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DOPO L’INCONTRO A ROMA

Marx: "Nessuno stop dal Papa al cammino sinodale"

Il presidente della Conferenza episcopale tedesca, dopo le lettere severe dal Vaticano, ha incontrato Bergoglio. Secondo Marx le principali divergenze sarebbero chiarite e “non c’è alcun segnale di stop” al “cammino sinodale” con cui la maggioranza dei vescovi della Germania intende cambiare l’insegnamento sulla morale sessuale e le norme su celibato e ordinazione sacerdotale.

Ecclesia 26_09_2019

Lunedì 23 settembre, primo  giorno dell'assemblea di autunno dei vescovi tedeschi a Fulda, il cardinale Reinhard Marx ha tenuto una conferenza stampa, in cui ha parlato del suo recente incontro con papa Francesco e il cardinale Marc Ouellet, prefetto della Congregazione per i Vescovi, nonché dei suoi piani per il “cammino sinodale” tedesco, che - insiste - non è “un sinodo” o un “concilio particolare”. In questo modo i vescovi tedeschi vogliono evitare che il loro “cammino” sia soggetto alla legge canonica. Una circostanza che porrebbe vincoli e limitazioni molto forti.

Marx è venuto a Roma nei giorni scorsi per discutere con il Pontefice e con Ouellet, dopo la lettera di Bergoglio a fine giugno, e quelle scritte da Ouellet e dal presidente del Consiglio per i testi legislativi, Filippo Iannone, che criticavano in maniera esplicita e severa alcuni aspetti e modalità del cammino sinodale tedesco (clicca qui). Parlando della sua visita e dei colloqui a Roma, che si sono conclusi il 20 settembre, il presidente della Conferenza episcopale tedesca ha insistito sul fatto che sono stati “positivi e incoraggianti”. Secondo Marx, “non c'è alcun segnale di stop” e si è trattato di "un incontro costruttivo”. E ha aggiunto: “Non vedo come il percorso sinodale sarebbe ora in qualche modo in pericolo”.

Stando alle dichiarazioni di Marx, che è al momento uno dei due uomini (insieme con Maradiaga) più potenti e ascoltati dal Pontefice, sembra che Francesco non abbia detto al cardinale tedesco di interrompere il progetto che prevede di mettere in discussione l'insegnamento della Chiesa sul celibato sacerdotale, sulla morale sessuale, sul sacramento dell’Ordine, nonché sul legame tra ordinazione e governo nella Chiesa.

Marx ha poi commentato la lettera di giugno del Papa ai cattolici tedeschi, in cui si mettevano in guardia i presuli dal compiere passi che potessero incrinare l’unità della Chiesa. Naturalmente il cardinale ne ha dato una lettura tutta in positivo: “Il Papa ha davvero aperto le porte con la sua lettera e, come la capiamo, come la capisco - e come ho anche trovato conferme nella mia conversazione [con lui] - indica aspetti che dovremmo tenere a mente, e che non sono nuovi per noi, e che noi accettiamo”.

Una domanda specifica, e importantissima, riguardava l’eventuale approvazione da parte della Santa Sede degli statuti finali del percorso sinodale tedesco. I vescovi li voteranno in questi giorni; e su questo punto Marx ha risposto: “Una condizione per cui è richiesta un’approvazione superiore? Non l'ho sentito”. Ora, nella lettera che monsignor Iannone aveva scritto, allegata a quella del cardinal Ouellet, si sottolineava appunto che temi di carattere tale da riguardare tutta la Chiesa, e non solo una nazione, dovevano essere approvati da Roma. La risposta di Marx farebbe pensare che questa obiezione nella prassi sarebbe superata.

Bisogna ricordare che il “cammino sinodale” intende essere “vincolante”, cioè dare indicazioni che dovrebbero essere seguite da tutte le diocesi della Germania. Questa condizione è giudicata dalla Santa Sede fuori dalla “competenza” tedesca, stando alle lettere di Ouellet e di Iannone. E ogni processo decisionale deve essere collegato alle struttura gerarchiche della Chiesa; quindi, per esempio, non si può avere un ruolo paritario di vescovi e comitati di laici. “In che modo un’assemblea di una Chiesa particolare può prendere decisioni su argomenti della Chiesa universale e come può una conferenza episcopale essere dominata da un’assemblea in cui la maggioranza dei membri non sono vescovi?”, scriveva monsignor Iannone.

Per quanto dichiarato da Marx nella conferenza stampa, questo punto sembra essere stato annacquato, perché il percorso sinodale tedesco sarebbe visto come una “discussione”, alla fine della quale i vescovi della Germania invieranno un “votum” a Roma, chiedendo a Roma di continuare questo dibattito. “Certo, non possiamo, con l'aiuto di un percorso sinodale, rimuovere il potere legislativo di una diocesi”, afferma ora l’arcivescovo di Monaco di Baviera, il quale insiste anche sul fatto che i vescovi tedeschi desiderano rimanere in unione con la Chiesa universale. “Possiamo solo prendere decisioni in comunione con il Papa”.

“Anche questa non è la fine del sinodo”, ha spiegato Marx, “[perché] allora il cammino sinodale prosegue per Roma”. Il porporato ha difeso l’idea di “cambiare la legge della Chiesa”. E ha aggiunto: “Se nulla fosse cambiato, non avremmo avuto un concilio”, facendo riferimento al Concilio Vaticano II. “È persino legittimo”, ha continuato Marx, “parlare di un prossimo Concilio; non è vietato”.