non dobbiamo avere paura delle minacce: nei primi secoli i seguaci di Cristo venivano gettati in carcere, o fatti dilaniare dalle belve. Oggi si dilania la gente con lo psicoterrorismo, approfittando dell’ignoranza. Però da un vescovo, un sacerdote possiamo aspettarci che sia in grado di non andare dietro a queste ideologie. Noi siamo quelli che cercano, con la grazia di Dio, di amare tutte le persone, comprese quelle che provano attrazione verso lo stesso sesso, ma deve essere chiaro che amare non è obbedire alla propaganda genderista.